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Dai Censi ovadesi dell 600 ai Catasti Napoleonici.


Articolo n. 78 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" dell'Aprile 1983

 Colera in Ovada Risale al 1798 quello che noi, impropriamente, chiamiamo 'Catasto Napoleonico' e che esiste tuttora nelle due versioni, figurata e descrittiva, presso l' Archivio Comunale di Ovada (Ufficio Tecnico). Della versione figurata è conservata, oltne che la raffigurazione in carte singole riunite in un grande registro rilegato inpergamena, però in pessime condizioni di conservazione, anche la grandissima carta d'unione arrotolata e riposta in apposito armadietto a muro. L' impropria definizione di Catasto Napoleonico può essere dovuta al fatto che esso venne ultimato proprio nell' Aprile del 1798, un paio di anni dopo la prima discesa in Italia del grande condottiero. Ma, sicuramente, la disposizione amministrativa emanata dalla Repubblica di Genova per la catastazione dei territori dipendenti deve essere stata di epoca precedente. lì lavoro, portato a termine nel1798 dal geometra Gio Francesco Tesa, fu della durata di un lustro e la precisione delle rilevazioni topografiche, l'accuratezza dei rilievi. la chiarezza del disegno e la descrizione minuta e diligente di ogni singola partitacatastale ci dimostra, ancora oggi. che l'impegno degli esecutori deve essere stato di non indiffisrente portata e di lunga ed elaborata esecuzione. In ogni caso, tale catasto fu sempre tenuto come base per tutte le ulteriori esusseguenti variazioni da allora fino ad oggi.
 Colera in Ovada Non dobbiamo però pensare che prima di allora in Ovada non esistesse una documentazione atta a far pagare le tasse ai proprietari di beni immobili. La potente e ben amministrata Repubblica di Genova era all'avanguardia in questo campo ed i suoi agenti fiscali erano attentissimi perchè nulla sfuggisse alla tassazione ed i Capitani Jusdicenti o gli Attuari residenti nelle Comunita dipendenti erano altrettanto rigidi nel provvedere alleriscossioni, con esempi di non indifferente rigore dimostrativo, sul tipo di quello messo in atto, nel 1689 dal Capitano Lomellino nei confronti del Marchese Botta Adorno di Silvano per il fondo della Cascina Nuova, che trovavasi in territorio di Ovada (1).
Esistevano in quei tempi, ed erano anche molto accurati e precisi, i cosidetti 'Libri dei Censi'. Un rarissimo esemplare di questi volumi è giunto fino a noi ed è di proprieta della N.D. Signora Aurora Cortella Schiaffino, discendente da quella distinta ed antica famiglia di medici prima e notai dopo che fu quella dei Torrielli del ramo di Biagio Maria Michael, che fu, nel 1600, professore di medicina all'ospedale Maggiore di Milano. E'ncertamente un documento di consultazione professionale che i non pochi notai Torrielli dovettero usare nell'espletamento delle loro mansioni, che si allargavano anche al campo politico ed amministrativo in quanto quasi tutti i Torrielli di quel ramo, per centinaia di anni, appartennero alla Municipalità ovadese fino a ricoprire, in tempi più recenti, diverse volte la carica di Sindaco e Vice Sindaco. Pertanto il grosso registro (ed atti consimili, andati con tutta probabilità dispersi) erano per loro uno strumento di mestiere.  Colera in Ovada Ma non è nostra intenzione fare qui un'analisi del contenuto fiscale di questi documenti, non ne saremmo capaci. Lo troviamo, invece, di notevole interesse nel campo dei cognomi ovadesi. Esso ci riporta, suddivisi per partite catastali, tutti i nomi dei proprietari tenuti al pagamento dei censi. Sono ben 176 i casati citati da questo registro, e sebbene parecchi non appartengano ad ovadesi veri e propri, i rimanenti sono tutti di pura razza nostrana, anche se alcuni di essi sono estinti ed altri si affacciassero appena allora, provenienti da altre localita, sulla scena ovadese per rimanervi fino ad oggi.
Il grosso tomo non riporta, purtroppo, la data precisa della sua compilazione; potrebbe anche essere una copia più tarda di un precedente esemplare. Ma, basandoci sulla nostra conoscenza dei cognomi ovadesi in quell'epoca, sull'elenco dei componenti le famiglie locali del 1619 ed anche su altri rilievi fondati sull'esistenza in quel periodo di antiche chiese e cappelle ormai scomparse, possiamo datado, grosso modo. fra gli anni sessanta-ottanta del 1600 o, al massimo, ai primissimi anni del 1700.
 Colera in Ovada Cercheremo qui di elencare prima di tutto i casati ovadesi e poi quelli forestieri che, avendo allora possedimenti nel territorio di Ovada, erano tenuti a sottostare alle disposizioni fiscali della Repubblica di Genova ed a pagare le tasse in Ovada. Noi li riportiamo in ordine alfabetico, se pure nel registro non sono in questo schema ma disposti a caso ed anche gli elenchi in capo al volume non siano ordinati in tale forma.
Casati Ovadesi: Arata, Alberti, Bruzone, Bareto, Barletto, Briata, Bisi, Burlando, Bono, Badano, Bavazano, Barbiere, Buffa, Baodotto, Bottaro, Basso, Barboro, Barella, Bodrato, Costa, Cazzulo, Cazzulino, Cestino, Cassina, Canonero, Camera. Carrosio, Compalato, Dannia, Dolermo, De Uvada, Delfino, Ferraro, Frascara, Grillo, Garbarino, Grosso, Gazo, Gaviglio, Giachero, Ighina, Larizavecchia, Molinari, Morchio, Mainero, Mazzucco, Marchelli, Maxera, Marenco, Malaspina, Montano, Miroli, Maggi, Mazza, Merialdo, Moizo, Macchiò, Nervi, Nuxe, Odini, Qliveri, Piana, Prato. Pagliuzzo, Pescio, Pegollo, Passalacqua, Pasturino, Piccardo, Pizzorno, Parodi, Polarolo, Priolo, Repetto, Resecco, Roggiero, Rossi, Robbiano, Recagno. Ratto, Rabachino, Ravera, Restano, Rufino, Salomone, Scarso. Serravalle, Siri, Sciorba, Sciorato, Soldi, Scasso, Taffone, Torrielli, Tribone, Toso, Turco, Vignolo, Vela, Visca.
 Colera in Ovada Casati Forestieri: Alemano, Ansaldo Albera, Adorno, D'Aste, Botta-Adorno, Beccaria, Bo, Beretta, Bonfante, Bonaira Berchi. Bonfiglio, Benso, Cotella, Cavesio, Cervetto, Cepolino, Curotto, Cattaneo. Del Poggio, Danielli, De Martini, De Giacobi, De Montaldo, Doria, De Bernardi, Fossato, Gaglieno, Gedo (Fra Bernardo, domenicano), Grimaldo, Grande, Gabella, Garrone, Gaglieto, Gavazza, Gentile, Imperiali, Lercari, Lana, Laviosa, Martini, Marieto, Marcenaro, Mongiardino, Manara, Molfino, Montobbio, Mezzano, Misseno, Monteggio, Merlino, Negrino, Oneto, Cdano, Orsino, Odicino, Prasca, Pernigotto, Perissi, Piccone, Perroni, Pichetta, Raggio, Spinola, Stevuo, Serra, Sassio, Terragno, Trani, Tornielli delle Mollare, Viola, Varsi, Vinaldo.
Per quanto riguarda le partite catastali degli ovadesi notiamo che il cognome Torrielli è segnato per ben 44 volte, quello dei Grillo 29, quello dei Pesci 24, i Maineri 14, i Piana ed i Bavazzano Il, Prato e Marchelli 10 e così via per tutti gli altri in scala decrescente. Pertanto, si può dire che in quel tempo i portatori di questi cognomi erano i possidenti di maggior spicco in Ovada. Non è detto, però, che, pur portando lo stesso cognome, facessero parte di una sola famiglia od anche fossero parenti fra di loro; forse discendevano tutti da uno stesso antico ceppo ma, con il passare delle generazioni, le parentele si affievolivano fino a che non restava di comune che il retaggio di un cognome.
 Colera in Ovada Come già detto. per i cognomi forestieri, essi appartenevano a persone che, pur provenienti o residenti in altre località, avevano possessioni in Ovada, e questo è particolarmente frequente in famiglie della nobiltà genovese come gli Spinola, i Raggio, i Doria, i Grimaldi, i Botta-Adorno ed altre, che possedevano nel territorio ovadeseville, cascine, terreni od altri beni, oppure per insediamenti temporanei di famiglie od individui forestieri cheperò si estinsero molto presto owero non misero radici nella nostra città se non molti anni dopo.
Un'altra interessante conoscenza storica ci viene dall'elencazione di tutte le chiese, cappelle, conventi,confraternite, congregazioni, piccole abbazie che pagavano censi in Ovada in quel tempo. Molte di esse sonoormai scomparse e dimenticate o, al massimo, ne resta il ricordo in qualche antico toponimo ancora oggiindicante le località dove sorgevano. Ed anche per questi Enti si può fare il discorso fatto sopra per i cognomi, in quanto alcune chiese di località o paesi confinanti possedevano beni immobili nella nostra zona ed è naturale che ne pagassero le tasse in Ovada. Ne diamo qui di seguito un elenco con le stesse denominazioni segnate in quell'antico registro e precisiamo che, in quell'epoca, tutte queste chiese, grandi e piccole che fossero, le cappelle. le cappellanie, ecc. erano tutte regolarmente officiate ed avevano tutte il loro cappellano fisso e residente in loco, che si manteneva con i proventi dei terreni, delle vigne e dei boschi che formavano le loro dotazioni patrimoniali e che, con le offerte dei fedeli e gli introiti dei servizi religiosi davano modo a questi sacerdoti od ecclesiastici più poveri degli altri, di prowedere discretamente alloro sostentamento:
Chiesa Parrocchiale di Ovada, Cappella di S. Lucia, Cappella del Suffragio, Chiesa o sia Convento di S. Maria delle Grazie dei PR Domenicani, Cappella del Nome di Dio, Cappella del Rosario, Chiesa o sia Cspizio di S. Antonio, Chiesa o sia Abazia di S. Ambrosio, Chiesa di S. Bartolomeo, Chiesa di S. Bernardino, Chiesa o sia Abazia di S. Martino, Chiesa della Trinità, Chiesa o sia Abazia di S. Lorenzo (questa è quella che attualmente è la Perrocchia di S. Lorenzo che in quel tempo portava ancora il titolo antico abbaziale ed era sotto il patronato dei Fieschi di Genova), Chiesa o sia Abazia di S. Nazaro (attuale Parrocchia di Grillano), Chiesa di S. Stefano di Trisobbio, Chiesa di N.S. di Coronata, Chiesa Parrochiale di S.Lorerizo o sia di S. Angelo (La regione di 5. Lorenzo fu istituita in Perrocchia nel tardo 1600 dal Vescovo di Acqui (2) Mons. Gozzano. A questo proposito i fratelli Angelo e Francesco Pegliuso, ricchi possidenti di Ovada, fecero appositamente costruire una chiesa in località Voltesino perchè furizionasse da Parrocchia ed il suo titolo fii dedicato ai santi Angelo e Francesco, dal nome dei suoi fondatori. Questa chiesa rovinò, molto probabilmente per difetto di costruzione, alcuni anni dopo e così fii destinata ad uso di parrocchiale l'antica chiesetta che abbiamo citato più sopra), Chiesa Perrocchiale della Villa di Costa, Compagnia del S.Sacramento della suddetta Parrocchia, Compagnia del Rosario della Costa, Compagnia del Suffragio della Costa, Commenda dei Peveri di Ovada, Camera Eccell.ma (anche la Camera della Repubblica di Genova aveva possedimenti in Ovada che pagavano i censi), Magnifica Comunitàdi Ovada, Oratorio dellaSS. Annunziata. Oratorio di S. Giovanni Battista. Oratorio di S. Sebastiano. Oratorio di N.S. di Cremolino, Oratorio di N.S. di Rossiglione, Oratorio di S.Fermo della Villa della Costa. Come possiamo riscontrare, da questo elenco manca il convento dei Cappuccini, che pure era già sorto e funzionante con la sua relativa chiesa. Considerando che il registro non sia anteriore al 1662, anno nel quale chiesa e convento iniziarono la loro ofilciatura, si può oensare che essendo i Cappuccini un ordine monastico mendicante e povero non pagasse censo, o i beni conventuali fossero di proprietà della Comunità ovadese e servissero solamente al mantenimento dei frati officianti.
Chiudiamo queste note rifacendoci ancora, come le abbiamo iniziate, ai catasti cosidetti napoleonici. In essi l'autore non ha mancato di specificare con estrema chiarezza. per la comodità dei consultatori nei loro raffronti,le misure agrarie dell'epoca: Misure di lunghezza: Trabucco = 6 piedi = metri 2,874 - Piede = 12 once = metri 0.479 - Oncia = 12 punti = metri 0,039917- Punto = 12 atomi = metri 0,003326. Misure di Superficie: Moggio = 4 stara = mq. 3700,4200 - Staro = 28 tavole = mq. 925,1061 - Tavola = 12 piedi = mq. 33,039 - Piede = 12 oncie = mq. 2,7533 - Oncia = mq. 0,01916. Noi le abbiamo riportate integralmente inquantoche oggi, sebbene in disuso, esse ci dimostrano la precisione millimetrica di quegli antichi misuratori che, con capacità professionale e tenace pazienza, ci hanno tramandato una documentazione di non indifferente valore storico, dimostrativo e culturale.

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NOTE del curatore:

1) Per conoscere l'intera vicenda, che portò ad una vera e propria guerra tra Silvano ed Ovada, cfr l'art. n. 66;
2) Qui l'Autore si dimentica di avere in mano lo sfrumento per pervenire ad una datazione molto certa del Libro dei Censi su cui basa l'articolo. Infatti (Cfr. artt. nn. 25 e 30) l'anno di istituzione della Parrocchia di San Lorenzo fu, precisamente,il 1680. La costruzione della chiesa da parte dei fratelli Pagliuso, per rapida che sia stata, deve aver portato via almeno due o tre anni, ed arriviamo al 1683. Se questa chiesa, come risulta, crollò dopo 'alcuni' anni, è ragionevolmente lecito quantificare, nella normalltà, la parola 'alcuni' in un massimo di cinque-sei anni e, pertanto, arriviamo al 1689, dopodichè venne eretta a parrocchia l'altra chiesa già esistente. Pertanto, poichè nel Libro la chiesa dei Pagliuso viene denominata come 'Parrocchia' e l'altra è ancora denominata come 'Chiesa o sia Abazia', è ovvio che il libro venne compilato nel periodo intercorrente tra il 1683 ed il 1689. Se fosse stato precedente non sarebbe stata citata la Parrocchia di San Lorenzo (che non esisteva ancora), se fosse stato seguente, sarebbe stata citata come Parrocchia di San Lorenzo la chiesa abbaziale a tale santo intitolata. In entrambi i casi, sarebbe stata citata, per San Lorenzo, una chiesa sola, perchè l'unico periodo in cui a San Lorenzo ci furono due chiese fu, come risulta dai nostri calcoli, dal 1683 al 1689.

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