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Nomi strani delle strade di Ovada.


Articolo n. 3 - Pubblicato su 'Voce Fraterna' del Maggio-Giugno 1967

In Ovada abbiamo delle belle strade; strade antiche che, con i loro nomi, evocano personaggi e avvenimenti storici; strade moderne, diritte ed ordinate e strade tortuose, strette; hanno però tutte una loro fisionomia caratteristica, che le rende piacevoli ed interessanti. I nomi delle strade di Ovada sono talvolta ostici e quasi sconosciuti alla maggior parte dei cittadini che ben difficilmente sanno spiegarsi l'origine di certi strani nominativi.
Non voglio qui fare una ricerca storica sull'etimologia dei nomi di tutte le strade ovadesi; desidero invece soffermarmi su alcune strade intitolate con definizioni inusitate; in quanto alle altre che portano nomi di personaggi ovadesi lontani nel tempo e nel ricordo, ne parlerò in un altro articolo.
Un tipico esempio di nome stranissimo e di cui, malgrado approfondite ricerche fatte in proposito, non mi è riuscito di trovare la spiegazione è quello di una stradina trasversale, con archivolto iniziale, tortuosa e breve che congiunge l'attuale via Roma con la nuova Piazzetta dell' Olivo. Nella toponomastica cittadina si chiama ufficialmente VICO BUTTA' e dai vecchi ovadesi veniva chiamata in dialetto anche 'Giru de i Papa' (giro del Papa). Cosa poi c'entrasse il Papa non si sa.
In Archivio Comunale, in vecchi documenti dell'epoca napoleonica si trovano molti riferimenti all'antico forno che ancora oggi funziona, rinnovato, in tale stradetta, però esso, che probabilmente è il forno più antico di Ovada, viene sempre genericamente localizzato come "il forno sito in Borgo Vecchio", senza nessun'altra precisazione e senza alcun riferimento alla viuzza dove trovasi posto. D'altra parte, il nome 'Buttà' non si trova mai citato nei tanti documenti che ho visionato.
Mancando pertanto una spiegazione logica per un nome così strano, è giocoforza rimettersi alle ipotesi, e cioè che la definizione 'Buttà' sia venuta più tardi e più praticamente dall'uso di indicare in tale strada qualche bottega di bottaio (che in ovadese si dice 'Butè') od una zona dove i fabbricanti di botti avevano dimora. Pertanto, dall'antica indicazione dialettale 'Carugiu di Butèi' o 'de i Butè', qualche solerte funzionario genovese addetto alla toponomastica del borgo è probabile abbia tradotto letteralmente il Butè dialettale nell'impensabile de intraducibile parola 'Buttà' che, in ultima analisi, si identifica nella quasi uguale parola genovese 'u Butà' che ha lo stesso significato ed indica la stessa professione.
Un altro esempio di nome strano, ma questo molto più significativo e giustificativo, e nello stesso tempo servente per indicare una funzione ben precisa è quello di VIA VOLTEGNA. 'Voltegna' è la variazione attuale dell' antica 'Strada Voltinee' (strada dei Volti) che si ritrova negli antichi documenti ovadesi. La strada era in origine formata da case con molte volte, cosa che si rileva ancora attualmente malgrado le variazioni apportate nei secoli. In tale strada si svolgevano i mercati e gli archivolti servivano a riparare i mercanti e le mercanzie nei giorni di pioggia (1).
In questa strada in antico sorgeva anche una porta della citta, la 'Porta delle Sligge'. Quella che oggi è una strada (VIA SLIGGE), nel 1600-1700 era soltanto una località posta sullo strapiombo franoso che scendeva al torrente Orba. Le attuali vie Oddone e Lung'Orba Mazzini, che oggi sottostanno a via Sligge, sono di costruzione molto recente, formate per la maggior parte con materiali e terra di riporto, provenienti dalla demolizione del vecchio castello. Nei secoli passati il torrente scorreva quasi lambente la rocca sottostante via Voltegna e tutto il terreno era franoso e soggetto a slittare verso il basso. Di qui la parola prettamente dialettale ovadese che dice 'sliggia' per indicare una frana. La porta che, uscendo dal borgo vecchio, si trovava all'altezza dell'attuale inizio di via Voltegna, immetteva in tale località di campagna ed è di qui che venne poi la denominazione alla strada che andò ivi sorgendo.
Cosa dovremmo poi dire del romanticismo al quale gli ovadesi si ispirarono, intitolando due delle loro piccole strade all'Aurora ed alla Luna? Infatti noi abbiamo ancora oggi due brevi vicoli che in antico erano chiamati 'Strada dell' Aurora' e 'Strada della Luna' (oggi più semplicemente VICO AURORA e VICO LUNA). Sono entrambi aperti ad Oriente e da essi lo spettacolo dell'alba nascente e del sorgere della Luna da dietro la rocca di Tagliolo doveva essere così suggestivo (come d'altra parte lo è ancora oggi) da volerlo ricordare nei punti dai quali lo si poteva ammirare.
Infine, se qui vogliamo ricordare ancora nomi di strade che avevano un significato preciso e di indicazione, possiamo citare: il VICO DELL' ARCHIVOLTO che per buona parte della sua lunghezza è coperto da una lunga volta portante le case sovrastanti; il VICO DELL' ANCORA che indicava l'esistenza in fondo alla strada di un'osteria appunto chiamata 'dell' Ancora'; l'antica 'Contrada dei Cappuccini', oggi Via Cairoli, che portava al convento Cappuccino, la VIA SANT'ANTONIO, con relativa Porta, che prende il nome dall'antica chiesa dedicata a tale santo, ancora oggi esistente (2) ed, infine, il VICO DEL DAZIO, subito dietro l'abside dell'antica parrocchiale di San Sebastiano, dove anticamente erano poste le garitte dei gabellieri.

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NOTE del curatore:

1) Altri esempi di come poteva essere allora tale strada si possono avere dal Vico dell' Archivolto e dal Vico dell' Ancora, anch'essi citati nell'articolo, in cui sono ancora esistenti archivolti del tutto simili a quelli un tempo esistenti nella Strada Voltinee.
2)Trattasi del fabbricato, ora di proprietà comunale, attualmente adibito a Museo Civico Paleontologico. Nonostante le trasformazioni avvenute nel tempo, ancora oggi è visibile dall'esterno l'originaria forma della chiesa, in stile romanico.

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