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Famiglie e persone nella storia di Ovada - I Maineri


Il Crollalanza, nel suo "Dizionario storico e blasonico", accomuna le diverse casate Maineri di Liguria Lombardia e Piemonte, in una unica ascendenza che ritiene probabilmente originaria di Francia, desumendo questa sua tesi da affinità esistenti negli stemmi dei diversi rami.
Lo Spreti, invece, nell'Enciclopedia storico-nobiliare, pur mantenendo l'ipotesi della provenienza francese e l'insediamento nel XII secolo in Milano, ci parla diffusamente dei Maineri milanesi e liguri, soffermandosi particolarmente su quelli di Ovada. Questo illustre storico pone a capostipite comune dei Maineri di Genova ed Ovada un Antonio che fu governatore di Corsica nel 1424.
Il nostro conterraneo Ambrogio Pesce, ricercatore storico ed autore di vari saggi sulla storia delle nostre zone, in base a documenti visionati in archivi diversi e desunti principalmente dal Giustiniani e dal Roccatagliata, ci si rivela molto più preciso e si spinge ancora più indietro nel tempo. Il Pesce approfondisce questa sua ricerca per un motivo affettivo, che lo spinge a risalire la genealogia dei Maineri in omaggio alla consanguineità che lo lega alla famiglia stessa, portando lui medesimo il cognome Maineri aggiunto al suo.
Così noi sappiamo che, dei Maineri dimoranti in Milano nel XII secolo, uno, di nome Giacomo, fu Podestà di Genova nel 1194-1195. Nel 1258, da Milano, un ramo di tale famiglia venne a stabilirsi in Monferrato e più specialmente nell'ovadese. Ragione di questo trasferimento furono beni di origine feudale ed allodiali, diritti di acque e molini assegnati ad Andrea e Baruffaldo Maineri dal Marchese di Monferrato in pagamento di somme imprestategli. Questa concessione fu all'origine di una causa sostenuta più tardi, nel 1539-1540, da Giorgio ed Antonio Maineri contro il Senato di Genova e nella quale i suddetti provarono che già erano in possesso di tali diritti prima del 1390.
La famiglia ebbe quindi posizione eminente in Ovada: nel 1411, Giorgio e Paolo, fuoriusciti durante la dominazione francese, rientrarono nel borgo che era stato preso d'assedio dal Marchese di Monferrato. Nel 1447, troviamo - nella convenzione inserita nel manoscritto degli Statuti - che Mainero de Maineri, sindaco ed ambasciatore degli uomini di Ovada, assieme ad Antonio Lanzavecchia pure di Ovada, tratta i capitoli di pace dopo le guerre tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Genova a causa delle quali il territorio ovadese era stato sottoposto per diversi anni al Ducato milanese. In tale convenzione - stipulata il 4 novembre 1447 sulle sponde dello Stura, presso le mura del castello di Ovada (actum in mezzano Sturie prope mures Castri Uvade) - assieme a tanti altri arlicoli di carattere contingente, vengono salvaguardate anche tutte le garanzie che Lodrisio Mainerio e suo figlio, nonchè Ghirardo Mainerio suo fratello avevano date in Genova per la difesa del castello di Ovada. Nello stesso documento viene altresì confermata l'immunità concessa dai Genovesi ad Antonio e Paolo Maineri che risiedevano in Ovada e che avevano sostenuto per non breve tempo l'assedio in quel castello.
Sarebbe troppo lungo elencare i tanti membri della famiglia che in Genova ricoprirono cariche amministrative, politiche, civili e religiose: basti pensare che nel 1528 i Maineri furono ascritti all'albergo Pinelli, cosa che ne confermava la considerazione e la posizione eminente che avevano conseguito in quella città.
Dopo il 1500 e, almeno sino alla fine del 1700, in Ovada, li troviamo sovente citati nelle cronache locali ma, più che altro, in veste di consulenti e consiglieri. La loro azione nella vita pubblica non si manifesta più direttamente ed attivamente dentro la compagine dell'amministrazione civica, ma si limita ad una partecipazione moderatrice svolta al di fuori dell'arengo politico-amministrativo locale. Nel 1596, Bartolomeo Maineri curerà le trattative in Genova per far venire in Ovada i Padri Cappuccini; nel 1631 Antonio Mainero sarà uno dei firmatari del voto per la costruzione della Chiesa della Concezione; nel 1653 Gerolamo Mainero di Genova interporrà i suoi buoni uffici presso il cardinal Caraffa onde evitare la rimozione del convento domenicano; tutte queste cose ci confermano la loro indiretta influenza sulla vita del borgo ovadese, pur restando essi al di fuori della diretta amministrazione del borgo stesso.
Le proprietà fondiarie dei Maineri in Ovada furono sempre ingenti: a tutt'oggi i catasti napoleonici ci parlano dei loro possedimenti che si estendevano, ancora in quei tempi, su buona parte del borgo e della campagna.
La famiglia è tuttora esistente e la sua arma è così definita: "Troncato: nel primo d'oro all'aquila di nero e coronata d'oro; nel secondo scaccato di argento e d'azzurro con la fascia di rosso sulla troncatura carica di una fede di carnagione".

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