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L'organo della chiesa degli Scolopi.

di Federico Borsari - 22 Aprile 2022


Si stanno svolgendo in questi giorni i lavori di installazione di un nuovo organo presso la chiesa dei Padri Scolopi.

 Nuovo Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Federico Borsari


 Nuovo Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Federico Borsari


Negli ultimi decenni del secolo scorso si erano già svolti lavori di restauro degli organi di alcune chiese ovadesi (Oratorio di San Giovanni, Oratorio della SS.Annunziata) ma sono ormai ben centoventisei anni che in Ovada non si assisteva all'arrivo di un nuovo organo in una chiesa. Gli ultimi strumenti di nuova costruzione realizzati in Ovada risalgono infatti al 1896 e sono, precisamente, i due organi della chiesa parrocchiale, di cui uno -il maggiore sulla tribuna- è da decenni inutilizzato ed in condizioni disastrose mentre il secondo, molto piccolo e situato nel coro absidale, è stato rimesso in funzione quattro anni fa ma abbisogna anch'esso di un corposo lavoro di restauro e manutenzione.
Non può, quindi, che fare molto piacere, non solo per chi -come chi scrive- è appassionato di musica organistica ma anche per tutti i cittadini ovadesi, vedere che la sensibilità dei nostri Padri Scolopi (in particolare Padre Ugo e Padre Guglielmo), supportata dalla collaborazione di una grande parte della popolazione, rende possibile la realizzazione di un'opera di cui da anni si sentiva la necessità e che, da oggi, rimarrà a futura testimonianza di una comunità che da oltre sei secoli si è sempre ritrovata unita e compatta attorno ad una delle realtà storico-religiose più amate ed apprezzate della nostra città.
Questo avvenimento, che per molti versi si potrebbe anche definire "storico", ci ha invogliato ad approfondire sia la storia della chiesa che degli organi che in essa sono stati presenti nei secoli passati. Sulla storia della chiesa e delle sue vicende a partire dal XV secolo (a quell'epoca risalgono le prime notizie documentali, ma risulta che una chiesa fosse presente anche in precedenza) non possiamo che rimandare al corposo articolo di Gino Borsari che potete trovare e leggere QUI. Per la storia degli organi, invece, vediamo di fare di seguito un po' di chiarezza.

Prima di tutto bisogna precisare che quella che noi denominiamo comunemente come "chiesa degli Scolopi" ha una dedicazione diversa. Questa chiesa è, infatti, ufficialmente dedicata a "Santa Maria delle Grazie e San Domenico". La dedicazione a San Domenico risale, con tutta probabilità, al 1481, quando -ufficialmente- i Padri Domenicani vi si stabilirono iniziando la loro attività e fondando una scuola. La dedicazione a Santa Maria delle Grazie è probabilmente più antica e presumibilmente fa riferimento alla chiesa che già in precedenza esisteva nello stesso luogo.
L'organo, che come strumento musicale esisteva fin dai tempi degli antichi Romani (ed anche prima), venne introdotto nell'uso liturgico fin dai primi secoli del Cristianesimo ma il suo uso "abituale" nelle chiese si affermò a partire dal XIV-XV secolo dopo Cristo. E' pertanto possibile che anche nelle chiese ovadesi vi fossero presenti organi già a partire dal XVI secolo. Ovviamente, nulla si sa di questi strumenti. Le prime notizie documentali riguardo agli organi delle chiese di Ovada si trovano in qualche raro documento a partire dalla fine del XVIII secolo e da questi documenti sappiamo con sicurezza che alla fine del Settecento nell'Oratorio di San Giovanni era presente un piccolo organo e che, nello stesso periodo, l'Oratorio della SS.Annunziata era ancora sprovvisto di organo. Non si hanno notizie sulla presenza o meno di organi nelle altre quattro chiese allora presenti nella città (la vecchia parrocchia di San Sebastiano, la chiesa di San Domenico, quella di Sant'Antonio ed i Cappuccini).

L'avvenimento da cui si può prendere l'avvio per tracciare una storia "documentata" degli organi della chiesa degli Scolopi risale al 25 Aprile 1810, quando Napoleone emise il "famoso" editto di soppressione degli Enti Ecclesiastici. In quell'editto, infatti, si specificava che venivano soppressi tutti "gli stabilimenti, corporazioni, congregazioni, comunìe ed associazioni ecclesiastiche di qualunque natura e denominazione" con la sola eccezione del clero secolare.
Bisogna tenere conto che già negli anni precedenti, con l'avvento al potere a Genova della Repubblica Democratica Ligure, in Ovada (che a quell'epoca era territorio di Genova) si era tentato di "abolire" le Confraternite (che a quel tempo erano tre) ma, in effetti, ne era stata abolita solo una, quella di San Sebastiano, mentre le altre due avevano "resistito". Di fronte ad un editto imperiale, però, non si potevano trovare scuse e, quindi, il 15 Ottobre 1810, i due conventi di Ovada (quello dei Domenicani e quello dei Cappuccini) vennero chiusi, i religiosi vennero forzatamente allontanati e le strutture (chiese e conventi) vennero confiscate, entrando a far parte del patrimonio comunale.
Immediatamente dopo, tutti gli arredi, i paramenti sacri, le suppellettili e persino le campane furono venduti alla pubblica asta. Molto di quel materiale fu acquistato dal Parroco di quel tempo, Don Antonio Compalati, che provvide a metterlo al sicuro in attesa di tempi migliori, ma la maggior parte andò dispersa e con essa -ammesso che ci fosse stato- anche l'eventuale organo. Negli anni seguenti, fino alla Restaurazione, il convento dove i Domenicani avevano vissuto per trecento anni fu destinato a sede e dormitorio della Gendarmeria Francese mentre la chiesa, ormai spoglia, fu adibita a magazzino e stalla per i cavalli della stessa Gendarmeria.

Dopo la caduta di Napoleone I, il Congresso di Vienna (1814-1815) avrebbe dovuto ripristinare (la famosa "Restaurazione") la stessa situazione politico-territoriale europea esistente in precedenza, ma diverse cose furono modificate per le forti pressioni politiche dei diversi Stati che avevano contribuito a combattere l'Imperatore francese. Per quello che ci riguarda, i territori della ex Repubblica di Genova furono "aggregati" al Regno di Sardegna, passando così sotto la sovranità dei Savoia che, a questo punto, governavano sul Piemonte, sulla Liguria, sulla Savoia e, ovviamente, sulla Sardegna.
In questo panorama italico radicalmente mutato, sia il convento che la chiesa di San Domenico (che, lo ricordiamo, erano passati nelle proprietà del Comune) rimasero abbandonati per alcuni anni durante i quali l'amministrazione comunale tentò di riaprire al culto la chiesa e di affidarne la gestione ad un ordine religioso dedito all'insegnamento. I Domenicani (a suo tempo "cacciati" da Napoleone) non erano più interessati e così ci si rivolse all'Ordine dei Padri Scolopi, che deve il suo nome alle "Scuole Pie" (cioè scuole gratuite per i poveri gestite da religiosi) di cui fu fondatore a Roma, nel 1597, San Giuseppe Calasanzio, i quali accettarono l'invito e, nel 1827, riaprirono la chiesa al culto ed andarono ad occupare l'adiacente convento. E' da ricordare che lo stesso convento fu poi venduto agli stessi Padri Scolopi un secolo dopo, nel 1932, mentre la chiesa rimane tutt'oggi di proprietà comunale.

Nei decenni seguenti, i Padri Scolopi progressivamente "ricomposero" le dotazioni della chiesa, rifornendola di arredi, campane e suppellettili nuove o "recuperate" da quelle che la Parrocchia aveva a suo tempo "messo al riparo". Tra le altre cose, ovviamente, si pensò a dotare la chiesa di un nuovo organo che, però, arriverà solo nel 1887, quando si decise di affidarne la costruzione a Camillo Guglielmo Bianchi di Novi Ligure, uno dei più apprezzati organari di quell'epoca.
Camillo Gugliemo Bianchi era stato uno dei migliori operai dei famosissimi organari bergamaschi Serassi. Durante la costruzione del grande organo della Collegiata di Novi Ligure (1848) Bianchi aveva incontrato la sua anima gemella, si era sposato e, lasciati i Serassi, aveva installato a Novi Ligure una bottega organaria che proseguiva l'antica tradizione organaria serassiana non solo producendo pregevolissimi organi nuovi, ma anche occupandosi della manutenzione dei vecchi strumenti realizzati dalla grande casa organaria bergamasca.
Nel 1884 Bianchi fu chiamato in Ovada per ampliare l'organo che Serassi aveva installato nel 1825 presso l'Oratorio della SS.Annunziata. Fu in quell'occasione che i Padri Scolopi (che erano -e sono tuttora- "vicini di casa" dell'Oratorio) poterono apprezzare l'arte costruttiva di Bianchi e decisero di affidargli la costruzione del loro nuovo organo, che Bianchi realizzò, come abbiamo detto, nel 1887.

L'organo che Bianchi costruì per la chiesa degli Scolopi era uno strumento di dimensioni abbastanza modeste rispetto alla vastità della chiesa ma fu sistemato sopra una cantoria lignea che fu sistemata nel coro e questa posizione ne facilitava l'espansione del suono in tutto l'ambiente.

 Antico Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Renato Gastaldo - 1977


L'impostazione fonica era quella tipica degli organi di scuola bergamasca, ma l'intonazione era particolarmente dolce ed una buona varietà di timbri caratteristici rendevano questo strumento perfetto sia per l'utilizzo liturgico che per l'esecuzione della letteratura organistica classica italiana.
Questo strumento presentava una tastiera estesa interamente cromatica, una pedaliera inclinata di 19 note ed un totale di 18 registri, spezzati in bassi e soprani come d'uso allora.

 Antico Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Renato Gastaldo - 1977


Eccone la disposizione fonica:

Principale Bassi
Principale Soprani
Ottava Bassi
Ottava Soprani
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta-nona
Contrabbassi e rinforzi al Pedale
Bassi armonici al pedale
Campanelli
Fagotto Bassi
Tromba Soprani
Viola Bassi
Cornetto Soprani
Flauto Traverso Soprani
Ottavino Soprani
Voce Umana Soprani
Terzamano

Qui di seguito potete ascoltare il suono di quell'organo (brani registrati da Federico Borsari nell'estate dell'anno 1986):


Michelangelo Rossi (1600-?) - Toccata per Organo



Domenico Zipoli (1688-1726) - Pastorale


Purtroppo, come talvolta succede nel caso degli organi delle chiese, nella notte tra il 25 ed il 26 Novembre 1986, un incendio distrusse completamente lo strumento, danneggiando gravemente anche tutta la parte absidale della chiesa. Nelle fotografie seguenti possiamo vedere come si presentavano il coro e l'abside della chiesa dopo l'incendio. Dell'organo non rimane alcuna traccia.

 Incendio Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Renato Gastaldo - 1986


 Incendio Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Federico Borsari - 1986


Negli anni seguenti tutta la chiesa venne restaurata e vennero riportate alla luce le primitive strutture. L'organo venne sostituito con uno strumento elettronico. In seguito vennero anche approntati alcuni progetti per dotare la chiesa di un nuovo organo a canne ma, anche per i costi elevati che comporta la realizzazione di un nuovo strumento, si è proseguito fino ad oggi ad utilizzare l'organo elettronico che, peraltro, dopo oltre trent'anni di onorato servizio, inizia a presentare gravi inconvenienti di funzionamento.

All'inizio di questo anno 2022, infine, si è prospettata l'occasione di poter acquisire un "usato sicuro", cioè un organo usato e dismesso da un'altra chiesa. Si tratta di uno strumento realizzato nei primi anni del Novecento dalla ditta britannica "Jardine & Co. Ltd" di Manchester, una delle ditte organarie più antiche dell'Inghilterra che è tuttora attiva, sempre in Manchester, con il nome di "Jardine Church Organs".

 Nuovo Organo Chiesa Padri Scolopi
Foto di Pietro Corna


Questo strumento è stato fornito dall'organaro Pietro Corna di Leffe (Bg), che ne ha curato anche il completo restauro e la sistemazione timbrico-fonica.
Anch'esso, come l'organo precedente, è di modeste dimensioni ed è stato realizzato per un utilizzo prevalentemente liturgico e di accompagnamento del canto. Purtuttavia, esso presenta due tastiere, una pedaliera completa ed una disposizione fonica che consente anche l'esecuzione di una letteratura organistica di carattere solistico di discreto livello. Inoltre, qualora lo si ritenesse opportuno, questo strumento ben si presta ad ulteriori futuri ampliamenti.

Allo stato attuale è stata montata la struttura portante con il ventilatore, la manticeria, i somieri, la consolle (tastiere, pedaliera, comandi dei registri e staffa espressiva) e le canne in legno della basseria del pedale. Nelle prossime settimane verranno installate le canne in metallo, verrà regolata la trasmissione meccanica e sarà perfezionata l'accordatura in loco dell'intero strumento. L'organo, salvo imprevisti, sarà operativo ed utilizzabile verso la metà del prossimo mese di Maggio.