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Tagliolo da San Vito a San Carlo - Un Inno ed una Poesia


Riteniamo interessante riportare l'Inno a San Carlo, scritto dal Parroco Pizzorn verso la fine del 1800 e che ancora oggi si canta in processione e durante la festività annuale del Santo e, inoltre, una bella poesia della stessa epoca, commovente nella sua semplicità, della quale non conosciamo l'autore, sebbene l'ultima quartina ci faccia pensare che possa essere frutto di un romantico ed estroso appartenente alla famiglia dei Pinelli-Gentile.

INNO A SAN CARLO

Su, figli del popolo,
Levatevi al suono
Del carme che ispirami
Il grande Patrono:

O gloria d'italia,
O Santo Pastor,
Tagliolo ti venera
Con gioia ed amor.

Quel Dio che d'Apostolo
Lo spirto ti diede
Per Te volle i popoli
Ridesti alla fede.

O gloria d'Italia ecc.

Spargesti sui miseri
La dolce parola
Di speme benefica
Che i cuori consola.

O gloria d'Italia ecc.

D'amore fu un cantico
Tua vita, tua morte;
Le genti a concordia
Per te son risorte.

O gloria d'Italia ecc.

Se morbo pestifero
Ci prostra, c'invade,
Tu scampi al periglio
Le italiche strade:

O gloria d'Italia ecc.

Allor che terribile
VaI d'Orba colpia,
Tagliolo fu libero
Da sorte si ria.

O gloria d'Italia ecc.

Giurossi che un tempio
Ti Fosse innalzato:
Sorgiamo: si compia
Il voto giurato.

O gloria d'Italia ecc.

Infidi non siano
I figli a quel patto:
Se i padri giurarono,
Il tempio sia fatto.

O gloria d'Italia ecc.

O colle incantevole
O caro Tagliolo,
Qui intorno d'un tempio
Sei privo, Tu solo!

O gloria d'Italia ecc.

Qual mal sarà popolo
Felice, securo,
Se il Cielo se gli uomini
Gli dican: "Spergiuro?!!"

O gloria d'italia ecc.

O CARLO santissimo,
Propizio ci arridi:
Il forte proposito
A Te si confidi!

O Gloria d'italia,
O santo Pastor
Tagliolo ti dedichi
Il tempio ed il cor.

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IL MIO PAESE

Qual fiorito giardin su colle ameno
Spunta Tagliolo d'ampie valli in seno:
Se d'Apennino all'Alpe il guardo affiso
Ei mi gioconda il cor nel suo sorriso.

Veggo borgate, mille colli e mille.
Fiumi, vigneti sconfinati e ville
E intorno torreggiar cento castelli
Negli orizzonti così puri e belli.

Ah ma qual possa superar Tagliolo,
Se dico il ver, non ne ravviso un solo
Né per comode vie, né per vigneti
Né per dolcetti saporosi e lieti!

La valle d'Urba qual ornata sposa
Nel fiume cristallin si specchia e posa.
Ti ammiro, o bella !... In Te l'argentea Luna
Riflette le beltà che in sé raduna.

La Curma a mezzodì selvosa e scura
Si alza barriera tra la Piota e Stura:
Fra i villaggi gentil v'é Mongiardino,
Cherli che stende il pié sino a Bessino.

Solchi di mare dall'aura increspati
Son le vallette fra i colli ondulati:
Leggiadro e snello é il campanil che al cielo
Sembra elevare il nostro core anelo.

Nel torrito castel, nel verde manto
D'alberi, prati e fior veggo un incanto:
Di pace, di lavor potente e fida
Nei retti Superior trovo una guida.

Nelle tue genti laboriose e oneste,
Ne' tuoi costumi, ne' tuoi canti e feste,
Io mi esalto per Te, Tagliolo mio,
Ti acclamo e bacio, dolce suoI natio!

O cara Cappelletta, o tempio avito
Tomba de' Padri miei, salve, San Vito!
Salve, o San Carlo!... Ah Tu mi ottien cortese
Di onorar sempre il mio gentil paese!

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