Benvenuti su www.nonsoloovada.it!

Tagliolo da San Vito a San Carlo - Presentazione


Il mosaico della storiografia locale si arricchisce di una nuova tessera.
Anche se l'autore preannuncia subito, quasi a scusarsi per quanto non ha potuto fare, il limitato respiro dell'opera - non era sua intenzione scrivere la storia di Tagliolo -, il lettore non potrà che apprezzare questo primo momento di sintesi di un paziente lavoro di ricerca e di studio dedicato alle passate vicende del piccolo borgo.
L'abbondante documentazione d'archivio compulsata ed una ottima conoscenza degli avvenimenti storici dell'Ovadese costituiscono i presupposti del lavoro che, dopo i cenni storici generali, indaga ampiamente, riallacciandosi in modo emblematico al titolo ("TAGLIOLO da San Vito a San Carlo"), il campo religioso tracciando quasi monograficamente il profilo storico delle chiese e degli oratori tagliolesi.
Proprio in quest'ambito sorsero "ab immemore" e si svilupparono nel corso dei secoli i legami con Tortona, centro della vasta diocesi cui Tagliolo appartenne fino al 1803.
Labili tracce, che testimoniano come tali rapporti interessarono anche la sfera civile, è possibile individuare in due documenti del XIII secolo pubblicati da Erwig Gabotto nel "CHARTARIUM DERTONENSE":
- doc. CX. Octo. Rava de Taliolo è teste dell'atto del 16 maggio 1224 con il quale i consoli di Tortona si impegnavano a pagare mille lire ai marchesi del Bosco a saldo per la vendita del luogo del Bosco;
- doc. CLXIII. Il 3 marzo 1263 i castellani di Gavi concedono a Codebò, macellaio, ed a Paganino suo figlio, rappresaglie contro gli uomini di Tortona (e del distretto tortonese) per una rapina da questi attuata in villa de Taiono in strata publica.
Si tratta però solo di frammenti che impediscono di approfondire l'argomento che potrà essere compiutamente analizzat solo in presenza dì nuovi documenti.
Questo porta inevitabilmente ad accennare al problema degli archivi, particolarmente sentito da chiunque si sia occupato di storia locale e, in quest'ambito, dei centri minori, per i quali la documentazione, già limitata, ha spesso subito miel corso dei secoli le maggiori dispersioni.
Nel caso specifico di Tagliolo è opportuno rammentare, per un ulteriore ampliamento delle ricerche, l'Archivio Vescovile di Tortona (dal quale l'autore ha peraltro già tratto abbondante documentazione), per la ricchezza del materiale che, soprattutto in campo religioso - ma non solo per quello - vi è ancora conservato, e l'Archivio Capitolare di Tortona del quale solo le carte più antiche sono state pubblicate e che dispone di un "corpus" documentario veramente unico e pressoché inesplorato.
Per quanto riguarda gli archivi privati un cenno è d'obbligo su quello del castello di Tagliolo di proprietà dei marchesi Pinelli-Gentile, da secoli feudatari del luogo, al quale l'autore fa un breve riferimento nella prima parte dello scritto.
Non resta ora che invitare ad un'attenta lettura del volumetto. Chiarezza e linearità d'esposizione, pur in presenza di ampie citazioni di documenti originali - così gradite ai cultor di memorie "temporis acti" - rendono facile la consultazione.
I Tagliolesi sappiano dunque apprezzare fino in fondo quest'opera che permetterà loro di riscoprire le "memorie perdute" dei loro padri dimostrando come ogni "cosa" ha la sua storia, sempre nuova e sempre diversa, che merita di essere conosciuta.

Giuseppe Decarlini
Agosto 1979

|
|
|