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I Pesci di Ovada.


Articolo n. 102 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" dell'Ottobre-Dicembre 1987

 Pesci "Giacomo Pesci, Gentiluomo della Terra di Ovada, Diocesi di Acqui, espone umilmente alla Eminenza Vostra....". Così si apre, nella primavera dell'anno 1660 una supplica di Giacomo Pesci di Ovada e diretta all'Em.mo Cardinale Presidente della Congregazione dei Matrimoni in Roma, affinchè il supllicante possa contrarre matrimonio con la signorina Orsola Maria Scassi, sua strettissima cugina. La dispensa non dovette certo tardare (anche in considerazione delle aderenze delle due famiglie interessate) perchè il matrimonio venne celebrato il 22 agosto dello stesso anno 1660.
Ricaviamo queste notizie dai documenti attualmente in possesso della famiglia Pesci. Tali documenti sono raccolti in due volumi manoscritti che ci riportano, in copia, atti di nascita, matrimonio e morte, nonchè svariati testamenti riguardanti i componenti di tale famiglia o, almeno, quelli più interessati e vicini alla diramazione dei Pesci di Ovada nella loro linea principale e cadetta. Questa documentazione, come vediamo, inizia con il 1660 e ci rivela subito la posizione della famiglia già in quel tempo eminente, finanziariamente potente per possessioni urbane e terriere, imparentata con le più note e doviziose famiglie di Ovada ed in ottimi e cordiali rapporti con la nobiltà castellana del circondario.
Ma i Pesci erano stabiliti in Ovada già da alcune generazioni, perchè in una convenzione del 1619, rogata nella chiesa dell'Annunziata alla presenza del Commissario genovese De Ferrari, troviamo segnalati ben undici nuclei famigliari di cognome Pesci o Pesce. I registri parrocchiali, d'altra parte, non iniziano che dall'ultima decade del 1500 e, pertanto, non ci è dato risalire più oltre. Questo casato però è antichissimo e lo storico Ambrogio Pesce Maineri che effettuò accurate ricerche, lo fa risalire all'alto medioevo, quando i Pesce o Pesci, che si nominavano allora De Astis o Delle Aste, erano consignori di Tiglieto, da dove pare abbia origine la prosapia. Li annovera anche tra le sette famiglie consortili di Rossiglione Inferiore, che erano, a loro volta, discendenti degli antichi Signori di Tiglieto.
Certamente oggi tale cognome lo troviamo sparso un pò per tutta Italia e pensiamo che non tutti i Pesce possano avere una comune ascendenza. Il De Felice, nel suo Dizionario dei Cognomi Italiani, ce ne segnala molte derivazioni con altissima frequenza in Liguria. Lo storico G.B. Rossi riferisce inoltre che i Pesce di Sicilia conservino la tradizione di essere originari delle nostre zone, come potrebbe essere inversamente, portandone in comune uguale lo stemma.
Il cognome, come già detto, si ritrova in Ovada fin dal XVII secolo ed è rappresentato oggi da numerosi nuclei famigliari tutti più o meno derivanti dallo stesso antico ceppo. Della diramazione ovadese ricordiamo Guglielmo che nel 1644 rappresentò la Comunità nelle controversie di confine con Tagliolo; Giovanni Battista, che prese parte alla guerra di Genova contro i Franco-Savoiardi nel 1625. Un altro Giovanni Battista, notaro, fu raccomandato dal Senato genovese per un Cancellierato in Corsica nella prima metà del 1700 ed è probabilmente il medesimo che nel 1723 siglò, autentificandole, le antiche Franchigie degli Uomini di Ovada e Rossiglione.
 Pesci Più vicini a noi, come ci informa il Rossi nel suo "Ovada e dintorni", abbiamo Angelo Pesce (1810-1855) Ufficiale del Genio dell'Esercito Sardo che insegnò nel Reale Collegio di Racconigi e prese parte al X Congresso degli Scienziati Italiani tenuto in Genova nel 1846 ed il di lui nipote Angelo (1838-1903) che combattè a Custoza come Ufficiale dei Granatieri guadagnandosi una medaglia al valore; fu in Africa comandante del forte di Abd-elkader e comandante del Presidio di Trapani durante i moti di Sicilia e morì con il grado di Maggior Generale. Luigia Pesci fu sposa del Ministro Guardasigilli di Re Umberto I, Giacomo Costa. Infine Riccardo Pesci (1885-1924), notaio, fu sindaco di Ovada ed iniziatore del ramo cadetto che ancora oggi è rappresentato in questa città.
I Pesci ebbero le loro sepolture nella chiesa di S.Domenico, nella Cappella di S.Vincenzo Ferreri, che è la prima a destra entrando in chiesa ed una lapide con lo stemma li ricorda nella chiesa della Guardia in Frazione Grillano.
Secondo una tradizione orale, tramandata nella famiglia ma non suffragata da alcuna certificazione ufficiale, sembra che durante il Sacco di Ovada, avvenuto nel 1799, Ottavia Dania, sorella del colonnello napoleonico Andrea Dania, caduto poi in Grecia per la libertà di quella Nazione (1) e moglie di Domenico Pesci, si sia recata dal Comandante degli Austro-Russi, in veste parlamentare, allo scopo di evitare distruzioni e violenze nel borgo (2). Il Beraldo, nella sua "Storia delle Famiglie di Rossiglione", ci segnala che una identica tradizione orale sussiste tuttora nel casato Pesce-Pesci di Tiglieto e Rossiglione, informandoci che Maria Pesce di Rossiglione salvò le Orbe (Montecalvo, Tiglieto, ecc.) dal saccheggio minacciato dai Francesi nell'aprile del 1800, perorando la causa del luogo presso il generale francese Gazan.
L'arma gentilizia della famiglia è così descritta: d'azzurro a tre pesci d'argento posti in fascia uno sull'altro, accompagnati da tre stelle d'oro ordinate in capo. Sul portale di Palazzo Pesci in Ovada è rappresentato tale stemma.

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NOTE del curatore:

1) Cfr. artt. nn. 7, 54 e 92.
2) Cfr. art. n. 84.

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