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La Nostra Ovada - Parte Seconda
V - L'Ospedale civile di S.Antonio


Durante la Signoria degli Spinola in Ovada (1444) venne iniziato il vecchio Ospedale di S. Antonio. Esso non ebbe alcun speciale fondatore ma sorse unicamente ed esclusivamente per volontà e per opera della popolazione ovadese.
Esisteva già fino da allora una Casa per pellegrini che serviva per viandanti in transito e che era costituita da una specie di capannone situato sullo stradale prospiciente la piccola Chiesa che gli ovadesi avevano eretto circa un secolo prima in onore di S. Antonio Abate. Il fabbricato di questa antica Chiesa esiste tutt'ora ed è una bella costruzione solida in stile romanico, con un bel portale in pietra rifatto nel 1609 da un Giovanni Antonio Gentile (come da iscrizione scolpita sull'architrave del portale stesso), e con belle finestre divise a lunette con colonnine in pietra e capitello. - Attualmente l'edificio, di proprietà del Comune, è adibito nella parte inferiore a magazzino e in quella superiore a carcere mandamentale.
Siccome la necessità di un ospizio si prospettava impellente il Vescovo diocesano di Acqui Bonifacio Sigismondi, al quale la municipalità di Ovada si era rivolta per averne un appoggio, indirizzava in quell'anno 1444, lettere commendatizie e di invito a tutti gli arcipreti e rettori della Diocesi, affinché facessero collette: "per erigere tosto un Ospedale fuora del luogo di Ovada presso la Chiesa di S. Antonio Abate, anche ad onore e gloria del medesimo Santo e per raccogliervi i poveri di Gesu' Cristo". In tali lettere il Presule concedeva quaranta giorni di indulgenza a chi: "pentito e confessato, concorresse con l'opera e le limosine alla fondazione di detto ospedale".
Gli Spinola, signori di Ovada, per parte loro donarono terreni e materiali concorrendo anche notevolmente con cospicue oblazioni in denaro.
La fabbrica si andò così elevando sul posto dove già eravi il ricovero dei pellegrini e la strada la divideva dalla Chiesa, che si trovava proprio di fronte.
Si trattava di una costruzione alquanto modesta che, più che vero e proprio ospedale era un ricovero per poveri infermi. Infatti era un fabbricato a due piani, con al piano superiore un lungo dormitorio con letti da ambedue le parti e un altare in mezzo, e al piano della strada eranvi tre stanze per i servizi. In seguito fu costruito un altro vano per venire incontro alle necessità.
Nel 1548, dietro ricorso presentato dai cittadini ovadesi, il Papa Paolo III elevò l'ospedale in Ente morale, rendendolo indipendente da qualsiasi autorità ecclesiastica e affidandone l'Amministrazione esclusiva ed assoluta ai nominati dal popolo, che assunsero il nome di Protettori. Fu appunto da allora che l'ospizio cominciò a funzionare da vero ospedale con un chirurgo, un cappellano e personale assistente.
L'antico fabbricato, parte del quale esiste ancora oggi, resse per circa quattro secoli la sua funzione, ma aumentando le necessità di ricovero ed essendo la fabbrica in condizioni non più idonee al suo scopo, l'Amministrazione stabilì, verso l'anno 1842, di erigere un nuovo Ospedale più moderno e più consono alle nuove esigenze.
Dobbiamo dire che anche questa nuova opera fu veramente sentita e voluta dalla cittadinanza che, come quattrocento anni prima aveva deciso di costruire quel primo Ospizio, ora, avendone apprezzato l'opera e l'indispensabilità, venne incontro alla decisione dell'Amministrazione con fervore e con meraviglioso slancio di carità.
L'illustre architetto novarese Alessandro Antonelli ne disegnò gratuitamente il progetto, e l'11 agosto 1842 venne posta la prima pietra.
Gli ovadesi tutti concorsero fornendo gratuitamente materiali da costruzione, legnami, mano d'opera, ecc. e molti generosi e cospicui legati furono fatti a questo scopo da cittadini abbienti e facoltosi.
Il grandioso edificio che noi oggi vediamo, conserva nelle sue linee generali esterne l'elegante linea antica progettata dall'Antonelli, ma in questi ultimi anni è stato completamente riattato e rinnovato nel suo interno con i più moderni criteri della edilizia sanitaria e può attualmente considerarsi, per ricettività, cure, prestazioni, ecc., alla pari con i più moderni complessi ospedalieri della Provincia.

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NOTE del curatore:

Il fabbricato comunale qui definito ad uso magazzino e carcere mandamentale è oggi sede del Civico Museo Paleontologico.
Questo ospedale è stato sostituito dalla nuova struttura ospedaliera di via Ruffini. Nella vecchia struttura sono ospitati uffici e servizi decentrati dell'ASL-AL di Alessandria, che oggi gestisce tutta la sanità della zona alessandrina.


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