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Mornese e il suo stemma.


Articolo n. 89 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" del Settembre-Dicembre 1984

 Mornese Mornese vanta una sua tradizione monastica; si sa, infatti, che un piccolo stanziamento di monaci cistercensi fu, appunto, stabilito in una località piuttosto montuosa ed impervia denominata in antichi documenti Moronixio. Il luogo, sebbene allora non troppo accessibile e situato in mezzo a folti boschi, aveva però un'ubicazione che lo poneva limitrofo alle antiche direttrici viarie che dalla pianura alessandrina e tortonese portavano al mare attraverso i passi appenninici e non era poi molto distante da Parodi e da Gavi, che già allora erano agglomerati urbani e sedi marchionali di una certa locale importanza.
Sorse così, nella prima metà dell'anno Mille, una piccola chiesa abbaziale che oggi, purtroppo, non esiste più. Il titolo di questo piccolo tempio, dipendente ecclesiasticamente dal Vescovo di Tortona, fu quello di San Silvestro Papa, denominazione che mantenne quando divenne poi sede di Rettoria e che si è tramandato sino ad oggi nella Parrocchiale di Mornese. I monaci eressero pure un piccolo fortilizio dove aveva sede un Vicario del loro Abate e questa casa-forte, che non trovavasi molto distante dal loro eremo, divenne in seguito il castello di Mornese.
 Mornese L'influenza benefica nel campo agricolo di questi cistercensi, che diffusero nella regione, allora incolta, gerbida e boscosa, le pratiche dell'irrigazione, della bonifica, del disboscamento e della coltura intensiva, fece si che intorno al piccolo castello sorgesse un borgo che via via si espanse e si popolò. Il fatto, inoltre, di trovarsi abbastanza vicino ad una strada frequentata facilitò lo sviluppo di punti di incontro e di scambio che gli diedero una certa notorietà, così da farlo contendere fra i diversi potentati della zona.
Per oltre un secolo non abbiamo altre notizie di questo borgo. Solo nel 1156, dopo la distruzione di Tortona da parte del Barbarossa, Papa Adriano IV riconferma Mornese al Vescovo di questa città dal quale era già dipeso per via ecclesiastica. In un atto del 1168 dove i Sindaci della "Villa dei Mornesi et alliarum villarum potestatiae Pallodii" presenziano ad una transazione, si ribadisce che Mornese è sottoposto alla 'Avvocheria', ossia al patronato che i Marchesi di Parodi tenevano, secondo l'uso del tempo, su tutti i monasteri della loro giurisdizione. Nel 1202 il Comune di Alessandria ottiene un giuramento di fedeltà da parte dei Consoli di Montaldeo i quali promettono anche di far giurare i loro confinanti delle località di Voltignana, Pontexello e Molonense; ma pare che questi ultimi, i quali aggregandosi avevano dato origine alla Comunità civile mornesina, non abbiano aderito a quanto era stato giurato da altri per loro. Infatti, secondo quanto afferma il Guasco nel suo 'Dizionario Feudale', in quello stesso anno 1202 i Mornesini passano sotto il Comune di Genova. Nel 1299 Pietro II Busseti, Vescovo di Tortona, nel corso del riordinamento della Diocesi, sottopone ecclesiasticamente Mornese alla Pieve di S. Maria in Praedio "vel Prelio" di Silvano.
 Mornese Continuano in quei tempi oscuri, calamitosi e guerreggiati, i passaggi dall'uno all' altro dei potentati che si contendono la zona, e così vediamo Mornese passare dal Comune di Genova ai Visconti di Milano. Ed è in questo periodo (1352) che il Priore di San Silvestro, valendosi di un'antica facoltà risalente al 1188, vende la Villa dei Mornesi ai fratelli Pietro e Marco Doria, i quali se la vedranno poi confermata, ricevendone l'investitura il 7 settembre 1389 dal Marchese del Monferrato che, nel frattempo era succeduto nel possesso dei Visconti. Nel 1384 il borgo di Mornese è salito a tanta notorietà che un suo cittadino, tale 'Raphael de Mornecio' è nominato castellano di Capriata, ne diventa Podestà e, dopo ben cinque lustri di onorato servizio, alla sua morte viene sepolto nella chiesa di San Pietro di Capriata.
I primi anni del secolo XV vedono la terra di Mornese devastata dalle lotte tra il Governatore di Genova Jean Le Meingre de Boucicaut (1) ed il Marchese Teodoro di Monferrato che, con il condottiero Facino Cane a capo dei suoi mercenari, conducono una guerriglia spietata su quel territorio, guadagnandosi per la loro ferocia il titolo di 'belve'. Sconfitto il Boucicaut nel 1409, la Repubblica di Genova indennizza i suoi feudatari Doria per i danni subiti e riedifica il castello. Francesco Sforza rioccupa Mornese nel 1431 per conto del Duca di Milano e nel 1452 ritornano ancora i Doria, vassalli di Genova. Infine, nel 1535, Mornese cade in potere del Duca di Mantova il quale, nel 1539, per intercessione del potentissimo Andrea Doria, riconferma a Jacopo Doria l'antico possesso del feudo.
 Mornese Ancora per cinquant'anni i Doria si susseguono nel possesso di Mornese, fino a che, nel 1587, il 15 aprile, spentasi con Ugone la discendenza maschile di Marco e Pietro Doria (primi feudatari) le figlie di Ugone Bianca, Oreglia, Maddalena ed Isabella vendono il feudo a Filippo Da Passano il quale, dopo averne ottenuta l'investitura dal Duca di Mantova, lo rivende, il 12 settembre 1601 a Niccolao Pallavicino, il figlio del quale, Antonio, lo cede a Gio Batta Serra il 14 marzo 1628.
Abbiamo così una Signoria feudale ininterrotta (sebbene talvolta contesa ed ostacolata) dei Doria su Mornese della durata di due secoli esatti. Poi, in soli quarant'anni, Mornese passa in due mani: i Da Passano ed i Pallavicini, prima di trasferirsi al Serra che direttamente lo terranno per un secolo e, indirettamente, coi Serra-De Marini ed i Serra-Spinola, fin verso il 1770.
 Mornese Mornese fa già parte in quel tempo degli Stati del Re di Sardegna in quanto, il 5 ottobre del 1735, nei preliminari del trattato di Vienna, Carlo VI Imperatore cede al Duca di Savoia tutte le terre ed i castelli che si trovano fuori dei confini della Repubblica di Genova. Il paese, sotto i Savoia, sarà incorporato giurisdizionalmente nella Provincia del 'Monferrato d' oltre Tanaro, detto Monferrato Superiore' (oggi Alto Monferrato Orientale) ed avrà come suoi ultimi vassalli, dal 1767 fino a verso il 1800, il Marchese Egidio Gregorio Orsini di Roma ma residente in Milano e, infine, il Conte Luniares Pio di Savoia, che chiuderà la serie dei feudatari.
In Frazione Mazzarelli di Mornese nasce nel 1837 Maria Domenica Mazzarello, fondatrice, insieme a Don Bosco, dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, canonizzata da S.S. Pio XII il 26 giugno 1951.
"Non c'è nulla di meglio, per costruire il proprio futuro, che guardare al passato.". Con queste testuali parole, il Sindaco di Mornese, Dott. Marco Pestarino, apriva, il 15 giugno 1981 la sua prefazione ad un libro di storia mornesina edito in quell'anno a cura del Comune (2). Anche allo spirito di questa frase si deve la deliberazione del Consiglio Comunale di Mornese del 13 febbraio 1981 nella quale si approva la proposta di dotare il Comune di uno Stemma Civico e del Gonfalone.  Mornese Oggi questo stemma è stato realizzato (3) e, con relativo Gonfalone, è stato approvato dal Presidente della Repubblica con un suo decreto n. 4009 del 24.11.1983. Il blasone civico, così tradotto in realtà, è la sintesi stroica delle vicende mornesine, della sua vita comunitaria, della sua tradizione e dei suoi valori. Pertanto, volendo riportare graficamente il contesto storico di Mornese sullo stemma comunale, l'araldista (4) è ricorso a figure e simboli araldici interpretanti fedelmente, nelle forme e nei colori la successione alterna degli avvenimenti e dei fatti che questo paese ha trascorso. Sono stati così raffigurati sul capo dello stemma: l'arma antica dei monaci Cistercensi, ai quali Mornese deve la sua fondazione e lo scudo del Monferrato al quale il paese oggi, come un tempo, appartiene politicamente, amministrativamente e geograficamente. Per ricordare Santa Maria Mazzarello, gloria di Mornese, si è pensato all' allegoria araldica della stella d'argento sovrastata da una croce trifoglia d'oro, irradianti d'argento il castello, simbolo del Comune. La stella, immagine di virtù, azioni e pensieri volti al Signore è, come il suo raggio, d'argento, metallo indicativo della concordia, della temperanza e dell'amore. Il Castello ricorda l'antico Castrum feudale. Infine il colore azzurro che campeggia sulla maggior parte dello scudo, è indice di devozione, amor patrio, perseveranza, lavoro proficuo e buon augurio.
Il Gonfalone comunale è stato artisticamente ricamato a mano con sete preziose da Suor Giuseppina Ansaldi delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Moncalvo e donato dallo stesso Istituto al Comune di Mornese.

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NOTE del curatore:

1) Cfr. i precedenti artt. nn. 43 e 76.
2) Si tratta del volume Mornese - Spunti di Storia, realizzato dall' Autore;
3) e 4) Trattasi sempre dell' Autore, a cui si devono sia le ricerce storiche ed araldiche necessarie alla creazione dello stemma, sia la creazione manuale vera e propria dei bozzetti e dello stemma definitivo.

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