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Tagliolo da San Vito a San Carlo - Le cappelle campestri


 Tagliolo - Scorcio Come già abbiamo detto, poco o nulla si conosce della origine di queste chiesette che, ancora oggi, in discreto numero troviamo nei dintorni di Tagliolo. Ben poco se ne sapeva anche nel XVIII secolo, tanto è vero che Don Francesco Coscia nella sua già tante volte citata relazione del 1751 così ci dice di esse: "Della fondazione delle suddette chiese, dal Paroco non se ne trova notizia e solo da una antica visita (si riferisce a quella di cento anni prima di Mons. Settala) si scorgono notizie delle chiese di S.Vito, S. Roco, S. Benedetto e consta della fondazione della chiesa di S. Francesco di Paola propria di casa Gentile".
Scorrendo gli atti della visita pastorale di Mons. Settala nel 1670 troviamo infatti citate S. Benedetto oratorio nel Borgo, S.Rocco oratorio campestre, S.Pietro in Mongiardino campestre, S.Defendente campestre. Nessuna notizia vi è di S.Francesco da Paola che forse fu edificato in anni seguenti.
Pertanto, a nostro avviso, queste chiesette sono le più antiche.
Nel 1751, invece, la visita pastorale di Mons. Anduxar ne elenca qualcuna in più - e viene naturale il pensare che esse siano state edificate tra il 1670 e il 1751 - sono: S.Giuseppe in Mongiardino - S.Pietro in Vincoli e S.Francesco da Paola.
Ed ora diciamo quel poco che abbiamo potuto sapere e reperire dai pochissimi documenti che parlano di questi edifici.

SAN BERNARDINO

Questa chiesetta fu fatta costruire pochi anni prima del 1670 dal tagliolese Pietro Coppa sui suoi terreni, senza obblighi e senza reddito. Il Vescovo Settala, visitandola nel 1670, prescrive che sia mantenuta con ogni decoro e pulizia e che la si provveda di ogni occorrente per potervi celebrare la Messa. Ottanta anni dopo, nel 1751, non era già più officiata e trovavasi in pessime condizioni di mantenimento. Ecco, a tale proposito, le precise parole della relazione del parroco alla Curia tortonese: "S.Bernardino, oratorio pubblico spettante agli eredi del Sig. Pietro Coppa del luogo d'Ovada, posto in strada publica fuori del luogo; dicesi che abbia dote e certo annuo onere di messe, ma da più anni non vi si celebra per essere tale Cappella del tutto profanata. Il Paroco fece levare il quadro del Santo dall'altare e la pietra Sacra, quale si trovò senza sigillo ed il quadro fu riposto nell'Oratorio de Confratelli. Avvisati detti eredi più volte per il successivo ristoro, mai se ne sono curati".
Oggidì, di questo oratorio non esiste più nulla ed è anche difficile localizzare la posizione dove sorgeva, a meno che non si consideri la località detta di S. Bernardino, dove stanno sorgendo nuovi edifici moderni di abitazione.

SAN PIETRO IN VINCOLI

Era, in quei tempi, un oratorio campestre spettante agli eredi di Domenico Gastaldo di Montaldeo, con l'obbligo di dodici Messe annue che vi celebrava il Rev. Don Pompeo Marchelli di Tagliolo. Attualmente la chiesa, in regione Gastaldi, è restaurata ed incorporata nelle proprietà di una villa privata.

SAN FRANCESCO DA PAOLA

Altra cappella di difficile individuazione e localizzazione. Nel 1751 risultava di proprietà di casa Gentile che ne provvedeva il mantenimento e le spese. La descrizione ci precisa che trovavasi "lontano dal luogo quattro miglia circa" ma non ne localizza la posizione topografica. Siccome, al giorno d'oggi, nessuno ci ha saputo indicare se esista ancora né dove si trovi, pensiamo sia stata una piccola cappella sui monti, lontana da Tagliolo nelle vaste proprietà dei Gentile, caduta poi in disuso ed ora scomparsa.

 Tagliolo - San Giuseppe in Mongiardino SAN GIUSEPPE IN MONGIARDINO

Le prime notizie di questo piccolo oratorio campestre le abbiamo soltanto dal 1751. Nello stato delle chiese di quell'anno è così descritta: "San Giuseppe, oratorio pubblico nella villa di Mongiardino, senza dote, e si mantiene di limosine che questuano i suoi massari che di presente sono: Carlo Camera q. Francesco Maria e Giacinto Pallodio di Michelangelo". Nell'anno seguente Mons. Anduxar vi fa una ricognizione che ci figura la chiesa come la vediamo oggi, ancora però non completamente finita. L'affresco che raffigura S. Giuseppe sul portale esterno, ci pare opera del tardo settecento, eseguito da ottima mano ed ancora abbastanza ben conservato.

SAN PIETRO IN MONGIARDINO

Nel 1670 questa chiesetta viene appena segnalata con un laconico: "Oratorio del titolo di S. Pietro in Mongiardino senza obbligo e senza reddito". Doveva però trattarsi di chiesa molto antica già in quel tempo, posta in posizione eminente e che serviva le popolazioni della campagna circostante. Un secolo dopo troviamo qualche precisazione in più: "San Pietro Apostolo, oratorio pubblico campestre, quale possiede un piccolo pezzo di terra del reddito di lire sei e con tale reddito ed alcune limosine si è fatto ristorare e i suoi massari sono: Giuseppe Caviggia q. Matteo e Francesco Camera q. Carlo". Ouesto edificio, nel 1806, doveva trovarsi in cattive condizioni di stabilità e fu restaurato nel 1811 a cura dei suoi fedeli, abitanti nella zona, come ci ricorda una consunta lapide, in pietra arenaria, posta ancora oggi sul portale d'ingresso. Non molti anni or sono, ignoti ladri ne asportarono i lampadari, alcune suppellettili e il quadro che era sopra l'altare. Al giorno d'oggi lo troviamo con la facciata rifatta un po' troppo alla moderna e con un dipinto sull'altare del pittore Macciò di Masone, rappresentante gli Apostoli Pietro e Paolo. Questi recenti restauri sono stati fatti con il concorso degli abitanti della zona. Attualmente è custodito con diligenza dal Cav. di V.V. Angelo Caviggia e dai suoi familiari. La chiesa viene officiata tutte le domeniche nel periodo estivo da San Pietro fino ai Santi per comodità della popolazione residente nella zona.

SAN BENEDETTO

Esisteva già nel 1600. In quel tempo non aveva nè obblighi nè reddito alcuno. Vi si celebrava solo per devozione. Nel 1751 lo troviamo così descritto: "San Benedetto, oratorio pubblico dentro nel borgo, senza dote, e si mantiene con limosine che si vanno questuando dai massari i quali s'eleggono dal Paroco ogni biennio e sono presentemente Pietro Caviggia q. Francesco e Gio Batta Moizo q. Filippo".
La sua caratteristica era quella di servire di sosta ai defunti che venivano trasportati dalla montagna e che ivi venivano provvisoriamente depositati prima della "levata" per i funerali in parrocchia. Una lapide, all'interno, ricorda questa pietosa consuetudine con queste parole: "Per il dovuto rispetto ai morti delle nostre montagne che quivi, per antica consuetudine, nel viaggio estremo fanno sosta, la pietà di un gruppo di Tagliolesi volle che la Chiesa fosse restaurata, riconsacrata e ritornata al culto il XX Novembre MCMXXXVI - XV".
Il portale, in pietra arenaria, venne rifatto nell'anno 1844, come inciso sull'architrave e, forse in quell'anno, fu pure ristrutturato l'edificio come attualmente lo vediamo.
Oggi ne ha cura il Sig. Amedeo Ferrari che, continuando una antichissima tradizione, vi allestisce ogni anno il Presepe.

 Tagliolo - San Defendente SAN DEFENDENTE

"Defende nos ab hostibus". Queste parole, scolpite sul portale di questa chiesa, ci dicono che essa fu costruita dalla popolazione tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600 per impetrare la protezione di San Defendente dalle incursioni - allora frequentissime - che le soldataglie di ventura, in guerra tra loro, solevano fare sui paesi e sulle popolazioni indifese. In diocesi di Tortona, San Defendente era invocato difesa dei borghi da queste calamità e, a Casalnoceto, è tradizione che la popolazione, nel 1642, si rifugiasse in chiesa a pregare questo Santo per essere salvata da una spedizione di soldati spagnoli; a tali preghiere, si levò una fittissima nebbia che impedì ai soldati di orientarsi; si smarrirono ed il paese fu salvo.
Nel 1670, troviamo questo oratorio così descritto: "Oratorio campestre del titolo di S. Defendente dove concorrono molte persone divote del Santo, non ha obbligo né reddito alcuno".
 Tagliolo - San Rocco Un secolo circa dopo: "San Defendente martire, senza dote, è mantenuto a spese degli eredi del Sig. Giuseppe Coppa et ha annesso un obbligo di quaranta Messe, per le quali sono destinati alcuni beni esistenti nel presente luogo, quali sono posseduti dal Sig. Gio Batta Coppa, dell'adempimento delle quali consta da Libri della Sacristia". Oggi l'edificio si presenta ancora in buone condizioni di stabilità e mantenimento. E' Cappella gentilizia della famiglia Bardazza.

SAN ROCCO

Anche questo oratorio è molto antico. Nel 1600 aveva già un reddito di sette barili di vino annui, pur non avendo obbligazioni di curia. Nel 1751 era di spettanza degli eredi di Gio Batta Coppa che ne curavano la manutenzione. Si è mantenuto abbastanza bene e, ancora oggi, lo possiamo visitare nella sua posizione suggestiva. Un affresco del Santo è dipinto sulla facciata, ma sta sbiadendo e meriterebbe un restauro.

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