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Famiglie e persone nella storia di Ovada - Gli Adorno e gli Spinola


 ADORNO-SPINOLA Queste due grandi casate genovesi sono troppo note e troppo importanti perchè io debba qui ripetere - anche brevemente - la storia delle loro gesta che è già stata raccontata e descritta da non pochi illustri cronisti, storici e ricercatori della storia di Genova.
Dato però che le famiglie stesse ed alcuni loro appartenenti ebbero parte non indifferente nelle vicende del Borgo di Ovada, debbo, per dovere d'informazione, accennarne almeno per quanto riguarda quei personaggi che nelle cronache ovadesi sono ricordati.

Quella degli ADORNO fu una celebre famiglia di parte ghibellina che diede ben sette Dogi alla Repubblica. tra i quali Antoniotto che durante il suo secondo dogato, nel 1391, ricostruì quasi interamente il castello di Ovada, ne rinforzò le mura e ingrandì la Parrocchiale di S. Sebastiano.
I fratelli Agostino e Giovanni Adorno, che tennero il Borgo dal 1488 al 1499 e che già per antico diritto di Famiglia avevano in Ovada possedimenti, terreni ed interessi dentro le mura e fuori nei contado, fecero una politica indirizzata al benessere della popolazione apportandovi notevoli benefici; donarono ai Padri Domenicani, da poco insediatisi in Ovada, gran parte dei loro terreni per la dotazione del costruendo convento e rinunciarono, a totale beneficio degli stessi Padri, ai loro cospicui diritti sulle gabelle che si riscuotevano allora in paese per il vino.
Nelle nostre zone, gli Adorno furono altresì feudatari di SiIvano che ne portò il nome (Silvano Adorno) e ne porta ancor l'arma gentilizia sullo stemma comunale; così come furono consignori di Castelletto d'Orba.
Il loro emblema araldico è: "d'oro alla banda scaccata di tre file d'argento e di nero".

Gli SPINOLA, che troviamo anch'essi sovente menzionati nelle cronache ovadesi, fecero parte di una delle quattro famiglie viscontili maggiori che, attraverso Ido visconte di Genova nel X secolo e Oberto, fondatore della Chiesa delle Vigne, ebbero la supremazia nel governo della città durante il periodo di transizione dal dominio diretto dell'Impero fino alla costituzione del Comune.
L'altro Oberto Spinola che, nel 1290, assieme a Corrado Doria concesse le Franchigie agli Ovadesi, già nel 1265 si era adoperato affinchè il reggimento della Repubblica, invece che a dei Podestà, fosse affidato a due Capitani del Popolo e fu egli stesso, con il Doria, capitano dal 1270 al 1291.
Bartolomeo, condottiero di milizie, nel 1528 espugnò e liberò Ovada e Montaldeo dalla dominazione dei Trotti.
Gerolamo, magistrato sopra i negozi delle Comunità, diede mandato, nel 1696, a maestro Antonio Migone, perchè desse corso ai lavori della ricostruzione del ponte di Ovada sullo Stura.
Senza ricorrere ad ulteriori citazioni, possiamo ricordare che questa famiglia ebbe sempre in Ovada e nel suo territorio ingenti interessi di proprietà terriere, di cascinali, di caseggiati e di boschi.
 ADORNO-SPINOLA Nei primi anni del 1800, Giulia Spinola Fieschi portò in Ovada da Sampierdarena le Madri Pie Franzoniane, dotandole di vasti terreni e di fabbricati. (L'istituzione di questa congregazione femminile nel 1754, si deve all'Abate genovese Paolo Gerolamo Franzoni (l708-l778), cui aveva dato inizio, con una scuola di carità, Maria Nicoletta Gatti di Novi Ligure). Ancora oggi il ricordo di Giulia Spinola Fieschi è evidentemente palese negli stemmi degli Spinola-Fieschi dipinti sulla facciata del palazzo che, fino a pochi anni or sono, era sede del convitto-collegio che le Madri Pie istituirono in Ovada e che continua in altra residenza.
Il vero palazzo residenziale che gli Spinola ebbero in Ovada è quello situato in Piazza San Domenico; fu costruito nel tardo 1600 ed è oggi di proprietà dei Padri Scolopi.
Questa famiglia aveva pure un Jus-patronato nella Chiesa della Annunziata, con loggia privata direttamente comunicante con la loro residenza. A questa chiesa essi fecero dono di due grandi quadri del Luca Cambiaso raffiguranti scene della Crocefissione.
Per la costruzione della nuova Parrocchiale ovadese, nel XVIII secolo, gli Spinola collaborarono con generosi finanziamenti e l'altare a sinistra del transetto fu da essi adornato di quel bellissimo quadro di Luca Giordano rappresentante l'estasi di S.Teresa; sul frontone di questo altare si trovano scolpite in marmo le armi di famiglia che sono: "D'oro alla fascia scaccata di tre file d'argento e di rosso e sormontata da una spina di botte dello stesso, gigliata e posta in palo".

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