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La Nostra Ovada - Parte Seconda
IX - La Parrocchiale di Ovada dedicata a N.S. Assunta


 Parrocchia dell'Assunta - Disegno
Fra le Chiese di Ovada si erge maestosa la Parrocchiale. D'ordine composito, con due alti campanili svettanti nel cielo e l'armoniosa cupola, è uno dei più bei monumenti ovadesi. Sovrasta e domina la città con la sua grandiosa mole e ci ricorda la volontà e l'attività operosa degli ovadesi antichi che la vollero e la costruirono.
Verso la fine del 1700 la popolazione del borgo era di molto aumentata e il borgo stesso andava via via espandendosi. La vecchia parrocchia di S.Sebastiano, vetusta di circa dodici secoli, non poteva più rispondere convenientemente alle necessità della popolazione, né si dimostrava altresì più atta al suo scopo, sia per la capienza che per la decadenza dell'edificio stesso.
Date le circostanze, i reggenti della cosa pubblica pensarono alla costruzione di una nuova chiesa che rispondesse meglio ai nuovi bisogni; e l'idea venne accolta con giubilo dal popolo, per cui non fu difficile porre in atto tale deliberazione che, sottoposta al Serenissimo Senato della Repubblica dì Genova, ne ebbe la piena approvazione ed incoraggiamento.
Lo stesso Doge di allora Giambattista Cambiaso, in segno di sua particolare benevolenza, inviava al Prevosto dì Ovada Gio Guido Perrando, una cospicua somma con lettera autografa di incitamento e di lode.
Venne così approvato un progetto presentato da Gio Antonio Delfrate da Campagnano (Como), valente disegnatore che si ispirò sul tipo della Chiesa di N. S. delle Vigne in Genova.
Iniziati gli scavi per le fondamenta nel 1771, vennero essi sospesi per causa di un franamento che avvenne nella rocca sottostante l'abside della costruzione. Ripresi i lavori un anno dopo, venne posta la prima pietra il 2 settembre 1772 dal M.R.P. Gerolamo Durazzo S.J. che si trovava nel borgo in Missione.
E' interessante a questo proposito riportare quanto dicono gli antichi documenti che ci precisano che entro la prima pietra fu posta una preziosa reliquia della Croce incassata in un'«"urna di cristallo con due medaglie, e sul tutto fu posta una lastra di ottone di forma circolare fatta a bulino con l'iscrizione seguente: D.O.M. - Ad R.P. Hieronimus Duratius S.J. hic peragens Missionem, primum lapidem posuit anno 1772 die 2 Septembris".
I documenti dell'epoca riportano i nomi dei Signori Ufficiali, Sindaci e testimoni e del notaio che presenziarono a detta cerimonia: Notaio Antonio di Bove - Ufficiali della Comunità: Gio Batta Molinari di Sebastiano - Domenico Miroli di Giovanni - Andrea Rufino q. Pietro e Domenico Bono Ufficiale illetterato; Sindaci: Not. Tomaso Bottaro q. Gio Franco - Gio Batta Rossi q. Pier Franco; Testimoni: Antonio Rossi di Pier Franco e Francesco Dania di Domenico; e il documento continua: "... e siccome per operare quanto sopra è stato necessario ripulire lo scavo delli fondamenti che erasi in parte riempito di terra nel decorso del passato inverno, perciò si sono dovute fare due giorni avanti a detta funzione il ripulimento sopradetto sotto la direzione di Maestro Antonio Frate, direttore e capo d'opera di detta Chiesa e del quale è il disegno...".
Ben venticinque anni durarono i lavori per la costruzione, perché l'opera venne compiuta alla fine del secolo e il Tempio benedetto nel 1797; aperto al culto e consacrato nel 1801 da Mons. Della Torre Vescovo di Acqui e dedicato a N. S. Assunta e S. Gaudenzio.
In poco più di 160 anni dalla sua costruzione ad oggi, la nostra Parrocchiale ha avuto sette Parroci; se non vogliamo contare Gio Guido Perrando che ne fu il propugnatore, ne gettò le fondamenta, iniziò la fabbrica e lasciò, alla sua morte, una cospicua somma per la continuazione dei lavori.
Francesco Antonio Compalati, ovadese di razza purissima, fu il primo vero Parroco dalla sua apertura al culto nel 1797 fino al 1836. Egli fu l'uomo che ne terminò la costruzione e iniziò la pavimentazione in marmo.
Anch'egli, come il suo predecessore, dedicò l'intera vita e le sue sostanze familiari nell'opera di abbellimento. Una lapide posta sui muri esterni dell'abside (in Piazzetta Sligge che, per un certo tempo, è stata intitolata al suo nome) ne ricorda la vita e l'opera.
Ferdinando Bracco provvide alla decorazione interna con le pitture della volta, elevò il secondo campanile (quello cosiddetto delle ore), fornendolo dell'orologio che, ancora oggi funziona ottimamente, e completò il frontone della facciata. Vittorio Binelli, parroco di preclare virtù e di ineffabile carità. Mons. Emanuele Mignone, elevato poi ad Arcivescovo di Arezzo, che, dotò il tempio delle bellissime vetrate colorate e vi fece costruire il primo impianto di riscaldamento. Il Rev. Teologo Luigi Leoncini che la resse fino al 1932 con una oculata amministrazione e con sapiente cura pastorale. Mons. Felice Beccaro, oggi Vescovo di S. Miniato, che indì in Ovada il Congresso Eucaristico del 1937. Ed infine l'attuale Mons. Fiorello Cavanna, al quale si deve l'alto merito di avere, in concordanza con il suo ministero pastorale, propugnata, costruita e messa in esecuzione in Ovada la grandiosa opera del Centro di Addestramento professionale di arti e mestieri, dove i giovani ovadesi e del circondario possono avere un insegnamento altamente qualificato che fa di essi degli ottimi specialisti in materia.
La Chiesa vanta quale sua maggiore opera d'arte il maestoso altare maggiore in marmo costruito su disegno dell'Antonelli e la grande tela del pittore Luca Giordano raffigurante l'estasi di S. Teresa. Questa tela venne donata al tempio dalla famiglia dei Marchesi Spinola, che contribuirono alla erezione di un bellissimo altare in marmo, che porta ancora sul frontale le armi della famiglia medesima.
Degno di nota per armoniosità di stile e ricchezza di fregi e dorature è il palco ed il complesso dell'organo, che è stato recentemente dichiarato monumento nazionale dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. La scultura dell'Assunta, titolare della Chiesa, pregevole opera in marmo del Cacciatore e altri diversi dipinti di minor valore artistico ne completano l'ornamento.

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NOTE del curatore:

La lapide commemorante la consacrazione della chiesa si trova subito a sinistra dell'ingresso laterale di sinistra della chiesa.
La successione dei Parroci ha poi visto succedersi il Can. Francesco Ramognini, alla cui morte (1974) è succeduto in reggenza temporanea per un breve periodo il Sac. Severino De Faveri. Il Vescovo ha poi nominato un gruppo di quattro rettori il cui coordinatore è stato il Sac. Giovanni Valorio. Alla morte di Don Valorio, la titolarità della Parrocchia è passata a Don Giorgio Santi, che l'ha retta fino a Settembre 2018. Attualmente la Parrocchia di Ovada è retta dal Sac. Maurizio Benzi.
Nei decenni scorsi sono state effettuate diverse opere di manutenzione e restauro. E' stato installato un nuovo impianto di riscaldamento ad aria forzata, il concerto di campane è stato dapprima completato con una quinta campana e poi completamente automatizzato, l'orologio meccanico è stato sostituito con un moderno meccanismo elettronico, sono state restaurati gli affreschi delle volte, è stato rifatto l'impianto elettrico e si sono restaurate le artistiche vetrate della navata e del transetto.


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