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Curiosità stradali

di Federico Borsari - Marzo 2022


Come preannunciato tempo fa nella prima trattazione sulle strade di Ovada, oggi andiamo a vedere alcune curiosità partendo da una domanda: cosa sono gli "aggeggi" rappresentati nelle foto qui sotto?

Pulisciscarpe
(Foto: F.Borsari)

Pulisciscarpe
(Foto: F.Borsari)

Pulisciscarpe
(Foto: F.Borsari)


Se non sapete cosa sono, non c'è problema; siete "giovani" ("millennials").
Se sapete cosa sono ma non li avete mai usati, siete "anziani" come noi ("boomers", cioè cresciuti nell'epoca del "boom" economico del secolo scorso).
Se, invece, sapete cosa sono e li avete anche usati, siete (absit iniuria verbis) "vecchi".

In effetti questi curiosi "aggeggi" che si trovano posizionati accanto ai portoni di alcuni palazzi altro non sono che "pulisciscarpe", cioè servivano per pulirsi le suole delle scarpe (strifonandocele sopra) prima di entrare in casa.
Ma perchè, tanti anni fa, venivano installati questi accessori? E perchè questi curiosi accessori non si trovano nell'area della città comunemente denominata "centro storico"?
La risposta è semplice: poiché fino ad una settantina di anni fa le strade esterne al centro storico erano "strade bianche" mentre quelle situate all'interno erano nella quasi totalità lastricate o pavimentate. Di conseguenza, mentre nel centro storico quando pioveva i passanti al massimo le scarpe se le potevano bagnare, all'esterno si camminava nel fango e, di conseguenza, dopo una passeggiata era necessario provvedere a pulire le calzature dal fango e dal terriccio che vi si appiccicava.
C'era poi un altro motivo, assai importante anche quello, costituito dal fatto che nelle strade ovadesi di cent'anni fa non transitavano automobili (tranne le due o tre appartenenti alle famiglie "ricche") ed il "traffico" era costituito dai carri (corrispondenti ai moderni furgoni ed autocarri) solitamente trainati da buoi, asini e muli e dalle carrozze (a cui corrispondono le attuali automobili), trainate dai cavalli. Tutti questi animali, ovviamente, rilasciavano sulle strade i loro residui organici; questi residui venivano con una certa regolarità puliti da personale comunale appositamente addetto, ma sovente ci incappavano sopra anche i pedoni; da qui la necessità di doversi "pulire bene le scarpe" prima di entrare in casa non solo quando pioveva.

Un secolo fa... l'automobile!

Riteniamo utile, a questo punto, aprire una parentesi sulle motivazioni che portarono alla diffusione -un secolo fa- dell'automobile. Oltre ai motivi che normalmente vengono citati (enorme mobilità individuale, assoluta libertà di spostamento, incremento esponenziale della mole di merci trasportate, ecc.) ci fu anche quello di eliminare ciò che, a quei tempi, costituiva l' "inquinamento" dovuto al trasporto animale, cioè i residui organici (feci ed urine) degli animali da trazione. Per la verità, in cittadine piccole come la nostra, essi non costituivano un grande problema ma nelle grandi città il discorso era assai differente. Nelle grandi metropoli, sia europee che statunitensi, ogni giorno sulle strade transitavano migliaia di trasporti (carrozze, omnibus, carri) a trazione animale e le deiezioni erano diventate un serissimo problema di igiene pubblica. Nella foto qui sotto vediamo una trafficatissima strada di Londra nei primi anni del Novecento:

Strada Londra
(Credit: gregorystrachta.com)


Non è quindi un caso se, in quel periodo, presso gli incroci delle grandi metropoli (Londra, New York) stazionavano alcune figure che svolgevano un compito assai importante: i "crossing sweepers" (lett.:"spazzini dei crocevia") che, armati di ramazza, provvedevano a pulire in continuazione l'area di incrocio dagli escrementi e ad aiutare le persone (specialmente donne ed anziani) ad attraversare la strada, se necessario anche trasportandole a spalla.

Crossing Sweeper
(Credit: l-a-k-e.org)


Nei primi decenni del secolo scorso il problema dell'inquinamento stradale da parte dei rifiuti organici degli animali arrivò, soprattutto negli Stati Uniti, a livelli talmente intollerabili che la comunità scientifica prese netta posizione a favore dell'automobile, che non produceva alcun inquinamento "organico", e la prestigiosa rivista Scientific American fu la prima che, già a partire dall'Agosto 1898, pubblicò non solo articoli che celebravano l'automobile ma, anche, le prime inserzioni pubblicitarie in proposito:

Fai a meno del cavallo
"Fai a meno del cavallo!"
(Credit: clevelandhistorical.org)


Uno dei motivi principali, quindi, per cui l'automobile con motore termico nacque e si sviluppò cent'anni fa, fu esattamente lo stesso per cui, oggi, si sta sviluppando ed affermando l'automobile con motore elettrico: combattere l'inquinamento.
Ma non è questa la sede per una discussione su tale argomento. Ci limiteremo ad evidenziare che, un secolo fa, l'avvento dell'automobile cambiò non solo la filosofia dei trasporti ma, anche, stravolse l'assetto sociale mondiale poichè in poche decine di anni intere categorie produttive (fabbricatori di carri, sellai, stallieri, maniscalchi, fabbri-ferrai e quant'altro) scomparvero e furono sostituite da nuove categorie (officine meccaniche, gommisti, rimesse, distributori di carburanti, ecc.). Ed è assai interessante notare come anche oggi, a cent'anni di distanza e con l'avvento dell'automobile elettrica, si prospettino altrettanto importanti ed imponenti cambiamenti che muteranno -nuovamente e molto sensibilmente- l'assetto socio-economico mondiale.

Le strade "lastricate" di Ovada

Fino agli inizi del XVIII secolo, in Ovada risultavano "pavimentate" tutte le strade interne alla cinta delle mura.

strade interne alle mura
(Credit: Google Maps - Elab.: F.Borsari)


Nella planimetria qui sopra abbiamo sovrimpresso il castello e le mura (in rosso), i due antichi ponti (che risultavano ubicati leggermente più a monte di quelli attuali) e le strade interne al borgo. Abbiamo individuato:

A - Antico ponte sull'Orba;
B - Antico ponte sullo Stura;
C - Castello;
D - Porta dell'Orba;
E - Porta dello Stura;
F - Porta delle Sligge;
G - Porta di Genova.

Alcuni lettori potranno domandarsi il motivo per cui le mura (come si vede sopra) non circondassero tutto il borgo. Anche qui la risposta è semplice: i versanti affacciati verso i due torrenti (dove oggi c'è Lung'Orba Mazzini e, dall'altra parte, Lungo Stura Oddini) digradavano ripidissimi e quasi verticali verso i due corsi d'acqua, i quali a loro volta rappresentavano un'ulteriore difesa naturale contro eventuali nemici.

Il tipo di pavimentazione più utilizzato per le strade del borgo era quello del misto acciottolato-lastricato. In pratica si utilizzava l'acciottolato (pietre di fiume levigate e di forma tondeggiante posizionate una accanto all'altra sulla terra battuta) per pavimentare le parti "pedonali" mentre le lastre di pietra (squadrate e levigate nella parte affiorante dal terreno) servivano per costruire le "carreggiate" (in dialetto ancora oggi dette "carsòie") cioè venivano poste su due linee parallele al centro strada ad una distanza ben precisa quasi a formare una specie di "binario" di pietra su cui transitavano i carri e le carrozze. La distanza interna tra queste linee era esattamente corrispondente alla "carreggiata" (la distanza tra i centri delle ruote di uno stesso asse di un veicolo) con cui venivano costruiti i carri e le carrozze di quell'epoca.

Oggi buona parte di quelle pavimentazioni è andata perduta. Molte strade e piazze sono state "rifatte" mentre molte altre sono state, alla metà del secolo scorso, "ricoperte" con asfalto per renderle più adatte al transito delle automobili. Qualcosa, però, occasionalmente riaffiora dal passato; la foto qui sotto ci mostra ciò che rimane, oggi, del tratto "carrabile" della antica "Via delle Aie" che si collega con la Via San Paolo.

strade Aie
(Foto: F.Borsari)


La stessa strada presentava anticamente un secondo tratto solamente "pedonabile" (che si collegava con la Via Gilardini) che era pavimentato con l'acciottolato (fotografia del secolo scorso prima della parziale demolizione del quartiere, avvenuta nel 1958):

strade Aie


In quest'altra fotografia si può invece ben vedere come era pavimentata Piazza della Loggia Vecchia (attuale Piazza Mazzini), dove le parti laterali, riservate al transito pedonale, erano pavimentate con acciottolato mentre la parte centrale, dove transitavano carri e carrozze, era lastricata.

Piazza Mazzini


Le strade "bianche"

Tecnicamente parlando, le strade "bianche" sono strade in terra battuta prive di pavimentazione che, in molti casi, possono anche essere ricoperte di ghiaia o sassi per evitare che le ruote dei veicoli, in caso di pioggia, affondino troppo nel terreno.
Come abbiamo visto nella planimetria più sopra, fino al XVIII secolo le strade ovadesi esterne al circuito delle mura erano strade "bianche". Quelle più "trafficate" erano talvolta inghiaiate, mentre le altre erano normali strade in terra battuta. La caratteristica di queste strade, come abbiamo detto in apertura di trattazione, era quella di essere assai "polverose" quando il tempo era bello mentre diventavano estremamente fangose in caso di pioggia.
Nelle foto qui sotto vediamo alcuni esempi di strade e piazze che oggi sono "centralissime" ma che solo un secolo fa, all'inizio del Novecento, presentavano tale tipo di pavimentazione.

Via Torino
Corso Vittorio Emanuele II (ora Via Torino)


Piazza Garibaldi
Piazza Garibaldi


Piazza Castello
Piazza Castello


Fai a meno del cavallo
Piazza XX Settembre (foto Anni Cinquanta del Novecento)


Estensione delle pavimentazioni

A partire dai primi decenni dell'Ottocento, con la grande espansione demografica ed urbanistica della città ed il graduale spostamento del "centro città" verso l'esterno, si presentò la necessità di provvedere alla pavimentazione di tutte quelle strade che "servivano" le nuove zone in cui si andavano via via ad insediare grosse fette della "nuova" popolazione ovadese.
Iniziò così una progressiva operazione di pavimentazione delle strade e delle piazze che, per così dire, accompagnò l'espansione edilizia e che, per fasi successive, arrivò fino agli Anni Cinquanta del secolo scorso. Nella cartina qui sotto (ormai eliminate le vecchie mura della città) possiamo vedere come si presentava lo schema delle strade pavimentate a quel tempo.

Metà Novecento
(Credit: Google Maps - Elab.: F.Borsari)


Come si può ben vedere, risultava "pavimentata" con acciottolato/lastricato la gran parte delle strade che oggi sono racchiuse nel perimetro di quello che oggi è denominato "centro storico"; le rimanenti strade rimasero "bianche" anche se, col tempo, il loro "fondo" fu parzialmente "ammodernato" con l'adozione della cosidetta "pavimentazione a Macadam". Questo tipo di pavimentazione (che deve il suo nome all'ingegnere scozzese -John McAdam- che la inventò) era costituita da uno strato di materiale calcareo sminuzzato e compattato (cioè "schiacciato" mediante rullo compressore) sopra al quale veniva steso uno strato di pietrisco. Questo tipo di pavimentazione presentava buone proprietà di solidità ed impermeabilità, ma a partire dai primi decenni del Novecento, con l'avvento delle automobili, venne dapprima sostituito dal catrame per arrivare, nei decenni successivi, alla completa asfaltatura di tutte le strade e piazze, comprese purtroppo anche quelle lastricate (su cui venne brutalmente steso uno strato di catrame) con la sola esclusione della via Cairoli.

Qui di seguito vi proponiamo un paio di fotografie, risalenti ai primi decenni del Novecento, dei lavori di "ripavimentazione" con Macadam e/o catrame:

Piazza Castello
Piazza Castello


Fai a meno del cavallo
Lungo Stura Oddini
(la strada in costruzione sul terrapieno a sinistra è l'attuale via Gramsci)


Via Cairoli

Approfondiamo adesso l'evoluzione della pavimentazione della via Cairoli che, come abbiamo detto, è tuttora l'unica strada del "centro storico" che non è stata interessata dall'asfaltatura dei decenni passati ma che ha comunque presentato una "vistosa" modifica.

La prima pavimentazione di questa strada fu fatta esattamente come le altre, cioè con l'acciottolato per le parti pedonabili e le "carreggiate" in lastricato su cui transitavano i carri e le carrozze. Eccone una fotografia dei primi anni del Novecento:

Via Cairoli Primo Novecento


Via Cairoli Primo Novecento particolare
Particolare con evidenziazione delle carreggiate


Questo tipo di pavimentazione si collegava con le simili pavimentazioni di Piazza Assunta, ove le due carreggiate proseguivano verso Piazza Mazzini

Piazza Assunta


e, dalla parte opposta, con la Piazza dei Cappuccini, dove le carreggiate (e la pavimentazione) terminavano esattamente all'altezza dell'ingresso del vecchio "Asilo Ferrando", il cui ingresso era a fianco (a sinistra) della chiesa dei Cappuccini:

Piazza Cappuccini


Negli Anni Trenta del secolo scorso, la pavimentazione della via Cairoli venne però modificata. Le lastre che precedentemente formavano le carreggiate furono spostate ai lati della strada a formare delle specie di corsie pedonali mentre il resto della strada fu ripavimentato con le lastre di pietra che ancora oggi vediamo. Di seguito una fotografia attuale scattata esattamente dalla stessa posizione della prima precedente fotografia di questo capitolo:

Via Cairoli oggi
(Credit: Andrea Gajone)


La strada fu poi oggetto dell'intervento, avvenuto nel 1968-1969, per la posa delle tubazioni del gas di città. In quell'occasione, per posare le tubazioni, fu rimossa una fila di piastre e, per ragioni di "economia dei lavori", si prevedeva che al loro posto venisse poi steso uno strato di asfalto. Fortunatamente, le proteste dei residenti e degli esercizi commerciali scongiurarono quella sciagurata eventualità e le piastre, dopo essere state accuratamente numerate, vennero poi rimesse al loro posto.
Un ulteriore "restyling" della strada fu infine effettuato nel 1999, quando tutte le piastre vennero rimosse, fu rifatto il fondo di posa e riposizionate le piastre al loro posto. Nell'occasione furono sostituite le vecchie caditoie per l'acqua piovana, i vecchi pozzetti furono sostituiti da moderni pozzetti sifonati e furono sostituite le vecchie grate metalliche di aerazione delle cantine dei palazzi con piastre di pietra forate, maggiormente aderenti al resto della pavimentazione.

Rifacimenti

Negli scorsi ultimi decenni, molte strade e piazze del centro storico sono state "rifatte", cioè completamente ripavimentate. Una di queste è Via San Paolo della Croce, che in origine era completamente pavimentata con l'acciottolato e non presentava le carreggiate:

Via San Paolo 01


Negli Anni Cinquanta del secolo scorso tutto venne ricoperto con uno strato di asfalto:

Via San Paolo 02


Nell'estate del 1990 infine, proprio negli stessi giorni in cui si svolgevano i Mondiali di calcio "Italia 90", la strada fu completamente ripavimentata (rimuovendo sia l'asfalto che la sottostante pavimentazione originale in acciottolato) e vi furono inserite delle "finte" carreggiate, puramente decorative (il loro interasse è variabile e non corrisponde ad alcuna misura codificata per tale tipo di infrastruttura):

Via San Paolo 03


Nel 1998, invece, fu la Piazza Assunta ad essere completamente ripavimentata. In questo caso, dopo aver rimosso sia l'asfalto che la pavimentazione originale sottostante, si utilizzò una pavimentazione mista di "blocchetti" in cui vennero -anche qui- inserite delle finte carreggiate -anch'esse puramente decorative- che, nelle intenzioni dei progettisti, avrebbero dovuto "ricordare" le antiche direttrici che nella piazza convergevano (via Cairoli, via San Paolo e via Giacomo Costa/P.za Mazzini). Al centro di intersezione di queste carreggiate venne inserita una stella ad otto punte (in blocchetti scuri su fondo bianco e, quindi, esattamente al contrario rispetto alle regole dell'araldica) a ricordare la stella dell'Ordine religioso dei Domenicani che compare tuttora al centro dello stemma civico della nostra città.

Piazza Assunta oggi
(Credit: Google Maps)


Per la Piazza Assunta aggiungiamo qui una curiosità. La parte del "sagrato" della chiesa parrocchiale, cioè la parte rialzata e delimitata da tre gradini che fu realizzata nel 1934,

Piazzetta San Giovanni
(Foto: F.Borsari)

è terreno di proprietà della stessa Parrocchia e pertanto, pur non essendo -per ovvii motivi- delimitato e recintato, non fa parte del suolo pubblico del resto della piazza.

Durante l'ultimo ventennio, infine, l'attività di ripavimentazione ha interessato molte altre strade e piazze (ed anche alcuni vicoli e scalette) del centro storico, che sono state completamente rifatte. Bisogna dire che la maggior parte di questi lavori sono stati impostati, grazie anche alle documentazioni fotografiche antiche, in modo da riprenderene -più che altro in chiave decorativa- alcune delle antiche caratteristiche. Ecco di seguito alcune fotografie:

Via San Sebastiano
Via San Sebastiano


Piazza Mazzini
Piazza Mazzini
(Credit: Andrea Gajone)


Via Roma
Via Roma


Vico Ancora
Vico dell'Ancora


Vico Scaletta
Vico Scaletta


Scalinata Sligge
Scalinata delle Sligge


Questa costante opera di "rifacimento" ha portato il centro "antico" della nostra città a "cambiare faccia" ed ha riguardato anche altre strade che non abbiamo citato (Piazza Castello, Piazza Cereseto e Via Don Salvi, Via delle Sligge (parzialmente), l'intero rione delle Aie, il Borgo di Dentro, Piazzetta e Vico San Giovanni ed altre zone). Questo grande lavoro, che per la sua caratteristica di essere svolto in un lungo periodo di tempo non è stato sempre pienamente compreso ed apprezzato dagli Ovadesi, ha portato però alla perdita delle antiche pavimentazioni che, come abbiamo già detto, erano ancora ben presenti al di sotto degli asfalti. Qualcosa, come abbiamo detto in apertura, talora riemerge ancora oggi

Vecchie Pavimentazioni
(Foto: F.Borsari)


Vecchie Pavimentazioni
(Foto: F.Borsari)


ma il destino di queste vestigia antiche è segnato e, quando anche queste zone verranno interessate da futuri rifacimenti, tutto sarà irrimediabilmente perduto.
Ma c'è una piccolissima area che è stata preservata ed è precisamente questa:

Piazzetta San Giovanni
Piazzetta San Giovanni
(Foto: F.Borsari)


Si tratta del piccolo quadrato di pavimentazione in acciottolato che si trova di fronte all'ingresso dell'Oratorio di San Giovanni Battista. In occasione del rifacimento della pavimentazione dell'omonima piazzetta, si è infatti deciso che tale porzione di suolo, caratterizzata da una pavimentazione in ciottoli bicolori recante l'artistico disegno della croce Trinitaria (la dedicazione ufficiale dell'Oratorio è, infatti, alla SS.Trinità e San Giovanni Battista) dovesse essere mantenuta nella sua originalità.

Il costante lavoro di rifacimento delle strade e delle piazze di Ovada (anche se sempre caratterizzato dalle sterili polemiche dei soliti "mugugnoni" per i quali, qualsiasi cosa si faccia ed in qualunque modo la si faccia, non andrebbe mai bene) è sempre in corso e proprio in questi giorni si stanno ultimando le operazioni della ripavimentazione della Piazza Garibaldi ("i Piàsu"). Un ulteriore tassello che va ad aggiungersi alla riqualificazione urbana del nostro centro storico, che può piacere o non piacere ma che è un dato di fatto.
E chissà... forse tra cent'anni ci sarà di nuovo qualcuno che, come facciamo noi oggi, ne parlerà agli Ovadesi di domani.


- Le fotografie -salvo diversa indicazione- sono tratte dai Gruppi Facebook "Le belle foto di Ovada" di Giuseppe "Puddu" Ferrari e dell'Accademia Urbense di Ovada.