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Araldica Nostrana - La grande famiglia dei Cavanna.


Articolo n. 113 - Pubblicato su "l Gazzettino Sampierdarenese" del 31 Gennaio 1989

 Cavanna Tutti gli araldisti e genealogisti che si sono interessati di questo casato lo danno originario di Novi, anzi di una località del Novese denominata 'La Cavanna' dalla quale ne derivò poi il cognome. Il Beraldo, che ha approfondito più di tutti gli altri l'argomento ed il Berruti lo ritrovano già presente in Novi nel XII secolo, dove i Cavanna erano colà assai importanti per ricchezza e dignità. Godevano la supremazia sulla città e nel distretto ed erano una di quelle famiglie che durante la dominazione dei Carolingi avevano ottenuto autorità sul popolo perchè investite della potestà governatoriale. Ruffino, nel 1227, fu investito del castello del Gazzo dai Marchesi del Bosco. Per tutto il Medioevo i Cavanna perdurarono nella loro autorità e furono una delle quattro famiglie (Bianchi, Girardenghi e Pellegrini) sempre in lotta fra loro per la supremazia del potere comunale. Nel 1387 Antonio Cavanna q. Vincenzo, dottore in ambe leggi (civile e criminale) si trasferiva a Genova dove la Repubblica, in contraccambio di cessioni territoriali, gli accordava il privilegio della cittadinanza e gli concedeva l'investitura feudale sui beni da lui acquisiti sull'avito territorio.  Cavanna Egli giurò fedeltà al Comune di Genova che, nei primi anni del 1400, lo inviò a reggere, in qualità di Console, la Colonia di Caffa, indi fu Podestà di quella di Pera. L'interesse e lo zelo che lo distinsero in questi uffici lo indicarono come uno dei più sapienti giuristi del suo tempo in Genova. Che il famoso doge Paolo da Novi, decapitato nel 1507, fosse dei Cavanna è ormai tradizione smentita dai documenti, si come ha dimostrato il Marchese Marcello Staglieno negli Atti della Società Ligure di Storia Patria (Vol. XIII pag. 487 e segg.). L'Accinelli però nella sua cronologia dei Dogi e Vescovi di Genova, scritta nella seconda metà del 1700, riporta che Paolo da Nove di cognome si chiamava Cavanna e ne da anche la paternità: q. Giacomo. Lo stemma che descrive l'Accinelli è similare a quello codificato ma porta una sbarra d'oro al posto della banda d'argento ed è partito di rosso e d'azzurro con il capo dell'Impero. Nel 1528 i Cavanna furono ascritti nel Libro d'Oro della Nobiltà Genovese e furono ammessi nell'Albergo dei De Franchi. Niccolò di Gio Maria nel 1600 e Gio Batta di Gaspare nel 1629 furono Senatori in Genova.
Il Grillo poi li ha trovati presenti nella Parrocchia di Recco fino dal 1311. Dopo la prima metà del 1600 la potenza dei Cavanna cominciò a decadere anche perchè la famiglia si frantumò in svariatissimi rami con diramazioni nel Monferrato, nell' Oltre Giogo e particolarmente nel Voltrese. Lo dimostra anche la diversità degli stemmi che ogni ramo assunse in proprio e dei quali ben quattro sono stati ritrovati dagli araldisti.
 Cavanna Ogni terra sopra menzionata più sopra ebbe qualcuno dei Cavanna che si distinse in loco o come sacerdote o come professore, militare, letterato e commerciante. Il Beraldo segnala Michele e Stefano Cavanna esimi ecclesiastici della Collegiata di Novi ed il reverendo Giacomo, parroco di Begato, poi di Recco ed infine di S. Marcellino di Genova nella prima metà del XIX secolo.
Un ramo dei Cavanna esulò poi fino a Palermo ove i suoi membri si distinsero ed ebbero sepolture nella chiesa di S.Giorgio dei Genovesi.
Il De Felice, nel suo Dizionario dei Cognomi Italiani ci dice che è cognome proprio di Genova, dove ha altissima frequenza e della Liguria centrale. Deriva dai toponimi del tipo Capanna e da località caratterizzate da capanne o tettoie di paglia, rami e frasche. Lo indica altresì come cognome già presente in Genova fino dal 1202 negli atti del notaio Lanfranco A.Valario.
Nell'ovadese si distinse per le sue opere e la sua dedizione al Ministero sacerdotale Mons. Giuseppe Fiorello Cavanna, Parroco di Ovada per oltre trentacinque anni. Cameriere Segreto di Sua Santità Pio XII, Commendatore della Repubblica Italiana, insigne prelato al quale Ovada deve la fondazione del Centro per la Formazione Professionale dei giovani e che tutt'oggi è fiorente ed altamente frequentato, Mons. Cavanna fu anche membro del Comitato di Liberazione Nazionale durante la Resistenza e si prodigò in ogni modo per la difesa di Ovada e dei suoi abitanti dalle persecuzioni dei Tedeschi che minacciavano rappresaglie e distruzioni.
Lo stemma dei Cavanna è di rosso alla banda d'argento con il capo dell'Impero. Quello assunto da Mons. Cavanna èpersonalizzato con le insegne della dignità monsignorile.

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