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L'Ovadese Rocco Giacinto Siri soldato della Repubblica Democratica Ligure.


Articolo n. 103 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" del Gennaio-Marzo 1988

(Rielaborazione di parte del precedente art. n. 5).

 Siri In Ovada esiste una strada intitolata Via Siri. Non è un'arteria importante della viabilità ovadese, ma soltanto un collegamento tra il Corso della Libertà e la Via G.D.Buffa, situata nella parte sud di Ovada sugli antichi "Piani della Levata", intersecata da un'altra strada di poco traffico che è Via Fiume e servente la popolazione di quella zona residente in ville, villini e moderni caseggiati di recente costruzione. Quando, molti anni or sono, venne intitolata all'Ufficiale Napoleonico, era ancor meno importante e trafficata di non quanto è oggi. Siamo sicuri però che non tutti gli ovadesi e, tanto meno, gli abitanti della zona, conoscano la figura e le vicende di questo personaggio ovadese. Non è che di lui oggi se ne sappia molto e noi stessi, che abbiamo indagato parecchio, non possiamo che darne un profilo alquanto frammentario, anche perchè del Siri non abbiamo di certo in Ovada che il suo Atto di Nascita e di Battesimo. Il resto della sua vita la trascorse sempre fuori da Ovada e per reperire qualche notizia abbiamo dovuto visionare non pochi testi di storia ligure, partenopea e generale. Una traccia, a dire il vero, molto vaga e lacunosa che la fornisce il Frixione in qualche suo frettoloso appunto su numeri sparsi del "Corriere delle Valli Orba e Stura". Per il resto in Ovada è silenzio. L'intitolazione stessa della strada la si deve alle istanze dello stesso Frixione ed al periodo storico ovadese in quel momento favorevole alla riscoperta di parecchi personaggi che vissero e parteciparono con alterne vicende all'epopea napoleonica. Del Siri in Ovada non esiste nemmeno un ritratto e non conosciamo nulla della sua vita privata nè sappiamo se fu sposato e se abbia avuto discendenza. Non possiamo perciò nemmeno tentare di formulare un giudizio critico sulla sua personalità umana, salvo la cronologica sequenza della sua vita militare.
 Siri Rocco Giacinto Siri nacque in Ovada il 16 agosto 1751 da distinta famiglia originaria dell'Olba e trasferitasi in Ovada circa un secolo prima. Il padre, Carlo Giacinto, uomo di sani principi morali e religiosi, stimato commerciante di sete e proprietario di terreni e fondaci sia nel borgo che nel contado, da quel buon tradizionalista che era, volle imporre al figlio, nato nel giorno di San Rocco, il nome del Santo Compatrono di Ovada e, come secondo nome, quello di Giacinto, Patrono della Comunità. Volle, in seguito, dargli un'ottima istruzione umanistica, civile e cristiana, facendogli frequentare prima la Scuola dei Domenicani, allora fiorente in Ovada, e poi quelle superiori in Genova, sempre dai Domenicani. Il giovane Siri si distinse e si fece onore, si che appena diciottenne, molto colto e già padrone di diverse lingue straniere, potè intraprendere diversi viaggi all'estero per trattare affari commerciali in compagnia del padre. Secondo il Frixione, a vent'anni fu in Svezia a Stoccolma, dove con la signorilità che lo distingueva, con la sua cultura e per il suo carattere di compìto gentiluomo contrasse varie ed altolocate amicizie che fecero notare la sua personalità a Corte, gli diedero modo di accedervi e presso la quale potè servire, per oltre tre anni, nella Guardia d'Onore Reale di quel Sovrano.
Ma il richiamo della terra natìa, forte in lui quanto quello dell'avventura, lo riportò nella sua Liguria e, stabilitosi in Genova, che in quell'epoca era permeata dallo spirito di libertà dei tempi nuovi, chiese ed ottenne di entrare a fare parte delle Milizie della rinnovata Repubblica Ligure. Il periodo genovese del Siri ci è abbastanza noto perchè in Archivio di Stato in Genova si ritrovano ancora, negli Atti Militari dell' epoca, gli originali delle sue lettere, dei suoi ordini e dei suoi proclami. L'Antonino Ronco che, nei suoi pregiati lavori sulla "Storia della Repubblica Ligure 1797-1799" e su "L'assedio di Genova 1800" si è occupato anche di lui, afferma che il Siri era uno dei militari più in vista delle forze armate liguri, ardente repubblicano e legato a circoli patriottici genovesi.
 Siri Entrato con il grado di Capitano, venne ben presto promosso a Capo Battaglione e, in questa veste, si occupò anche in Ovada per il reclutamento dei reparti della Guardia Nazionale. Si distingue nella repressione dei moti di Carrosio e nella vittoria contro il forte di Serravalle, che espugnò dopo averlo assediato. Fu alla difesa della Lunigiana e, già Colonnello, fu Presidente della Commissione Militare che giudicò i responsabili di un moto insurrezionale del Dicembre 1799. Durante l'assedio di Genova del 1800 il Siri, con il grado di Colonnello, è comandante di tutte le Milizie Liguri ed è così compreso del suo alto grado che "...mal soffre che il Comandante Francese della Piazza di Genova pretenda di averlo subordinato a sè, non sembrandogli di dover dipendere che dal Comandante Generale della Liguria.". Le parole di questo suo esposto al Governo Ligure ci possono dire molto sulla personalità, il carattere e la vanità di questo singolare ed avventuroso soldato che, nel momento critico della capitolazione di Genova sa sganciarsi abilmente onde evitare la mischia e la conseguente resa incombenti. A questo proposito il Ronco scrive testualmente: "Prima che Massena capitolasse la Commissione di Governo si era vista sommersa di richieste di permessi straordinari da parte di Ufficiali della Guardia Nazionale che volevano fuggire. Il primo era stato il Comandante delle Truppe Liguri, il Colonnello Siri il quale, evidentemente meglio informato, già il 3 giugno aveva scritto alla Commissione di Governo: 'Degli affari miei particolari esigono che mi assenti per mesi sei dallo Stato della Repubblica Ligure. Vi invito, di conseguenza, a volermi accordare il permesso.'.". Già il 4 giugno le richieste di permesso si erano moltiplicate e dietro i Colonnelli i Capitani e, infine, anche i semplici Tenenti sentivano il bisogno di cambiare aria. I Commissari di Governo furono generosi in quelle Licenze per motivi personali. Questa gente che andava in licenza prendeva naturalmente il proprio stipendio che non riceveva da mesi. Il Governo, essendo le casse vuote, ricorse ai più singolari espedienti. Un gruppo di Ufficiali, per esempio, si ebbe in pagamento degli arretrati l'Ostensorio della Parrocchia del Carmine, valutato 3360 Lire.
La defezione di Genova non sembra abbia influito molto sulla sua carriera militare perchè il Frixione (e qui dobbiamo ritornare alle sue poche ed insufficienti informazioni) ci presenta il Siri facente parte delle armate napoleoniche al comando del Dipartimento di Treviso nel 1806 e, l'anno dopo, a quello del Trasimeno, cariche che comportavano il grado di Generale. Il Frixione ci dice altresì che il Siri fu decorato della Legion d'Onore, che nel 1809 tenne il comando della Piazza di Roma e fece parte dello Stato Maggiore di Gioacchino Murat Re di Napoli. Dopo il crollo di Murat il Siri si ritirò esule a Parigi dove visse onorato fino al 1826.

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