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Spigolature su due settimanali d'epoca.


Articolo n. 85 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" del Gennaio-Febbraio 1984

 Giornali Ottocento Una fortuita combinazione ci ha fatto reperire tra vecchie carte e manoscritti alcune annate, a dire il vero incomplete ed alquanto consunte, di due settimanali editi a Torino nel secolo scorso, intorno agli anni trenta e quaranta. Trattasi del "Teatro Universale, raccolta enciclopedica e scenografica" stampato dalla Tipografia Pomba e con direzione in via Dora Grossa presso Gaetano Balbino, il cui primo numero uscì il 5 luglio 1834 e del quale è pervenuta a nostre mani soltanto una annata. L' altro, intitolato "Museo scientifico, letterario ed artistico" esce per la prima volta nel gennaio del 1839, stampato dallo Stabilimento Tipografia Fontana, Direttore C. Augusto Vecchi. Di questo le annate reperite sono il 1839, 1844 e 1845. Il formato di questi periodici è di cm. 20 per 30, con un numero annuale di 52 fascicoli di otto pagine 'in quarto' l'uno. I prezzi di abbonamento sono fissati, nel 1840, in lire sei annuali per Torino e per tutto lo Stato Piemontese e, per il ricevimento franco posta, in lire sette e settanta centesimi. Per l'estero, franco di porto e dazio, il costo sale a lire otto e cinquanta centesimi, il che, per gli anni che correvano, non era poco.
Diciamo subito che questi 'ebdomadari' (così si chiamavano allora, dal latino 'ebdomada', che significa settimana) non hanno nulla a che vedere con i nostri attuali giornali o periodici di informazione. Le loro stesse testate ce li indicano come pubblicazioni "per iniziati e per addetti ai lavori". La loro veste ed il loro contenuto sono prettamente di carattere letterario, scientifico e, per buona parte, anche storico. Non vi troviamo nè cronaca nè attualità, salvo un consuntivo mensile di notizie molto concise sugli avvenimenti nazionali ed internazionali, possibilmente non politiche e senza nessun commento. A nostro avviso, una simile rivista non era certamente troppo accessibile alla gran massa popolare che, in quei tempi, non era molto erudita, con buona parte di gente che, salvo nei centri maggiori, non sapeva nè leggere nè scrivere, se pur lo Stato Piemontese fosse allora all'avanguardia sugli altri Stati Italiani in fatto di pubblica istruzione. Eppure, dall'elenco dei numerosissimi depositari e distributori in tutta Italia ed anche all'estero, dobbiamo dedurne che il suo successo sia stato superiore ad ogni previsione ed aspettativa. Per informazione, diamo qui l'elenco dei depositari e distributori nei vari Stati Italiani ed all'Estero: Piemonte: Giannini e Fiori in Torino - Ducato di Genova: Grondona Giovanni in Genova - Sardegna: Lecca e Paucheville in Cagliari e Molinari Giovanni in Sassari - Corsica: Fabiani Fratelli in Bastia - Stati Pontifici: Lustrini Filippo in Roma e Rusconi Fratelli in Bologna - Regno delle Due Sicilie: Giachetti Carlo Luigi in Napoli - Gran Ducato di Toscana: Guglielmo Piatti in Firenze - Ducato di Lucca: Poli Martino in Lucca - Domini Estensi: Vincenzi e Rossi in Modena - Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla: Zanghieri Giuseppe in Parma - Provincie Lombarde: Piana Eustacchio in Milano - Provincie Venete: Tipografia del Gondoliere in Venezia - Stati Austriaci: Volke Federico in Vienna - Dalmazia: Battara Marina in Zara - Litorale Illirico e Ungarico: Aratti Giovanni in Trieste - Tirolo Meridionale: Marietti Giuseppe Antonio in Trento - Isole Jonie: Grollo Antonio in Corfù - Svizzera: Veladini Francesco & Compagni in Lugano. Come vediamo, la distribuzione copriva capillarmente tutto il territorio nazionale, allora ancora spezzettato e diviso, comprese le isole, i territori irredenti e tutte quelle zone dove la lingua italiana era comune, parlata e capita da tutti. Questi fascicoli settimanali erano pertanto un messaggio di italianità che, partendo dalla risorgimentale Torino, si irradiava in tutta Italia, precedendo e forse preparando quei moti che iniziarono il processo luminoso e glorioso dell' unità nazionale. Non per nulla, le colonne portanti redazionali di entrambi questi periodici erano Luigi Cibrario, Angelo Brofferio, il conte letterato e storico Tullio Dandolo, il poeta francese Augusto Barthelemy che, coadiuvati da una folta schiera di valenti scrittori, tra i quali Cesare Augusto Vecchi, Giorgio Brandi, Luigi Ferrero, Carlo Avalle, Luciano Scarabelli, Pier Agelo Fiorentino, Giuseppe Sacchi, Gaetano Valeriani e P.L. Muzio, davano a questo foglio un'impronta di particolare e spiccato interesse didattico, divulgativo e pubblicistico alle non poche materie trattate.
 Giornali Ottocento Leggendo però oggi questi fogli, riscontriamo che la lingua italiana usata, scritta e parlata in quei lontani anni ci appare subito diversa, piuttosto ostica e difficile, perchè troppo infarcita di arcaismi, di accademismo settecentesco e, pertanto, ancora lontano dalla salutare e manzoniana "risciacquatura in Arno". Ma ciò non toglie che, abituandocisi con un poco di buona volontà, si possano gustare appieno i bei racconti storici, le graziose poesie, l'accurata descrizione dei monumenti, di opere d'arte, le numerose biografie di italiani illustri, i viaggi in paesi lontani con le vivaci figurazioni di usi, costumi, tradizioni e folklore, nonchè dotte dissertazioni di scienze naturali, di botanica, di ornitologia, di geologia, di geografia politica e fisica, di astronomia.
Non mancano peraltro, e sarebbe strano se fossero mancate, le cronologie storiche dei fasti piemontesi e di Casa Savoia; brani scelti di prosa e poesia straniera, informazioni precise sui nuovi ritrovati della scienza e della tecnica; il tutto corredato da una dovizia di illustrazioni che, in un'epoca nella quale la fotografia non esisteva ancora, non potevano mancare in un periodico che non soltanto doveva informare con la parola scritta, ma anche rendere evidente con disegni e figurazioni ciò che esponeva. E qui possiamo spaziare in una numerosa serie di incisioni, su stampi tipografici in legno, eseguite da valenti artisti che ci riproducono non soltanto paesaggi, vedute, monumenti, ritratti, ecc. ma che, con particolare maestria, ricopiano fedelmente, con il tratteggio, anche i maggiori capolavori dell'arte pittorica nostrana e forestiera. Insomma, una 'rivista' che, ancora oggi, non mancherebbe di una sua attualità pubblicistica e di nozionistica divulgativa.
Chiudiamo questa nostra esposizione riportando alcune parole degli editori che, nell'agosto 1839, affidando la nuova direzione a Luigi Cicconi, sottolineano gli scopi e le finalità di questo precursore dell'editoria periodica piemontese: "...inserire sovente scritti degli uomini più illustri d'Italia. Mettere in luce autori italiani antichi e moderni non abbastanza conosciuti, e talor conosciuti più dagli stranieri che dai nostri. Pubblicar de' versi sopra utili argomenti. Trattar di tanto in tanto le scienze severe, ma cercar di piacere ad ogni sorta di lettori, e coltivar in ispecial modo l'intelletto e il cor delle donne. Studiar la letteratura e le arti col metodo filosofico che si usa nelle Università di Francia e di Germania, metodo che va fatto italiano. Far conoscere l'Italia e l'Europa, armonizzarle insieme (1) sia per le cognizioni, sia per la storia, sia per la pittura de' costumi. Mostrar di tempo in tempo il progresso letterario, artistico, scientifico che ha luogo in Francia, Alemagna, Inghilterra, Italia (2) ed altri paesi e darne un parere. Alla fine poi de l'anno dar in un giornale francese de' più acreditati il ragguaglio dei principali lavori della Rivista e far particolare menzione di quegli Scrittori che maggiormente vi cooperano.".
Il che, come programma preventivo di un periodico di centocinquant'anni fa non era nè poco nè, tanto meno, facile.

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NOTE del curatore:

1) E' interessante vedere come, prima ancora di fare l'Unità d' Italia, già si pensasse ad una specie di Europa Unita, per lo meno in campo letterario ed artistico. Ed è alquanto sconfortante constatare che ancora oggi, nel 2019, quest' unione non si sia ancora completamente realizzata!
2) Come si vede, in questo editoriale l'Italia veniva già considerata, a tutti gli effetti, una nazione unita alla pari delle altre grandi nazioni europee. Alla faccia di tutti quei distributori sparsi nei vari Ducati, Granducati e staterelli vari!

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