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Spunti di Storia Ovadese - L'organo della nostra chiesa.
(articolo di Federico Borsari)


 Organo Parrocchia La chiesa parrocchiale di N.S. Assunta in Ovada fu aperta al culto nell'anno 1801, subentrando all'antica parrocchiale di San Sebastiano, che era stata dismessa e chiusa al culto qualche anno prima per motivi di inagibilità.
Il primo organo che vi fu installato risale al 1827 e fu realizzato dalla famosissima casa organaria Serassi di Bergamo. Di questo strumento, che era di dimensioni abbastanza grandi, sappiamo che era posto su di una tribuna sovrastante il portale centrale di ingresso. Questo organo venne restaurato una prima volta nel 1861 dall'organaro Sala, anch'esso di Bergamo. Al 1877 risale un documento della Fabbriceria in cui si approva un progetto per il "restauro dell'organo grande" della parrocchia da parte dell'organaro Piacentini di Modena. La dicitura "organo grande" ci suggerisce l'ipotesi che già allora nella chiesa esistessero almeno due organi, di uno dei quali, purtroppo, nulla è dato sapere. Non sappiamo se Piacentini fece il lavoro; sappiamo, però, che lo stesso Piacentini cinque anni dopo costruì l'organo dell'Oratorio della SS.Trinità e S.Giovanni Battista, sempre in Ovada.
Le vicende dei nuovi organi della chiesa parrocchiale hanno inizio nel 1893 quando, con apposito verbale di Fabbriceria, viene affidato all'organista titolare, Pietro Peloso, l'incarico di reperire le migliori ditte per una totale rimessa a nuovo dell'organo della Parrocchia.
Nel mese di Maggio di due anni dopo il Peloso, espletata con accuratezza la sua indagine di mercato, presenta alla Fabbriceria le sue conclusioni, che vedono nella ditta Bossi di Torino la soluzione migliore. Nel preventivo proposto alla Parrocchia, Carlo Vegezzi Bossi "si impegna a dare un organo rispondente a tutte le esigenze dell'arte moderna, costruito pressoché intieramente di materiale nuovo, non prendendo dall'attuale organo che quel poco di utilizzabile che vi possa essere.".
 Organo Parrocchia A questo proposito, tornando ai giorni nostri, si può rilevare che Bossi in effetti riutilizzò poi alcuni registri del vecchio Serassi e, a detta di alcuni organari che in più riprese hanno visitato lo strumento negli anni passati, pare che l'intero Ripieno del "Grande Organo" (corrispondente alla prima tastiera) sia di origine Serassi. Il costo dello strumento previsto da Carlo Vegezzi Bossi era, allora, di diecimilaseicento Lire, circa cinquantamila Euro attuali.
Risulta che la riunione di Fabbriceria di quella sera durò molto a lungo e l'atmosfera si fece presto surriscaldata. Molti non si trovavano d'accordo sul tipo di organo, altri erano scettici sul prezzo e tutti, in definitiva, stavano discutendo di un tipo di strumento che non avevano ancora visto né udito e che, in effetti, difficilmente riuscivano a comprendere per via della sua novità tecnico-fonica. Questa "ignoranza" (nel senso letterale del termine) è testimoniata dagli appunti che il segretario della seduta prese quella sera. Tra questi ci sono alcune richieste da rivolgere al Bossi tra cui "Il Salicionale? Cosa è?" e, ancora, "La Commissione desidera che si lasci il Timpanone attuale" e "Possibilmente lasciare i Campanelli". Queste richieste e perplessità ci dimostrano quanto il periodo dell'organo italiano "operistico" dell'Ottocento avesse condizionato la sensibilità artistica e di quanto sconcerto portassero nell'ambiente organistico italiano le novità tecnico-foniche dei nuovi organari.
Il Maestro Peloso, uomo di mondo e buon mediatore, riuscì a mettere d'accordo tutti mentre il Bossi, da parte sua, assicurò di lasciare il Timpanone, i Campanelli ed altre cosette, guardandosi poi bene, in seguito, dal farlo effettivamente.
 Organo Parrocchia Il 4 Novembre 1896 veniva così stipulata la Scrittura Privata, che prevedeva la consegna dell'organo finito per la Pasqua dell'anno seguente, con una penale di cento Lire per ogni settimana di ritardo sulla consegna.
A questo punto iniziarono i lavori che, peraltro, subirono diversi imprevisti e contrattempi che faranno si che lo strumento venga consegnato otto mesi dopo la data stabilita.
La colpa dei ritardi è attribuibile in egual parte al Bossi ed alla Fabbriceria. Carlo Vegezzi Bossi in quei mesi stava ultimando altri quattro strumenti (tra cui quello del Teatro Costanzi di Roma - che diventerà poi "Teatro dell'Opera di Roma") a cui teneva certamente di più. La Fabbriceria, per parte sua, cambiava spesso e volentieri idea sul numero dei registri, sul loro tipo o su diverse soluzioni estetiche.
Tra questi problemi il primo fu la cassa entro cui sistemare lo strumento. Si era stabilito che sarebbe stata mantenuta la cassa del Serassi preesistente con due aggiunte laterali entro cui sistemare le canne di pedale. Bossi richiese le misure della cantoria ma alcuni Fabbriceri ipotizzarono la sostituzione completa della cassa. Altri, ovviamente, erano contrari e la discussione si protrasse per diverso tempo, al punto che Bossi, nel Dicembre 1896 invia una nota alla parrocchia dicendo "Dunque ho assoluto bisogno di sapere al più presto, e senza fallo prima di Natale... Come hanno deciso la costruzione della cassa per l'organo nuovo: se resta l'attuale cassa o no?... Senza di queste assicurazioni io non posso proseguire il lavoro.".
La sera stessa la Fabbriceria si riunì e la risposta fu che "La cassa resta quella che abbiamo, con le necessarie aggiunte laterali.".
 Organo Parrocchia Un secondo problema fu la scelta tra i mantici tradizionali tirati a mano oppure l'installazione di un motore. Bossi propone diversi tipi di motore, tra cui un modello a gas di città ed un altro elettrico di costruzione tedesca. Tassativamente, però, esclude il modello a petrolio, avvertendo "Niente a petrolio, niente a benzina, perchè quello fatto venire qualche settimana fa per Sartirana dalla Inghilterra, di primaria fabbrica e costato non poco... Messo a posto in una stanzetta apposita, agiva benissimo ma la puzza andava malissimo, in modo che tutta la chiesa diventava odorosa, pestifera, al punto che fu subito tolto e rispedito via; tutta quella puzza passava dal buco dove la cinghia scorre dal motore alla puleggia dei mantici.".
Non essendo a quel tempo la parrocchia ancora dotata di impianto elettrico e non esistendo in Ovada il Gas di città, furono scelti i mantici tirati a mano. Il motore, elettrico, verrà poi installato nel 1903, fornito dalla ditta Garrone di Ovada, quando verrà costruito l'impianto elettrico.
Nel frattempo, iniziati i lavori e cominciandosi a vedere i primi risultati, vi furono altri positivi sviluppi sul fronte della disposizione fonica. In effetti il Maestro Peloso offrì di tasca sua due registri, il "Salicionale" e la "Viola Gamba", il Parroco Don Binelli pagò il "Bordone 8" alla pedaliera mentre una colletta tra i fedeli rese possibile l'aggiunta dell' "Eufonio". Tutto questo, ed il fatto che la Fabbriceria ormai era molto soddisfatta del lavoro, induce il Bossi a scrivere, nel Luglio 1897, che "Mi fa grande soddisfazione vedere come l' Onorevole Fabbriceria abbia deliberato di completare l'opera.".
Intanto, vuoi per gli intensi contatti, vuoi per una giusta dose di spregiudicatezza, i rapporti tra Bossi e la Fabbriceria diventano quasi amichevoli, al punto che in due distinte occasioni l'organaro chiede anticipi sul pagamento finale, giustificando le richieste con una temporanea mancanza di fondi. Il 7 Luglio 1897 richiede tremilatrecentonovanta Lire affermando "Come sapranno, ho fatto il rilievo delle merci fabbrica Trice di Quarto al Mare (fabbrica organi inglese); il tutto ammonta a circa 25.000 Lire, di cui oltre 10.000 ho pagato all'atto della cessione... Ora... avrei proprio bisogno per sabato 16 corrente di L. 3390 che mi mancano per soddisfare urgente impegno.". La seconda richiesta è del 2 settembre in cui richiede un anticipo di "Lire 2000, che devo fare un pagamento sabato senza fallo - essendo una scadenza di cambiale pagabile in oro su Parigi - e non posso fare a meno.".
Finalmente, verso la metà di Settembre, il nuovo organo fu pronto per il collaudo, di cui si incaricò personalmente il Maestro Pietro Peloso che, seduto alla consolle, sottopose lo strumento ad un attento ed accurato esame che si concluse con il seguente resoconto: "Il sottoscritto, invitato dal Rev. Parroco a dare il mio giudizio sull'organo restaurato dal Bossi, posso dichiarare che il lavoro di detto organo fu eseguito lodevolmente in conformità del contratto. Il somiere dell'organo è ben costrutto secondo il sistema moderno proprio del fabbricante che è garantito da strassuoni o da altri inconvenienti. Tutta la meccanica e la tastiera è pronta ed agilissima sia nel piano come nel fortissimo sicchè può prestarsi fedelmente a qualsiasi bizzarria del suonatore. Il ripieno semplice, che costituisce la parte più interessante dello strumento, unisce alla dolcezza e chiarezza dei suoni, anche la robustezza, dimodochè, amalgamato ai registri di concerto, forma maestoso il complesso dell'organo.".
Ma uno strumento di tale fatta doveva essere adeguatamente inaugurato. Chi chiamare per il concerto di inaugurazione?
 Organo Parrocchia Diversi grandi organisti dell'epoca vennero contattati. Tra questi Giovan Battista Polleri di Genova, Remondi e, addirittura, Filippo Capocci di Roma. Ma quando si seppe che Marco Enrico Bossi, appena rientrato da una tournée in Germania, stava trascorrendo un periodo di vacanza a Como, si decise di chiamare lui, stanti anche i buoni rapporti che correvano tra lui e Carlo Vegezzi Bossi. Quest'ultimo, infatti, così scriveva alla Fabbriceria: "Il Bossi (celebre Bossi organista) non si potrebbe mai avere a meno di L. 900 ed anche più. A Torino Carmine ebbe L. 900, a Roma L. 800, a Padova 600, ma ora che è in campagna in vacanza, sarebbe facile ottenere che con sole 200 Lire venga. Tanto più se lo domandassi io come amico, ne sarei quasi sicuro.".
E così fu. Per un compenso di duecento Lire, il grande Marco Enrico Bossi, organista e compositore di fama internazionale, considerato unanimemente il padre della moderna scuola organistica italiana, Sabato 25 Settembre 1897 tenne il concerto di inaugurazione del nuovo organo della chiesa parrocchiale di Ovada. Il 20 settembre, in poche righe tirate giù a matita ed indirizzate alla moglie di Carlo Vegezzi Bossi, che lo aveva pregato di inserire il suo "Studio Sinfonico" (uno spettacolare pezzo di bravura in cui la parte riservata al pedale raggiunge vette di alto virtuosismo) nel programma del concerto, Marco Enrico Bossi così si esprimeva: "Sta bene aggiunta Studio Sinfonico - metta ancora la benedizione Nuziale di Sgambati. Il 24 sarò ad Ovada ma non so precisarle l'ora.. Certo non sarà prima di mezzogiorno.". Dalle cronache dell'epoca sappiamo che, oltre a questi brani, egli eseguì anche brani di Johann Sebastian Bach, tra cui la celeberrima Toccata e Fuga in Re Minore, ed altre sue composizioni tra cui la Marcia Festiva e l' Entrata Pontificale. Il successo del concerto fu enorme e venne riportato anche sulla stampa nazionale mentre moltissime persone vennero in Ovada appositamente da Torino, Genova e Milano per ascoltarlo.
La bontà della realizzazione ed il successo del concerto soddisfecero moltissimo la Fabbriceria, che liquidò al Bossi tutto il compenso, commissionandogli anche la fornitura di un piccolo organo da sistemare nel coro della chiesa per l'accompagnamento delle cerimonie minori. E' in questo modo che la parrocchia di Ovada entra in possesso del suo secondo organo, un piccolo organo di tipo "corale", a suo tempo costruito dalla fabbrica di Georg William Trice e fornito dallo stesso Carlo Vegezzi Bossi che, come abbiamo già più volte ricordato, aveva rilevato la fabbrica ed il magazzino di Trice.
Nel 1914 lo stesso Bossi provvederà ad una ripulitura e risistemazione dell'organo grande mentre, nel 1926, a cura della ditta Pansera di Torino, verrà sostituita la consolle e la parte trasmissiva. La parte fonica (canne) rimarrà, comunque, sempre quella originale del Bossi 1896.
Non risulta che dopo quell'intervento, a parte saltuari interventi di riparazione, siano stati effettuati altri lavori di rilevanza. Dopo il secondo conflitto mondiale gli organi non sono mai più stati sottoposti ad interventi di restauro e/o riparazione, a parte un paio di interventi minimi negli Anni Settanta, che peraltro hanno interessato alcune delle poche parti ancora funzionanti. E' da rilevare, in effetti, che già nel 1969 lo strumento presentava una percentuale di funzionamento non superiore al 50%, percentuale che è andata scendendo nel corso degli anni fino a quando, a causa dell'impossibilità di proseguire l'utilizzo dello strumento, è stato acquistato un organo elettronico.
Per ciò che riguarda l'organo corale Trice, dopo aver scampato una vendita ad altra chiesa nel 1926 (si parlava di sostituirlo con un armonium), essendo uno strumento con trasmissione meccanica, è rimasto funzionante, pur con diversi malfunzionamenti, fino a quando non è stato adottato l'organo elettronico sopra citato. Da quel momento anche questo strumento non ha più fatto sentire la sua voce.

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