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Tagliolo da San Vito a San Carlo - La Cappelletta


 Tagliolo - La Cappelletta Sulla vecchia strada che da Ovada porta a Tagliolo, proprio sul culmine e a strapiombo sulla rocca dello Stura, passava, nei tempi antichi, il confine tra la Repubblica di Genova e i Feudi Imperiali. In questo punto vi era una piccola edicola o cappelletta di devozione che serviva di sosta ai viandanti ma che manteneva una sua speciale prerogativa feudale: quella del diritto di asilo.
I fuggiaschi delle vicine terre liguri trovavano in questo luogo - sempre che riuscissero a raggiungerlo - l'immunità e una relativa sicurezza.
La strada era - come è tutt'oggi - franosa e soggetta a slittamenti che non poche volte la interrompevano e, con il passare dei secoli, era diventata quasi impraticabile.
Nel 1772, Maria Teresia Gentili Pinella, Contessa di Tagliolo per favorire il comodo passaggio a tutti e sollecitata dalle popolazioni interessate, faceva selciare e riparare a sue spese questa strada e, a distanza di circa settant'anni, nel 1841, Francesc Rivarola, vedova del Marchese e Conte Giuseppe Pinelli-Gentile, nell'intento di compiere un pio desiderio del marito, ampliava la primitiva cappella devozionale, ricavandone quel tempietto che sarebbe poi diventato la cappella tombale gentilizia dei Pinelli-Gentile.
Le lapidi che ricordano questi fatti, sono tutt'ora murate sul frontone del piccolo tempio.
Quando, nel 1867, a Tagliolo venne il nuovo Parroco Don Giovanni Battista Pizzorni di Rossiglione, le cose stavano a questo punto. Don Pizzorni, uomo colto, studioso e dinamico, si dette subito da fare per sistemare nel miglior modo possibile la sua nuova parrocchia.
Già nel 1869 aveva provveduto a completare il concerto delle campane facendone fondere altre e le aveva sistemate su campanile parrocchiale e avrebbe, in seguito, riparato la chiesa di S.Vito e l'oratorio di S.Benedetto. Vi era poi - a distanza di due secoli - ancora l'adempimento del voto da compiere e cioè la costruzione della nuova chiesa. A questo provvide nel 1871 facendo progettare e costruire, adiacente l'antica cappella gentilizia e in posizione eminente e ben visibile da Tagliolo e da tutta la zona circostante, quel bell'edificio a croce greca che oggi noi vediamo e chiamiamo la Cappelletta di Tagliolo. Volle fosse dedicato a N.S. delle Grazie, quale Santuario della devota implorazione e perenne riconoscenza dei Tagliolesi alla Signora del Cielo, apportatrice di tutte le grazie.
La struttura architettonica di questa chiesa ci dimostra ch il pensiero di Don Pizzorni era di farne un tempio degno della intitolazione che gli veniva data. Un progetto di decorazione, ancora oggi esistente, eseguito da un certo Adelino Giorgi nel 1896, ce lo presenta ricco di statue, di stucchi, di marmi e di dorature che, purtroppo. non furono mai eseguite (le statue che vediamo oggi, sono di ottima esecuzione, ma di gesso e si può pensare che siano state i modelli di quelle che si sarebbero poi dovute eseguire in marmo).
La pietà popolare, nei suoi primi anni, fece di questa chiesa la meta di pellegrinaggi e di fedeli provenienti da tutta la Valle dell'Orba. Molte grazie furono acquisite per l'intercessione di N.S., come ci provano i numerosi quadri di "ex voto" che, con la loro semplicità espressiva, ci ricordano l'antica fede dei tagliolesi e delle popolazioni di Ovada e dintorni.
L'edificio, situato in posizione piuttosto isolata e che è stato non poche volte visitato dai ladri, ci si presenta oggi, a distanza di cento e più anni dalla sua costruzione, in condizioni di precarietà e di abbandono e abbisognerebbe di essere restaurato almeno nella strutturazione interna e nella copertura del tetto.
L'attuale Parroco sta facendo il possibile per riportarlo al suo antico decoro e speriamo che, con l'aiuto della popolazione, egli possa riuscire nel suo intento.
Un opuscoletto, oggi introvabile, scritto proprio dal Parroco Pizzorni e intitolato: "Brevi cenni storici del Santuario di N.S. delle Grazie fra Tagliolo e Ovada", stampato nel 1902 in Sampierdarena presso la Scuola Tipografica Salesiana, ci fornisce ulteriori ragguagli sulla costruzione di questa Chiesa.
Esso ci dice che nella località dove già sorgeva l'antico tempietto affluiva, per antica consuetudine, sempre molto popolo devoto per venerare la piccola Madonnina che era collocata nella vecchia Cappella. Era sorta allora la necessità di edificar una chiesa che potesse contenere un maggiore numero di persone e, nello stesso tempo, di adempiere, almeno parzialmente, all'antico impegno del 1630.
Il progetto fu affidato all'Ing.Cav. Michele Oddini di Ovada che eseguì un disegno di "Santuario svelto ed elegante di cui i volti e le cupole si appoggiassero sopra leggiadri e forti colonnati". La posa della prima pietra avvenne il 21 Giugno 1871, giorno del giubileo pontificale di Papa Pio IX. Erano presenti i Sindaci, i Parroci e i Sacerdoti di quasi tutti i paesi dei dintorni con folta rappresentanza delle popolazioni. Il Rettore delle Scuole Pie di Ovada, Padre Luigi Leoncini, fece il discorso di circostanza, dopo di che i fratelli Marchesi Pinelli-Gentile chiusero con calce, entro la pietra fondamentale, la pergamena ch ricordava l'avvenimento. In chiusura della cerimonia fu impartita la speciale benedizione appositamente inviata dal Papa.
Come gia era avvenuto per altri edifici votivi, le popolazioni di Tagliolo, di Ovada e dei paesi vicini accorsero con devoto fervore e figliale entusiasmo portando a spalle pietre, legnami ed altri materiali da costruzione. Speciali benefattori del Santuario furono i Marchesi Pinelli-Gentile, la Marchesa Battina Franzoni che alcuni anni dopo avrebbe fondato l'Ospizio Lercaro, il Sacerdote Vincenzo Torrielli già benemerito per l'edificazione dell'Ospedale di Ovada, che pagarono la mano d'opera dalle Fondamenta al tetto ed, infine, le popolazioni di Tagliolo e di Ovada che fecero il resto: "provvedendo il materiale nella unione di tutte le braccia e di tutti i cuori e compiendo l'opera con le loro elemosine".
Le statue, se pure in gesso, - e pensiamo siano i modellidi quelle che, in seguito, avrebbero dovuto essere in marmo - furono eseguite, con valente maestria, dallo scultore savonese Antonio Brilla. Esse rappresentano N.S. delle Grazie, S.Carlo Borromeo Patrono di Tagliolo, S.Paolo della Croce Patrono nato di Ovada, San Rocco protettore dei pellegrini e dei malati di contagio e San Isidoro protettore degli agricoltori e contadini.
Questo nuovo Santuario fu benedetto e aperto al culto il 28 Agosto 1875 dal Vescovo di Acqui, Mons. Giuseppe Maria Sciandra e, durante le solenni celebrazioni centenarie di San Paolo della Croce in Ovada, nell'ottobre dello stesso anno, fu visitato da molti Prelati, Vescovi ed Arcivescovi.
Sia durante il periodo della sua costruzione che in seguito, innumerevoli furono le offerte di argenti, di quadri dipinti per grazie ricevute ed altri ricordi di favori straordinari ottenuti per intercessione celeste. Migliaia di persone vi convennero nel Febbraio del 1887 da tutti i paesi dei dintorni per ringraziamento di essere rimasti illesi dal violento terremoto che aveva scosso la zona appena una settimana prima, il 23 Febbraio, non provocando alcuna vittima.
Il Parroco Pizzorni, nella sua esposizione, riporta alcune testimonianze scritte di persone note, quali l'Avv. Vincenzo Pesce di Ovada e della Signora Luigia Pesci di Ovada, vedova del Ministro Giacomo Costa e di altri ancora che ci confermano la fede e la estrema fiducia di tutti nella intercessione di N.S. delle Grazie.
Infine, ci fa una completa relazione del furto di Vasi sacri col SS. Sacramento, avvenuto nella notte del 6 Giugno 1892. I Vasi, con le Particole consacrate, furono trovati miracolosamente intatti, la mattina seguente, in un boschetto distante pochi passi dalla Cappelletta. Il ritrovamento avvenne durante la celebrazione della Messa e furono due ragazzi di Tagliolo: Noè Roveta di Luigi e Ferrari Domenico di Gervasio che, casualmente, li scoprirono nascosti sotto alcune zolle d'erba, vicino ad una siepe che cingeva una vigna, quasi sul ciglio della rocca fra due olmi.
Una lapide, ancora oggi visibile, ricorda l'avvenimento nel posto dove avvenne: "Qui nascosti sotto l'erba - Vasi sacri col SS.Sacramento - che mani violente rapirono - dal Tabernacolo del Santuario - la notte della 2.a festa di Pentecoste 1892 - furono al mattino prodigiosamente ritrovati - Acclamando Clero e Popolo Maria - Madre di tutte le grazie".

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