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Araldica Nostrana - La "schiatta" dei Parodi.


Articolo n. 104 - Pubblicato su "Il Gazzettino Sampierdarenese" del 31 Marzo 1988

 Parodi Il marchese Girolamo Serra, nelle annotazioni al primo libro della sua "Storia dell' antica Liguria e di Genova" edito a Torino nel 1834, annota che in Liguria "...havvi ancora de' casati i quali sembrano originari della Grecia, a cagion d'esempio i tanto numerosi Parodi...". Molto più modesto e pratico lo Scorza, nella descrizione delle famiglie nobili genovesi, segnala i Parodi originari della Polcevera fino dal 1390. Il Beraldo, infine, che si è occupato recentemente di questo casato, pur prendendo in considerazione, con molte riserve, l'antica origine greca, afferma che il cognome deriva dal territorio di Parodi Ligure presso Gavi e che i primi a portare tale cognome furono i De Parodi o Pallodio, Signori di quel territorio, che assunsero, come usava allora, il toponimo del loro feudo come cognome distintivo. Pertanto, a nostro avviso, l'origine è di molto più antica di quella segnalata dallo Scorza. Un ramo greco dei Parodi l'abbiamo però scoperto anche noi, trovando nel corso delle nostre ricerche un poeta e drammaturgo greco: Dominique Alexander Parodi (Creta 1842 - Parigi 1902) che ha illustrato il cognome in quella nazione con le sue opere letterarie e teatrali, quasi tutte in stile parnassiano e con versi in francese. Il De Felice, nel suo Dizionario, ci dice che il cognome è diffusissimo nella Liguria centrale e molto comune. E' inoltre il primo in ordine di frequenza in Genova ed è formato dal toponimo Parodi Ligure, il piccolo centro sull'Appennino Ligure Piemontese dal quale, sin dal Medioevo, vi era stata una forte emigrazione verso la zona costiera e soprattutto verso Genova sulla quale gravitava economicamente e politicamente. Ci informa altresì che i Parodi appaiono già in Savona nel 1214. In ogni caso, che l'origine dei Parodi sia greca, savonese, bisagnina o dell'Appennino Ligure Piemontese, ha importanza relativa; indubbiamente la schiatta è molto antica e la prolificità di questa progenie è stata tale, nei secoli, che ha permesso la capillare diffusione dei suoi componenti non solo in Genova e nel genovesato, ma in tutto il territorio nazionale e all'estero. Quella dei Parodi fu una razza che, particolarmente negli antichi Signori di Pallodio, se consideriamo questi come i capostipiti, seguendo l'antica legge longobarda era obbligata a dividere i suoi beni in testa ad ogni maschio; ciò portò alla formazione di infinite diramazioni ed insieme all'indebolimento della componente del parentado stesso la cui antica potenza economico-feudale venne gradualmente scemando per sempre nuovi frazionamenti che offrivano buon gioco agli intrighi ed alle insidie delle Repubbliche e delle Signorie confinanti e che furono la causa che rese oscure moltissime delle loro diramazioni. Secondo il Ricotti-Bertagnoni, gli antichi Signori di Parodi si estinsero fin dal secolo XIII e, nel 1528, Francesco, Benedetto e Giovanni Maria, fratelli Parodi, originari del castello omonimo da cui presero il nome, furono ascritti all'Albergo Pallavicino. Anche questo ramo si reputa estinto nel XVIII secolo. Restarono però i Parodi non più signori feudali ma operatori ingegnosi ed attivi nel commercio, nelle industrie, nelle attività bancarie, nelle professioni forensi, nel sacerdozio, nell'arte, nella pittura, nella scultura, nelle belle lettere, nell'artigianato ed il Cervetto, che ne tessè l'elogio nel secolo scorso, ben giustamente poteva dire: "Le nobili tradizioni del passato non sono spente nella Casata Parodi. La Pala d'Oro del lavoro che è nel loro emblema, non inoperosa per il vantaggio comune, manifesta quanto sia vero il detto 'volere è potere'.". E ditemi se non è un bel complimento.
Ed ora passiamo a segnalare alcuni personaggi che ne illustrarono il nome e lo stemma:
Giacomo Filippo Parodi (Genova 1630-1702) - Scultore. Iniziò la sua attività artistica giovanissimo come intagliatore e scultore in legno. Il patrizio Francesco Maria Sauli, che fu il suo protettore, vista la capacità e l'intelligenza del giovane, lo aiutò a trasferirsi a Roma dove, alla scuola del grande Bernini, imparò a lavorare il marmo così stupendamente da pareggiare, non di rado, lo stesso maestro. Dopo il lungo tirocinio romano durato dodici anni, ritornò nella sua Genova, artista completamente formato ed abilissimo. Uno dei suoi primi lavori in Genova fu la statua del Precursore S.Giovanni Battista, scolpita per ordine del Sauli e collocata nella Basilica di Carignano e che gli diede, insieme ad altre opere per palazzi patrizi genovesi, larga fama. Chiamato a Venezia dalla famiglia Morosini, vi scolpì l'arca del Patriarca di tale nome. Fu poi a Padova, dove lasciò, nella chiesa del Santo, il monumento Secchi e la Cappella delle reliquie e in S.Giustina la sua opera maggiore, che è la Deposizione. Tornato in Genova eseguì varie opere per le chiese ed i palazzi della Liguria. Tutte queste sue sculture sono ancora oggi ammirate e considerate di alto valore artistico da tutti gli studiosi. Morì in Genova il 22 luglio 1702 e fu sepolto in S.Teodoro dove i figli Domenico e Giovanni Battista, anch'essi scultori e pittori, posero la seguente lapide: 'D.O.M. Jacobo Philippo Parodio - Dominicus et Joannes Baptista - Patri optimo - Filii moestissimi - Vix. ann. LXXII - Quantus sculpendo fuerit - Aequa posteritatis dicet - Ob. XXII Jul. An. MDCCII'.
Bartolomeo Parodi (Genova 1731-1809) - Sacerdote. Al secolo Dionisio Parodi. Nato a Genova il 27 settembre 1731, vestì l'abito dei Minori Osservanti all'età di vent'anni. Esercitò il suo ministero con umiltà, pazienza e mortificazione e fu attentissimo alle necessità dei poveri, ai quali dedicò ogni sua attenzione e carità, particolarmente nell'assistenza ai malati. Era popolarissimo nella Genova dell'epoca, amato e venerato come un santo. Morì in Genova il 5 gennaio 1809 e fu sepolto nella chiesa del suo Ordine.
Carlo Parodi (Genova 1856-?). Generale e scienziato, Ufficiale di Artiglieria, insegnò alla Scuola di Applicazione di Torino e diresse le più importanti officine di costruzioni di artiglieria. Per la sua specifica ed alta competenza nel ramo, rese segnalati servigi durante la prima guerra mondiale.
Ernesto Giacomo Parodi (Genova 1862 - Firenze 1923) - Filologo. Dedicatosi agli studi di linguistica in generale, compì accurate ricerche sui rapporti tra il latino e l'italiano. Fu profondo studioso e conoscitore di dialetto genovese. Curò l'edizione di antichi testi di lingua, in particolare sulle opere dantesche che furono pubblicate sul 'Bollettino della Soc. Dantesca Italiana' da lui diretto.
Umberto Parodi (Genova 1878 - Roma 1928) - Medico. Professore di anatomia patologica a Cagliari e a Catania, compì importanti studi sulle malattie infettive e veneree. Sono sue diverse opere sulle patologie renali, sulle ghiandole surrenali e sulle ovaie dove descrive per primo alcuni specifici fenomeni.
Fortunato parodi (seconda metà 1800) - Tenente Generale.
Lo stemma dei Parodi è: troncato nel primo d'oro all'aquila al naturale nascente dalla partizione, beccata di rosso. Nel secondo d'azzurro alla pala di legno al naturale con il manico in giù.
E' come si dice, un'arma quasi parlante quanto all'attinenza con il cognome e significativa perchè la pala è simbolo di vita intensa e laboriosa. Il colore azzurro richiama la fermezza, la vigilanza e la fortezza d'animo. L'aquila, infine, è una concessione imperiale della quale gli antichi Signori di Pallodio furono insigniti.
Il ramo dei Parodi siciliani (Parodi-Guisino) che portano titolo ducale e marchionale e che innalzano uguale stemma, deriva dal matrimonio del precedentemente nominato Tenente Generale della Riserva Fortunato Parodi con la N.D. Maria Antonia Guisino Paternò.

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