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Araldica Nostrana - La stirpe degli Orengo.


Articolo n. 105 - Pubblicato su "Il Gazzettino Sampierdarenese" del 30 Aprile 1988

 Parodi Quasi tutti gli storici, gli araldisti ed i genealogisti che si sono occupati di questo casato lo danno originario dell'estrema riviera ligure di ponente; il Crollalanza da Pigna, lo Scorza da Ventimiglia e lo Spreti, che ne ha dato una più ampia informazione, lo dice proveniente di Provenza, arrivando a presumerlo derivante dal ceppo sovrano degli Orange.
Certamente è un casato antichissimo e lo stesso cognome, come ci informa il De Felice, è diffuso dalla Liguria di Ponente (che ne rappresenta l'epicentro) al Piemonte ed all'Emilia occidentale. Tale cognome è formato dal nome medioevale di origine germanica Orengo, documentato fin dal 1226 in Liguria nelle forme latinizzate Oarengus e, quindi Aurengus. Penetrato in Italia dalla Francia sud-occidentale, dove è abbastanza comune, è l'adattamento romanzo di un nome personale "Audharing" latinizzato poi in Audaringus di tradizione gotica e forse anche burgundica, formato dal primo elemento "Audha", che significa possesso, ricchezze, potenza, e dal secondo "Haria" (popolo in armi, esercito,come il nome longobardo Autari) e dal suffisso patronimico "Ing". Oggi però sarebbe arduo ricercarne il significato originario per la composizione di due elementi formativi onomastici ormai privi del loro originario valore semantico lessicale.
In Genova gli Orengo sono già presenti nella prima metà del XIII secolo e sono fra quelle famiglie nobiliari genovesi che ottennero, dal 1250 al 1500, dal Consiglio degli Anziani, facoltà di traffico in Genova e nel territorio della Repubblica (impiego di date somme in commerci marittimi e terrestri). Nel 1767 Gio Angelo Orengo di Gio Batta, Pasquale, suo figlio e Gio Batta figlio di detto Pasquale furono ascritti nel Libro d'Oro della Nobiltà Genovese. Nel 1896 Paolo Orengo fu Senatore del Regno d'Italia.
Il ramo di Ventimiglia, che sarà decorato nel 1771 del titolo marchionale da Papa Clemente XIV, inizia da un Ottobono che, trapiantato da Pigna nel 1494, eroga cospicui lasciti per la costruzione del Convento dei Minori Osservanti. Innumerevoli sono i personaggi che illustrano questa nobile diramazione. Vi si ritrovano Vescovi, ambasciatori, cavalieri aurati, prelati, teologi, oratori, letterati, navigatori, uomini d'arme e gli Orengo li troviamo in Austria nel XVII secolo con un Nicolò Maria, Cavaliere di Bocca dell'Imperatore ed a Roma dove si distinguono per la fedeltà sempre dimostrata verso la S.Sede. In Piemonte gli Orengo li ritroviamo sotto la protezione di Casa Savoia che aiutarono nella difesa della Contea di Nizza dai Francesi e dove acquisiscono titolo baronale. Molteplici istituzioni pie e di pubblica utilità sono dovute alla loro pietà e carità che fa brillare il loro motto, che è tutto un programma: "In Domino confido".
L'arma antica degli Orengo è: d'argento alla fascia di rosso accostata in capo da un giglio d'oro ed in punta da tre pali di rosso. Quella moderna, innalzata dai discendenti ascritti nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana con titolo marchionale è: troncato nel primo d'azzurro al giglio d'oro. Nel secondo d'azzurro a due pali d'oro con la fascia d'oro sulla partizione. Come si può notare le due figure si equivalgono e la sola differenza è negli smalti.

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