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La Nostra Ovada - Parte Seconda
VI - Gli Oratori e le Confraternite di Ovada con le loro opere d'arte


I due Oratori ovadesi della Trinità e S. Giovanni e dell'Annunziata, sono stati certamente fondati nella stessa epoca (XVI secolo), quando in Ovada vennero istituite le due confraternite che ne portano il nome. I documenti che sono agli archivi delle rispettive sedi, infatti, non risalgono oltre il 1500.
Le confraternite, di ispirazione puramente ligure, avevano, oltre lo scopo prettamente religioso e di culto, anche quello della misericordia, della assistenza e del mutuo soccorso. Venivano confermate con bolle pontificie ed avevano privilegi e guarentigie che ne facevano delle vere e proprie entità morali e giuridiche che, ancora oggi, sebbene in forma di molto più attenuata, sono riconosciute dallo Stato e dalle Autorità religiose. Si reggevano con amministrazione propria, i membri della quale venivano legalmente eletti per votazione di tutti gli appartenenti al sodalizio, e stipen-iavano un cappellano fisso che era preposto a tutte le attività del culto.
Avevano proprietà terriere ed immobiliari e ricevevano donazioni, lasciti testamentari e offerte varie da quei loro iscritti che avessero potuto e voluto farlo (donazioni e lasciti che andavano ad inserirsi ed aumentare il patrimonio del sodalizio stesso).
In Ovada, giacché in quell'epoca, il borgo cominciava già ad espandersi oltre le vecchie mura, e si distingueva in borgo vecchio fino alle mura antiche (ancora oggi in parte chiamato Borgo di Dentro), e borgo nuovo oltre quelle; le due confraternite fondarono le loro sedi e Oratori ognuna in un borgo diverso. Così troviamo S. Giovanni in borgo vecchio e l'Annunziata in quello nuovo, con relativa appartenenza dei confratelli a quello che per ubicazione era situato più vicino alla sua casa.
Era certamente una forma di divisione che non mancò di avere i suoi inconvenienti e che talvolta creò fazioni e rivalità che dovettero essere appianate con l'intervento dell'Autorità ecclesiastica. Naturalmente questa specie di campanilismo, era un incentivo alla emulazione ed alla competizione, intese ben s'intende sotto la forma migliore, tanto è vero che se oggi le due confraternite possono vantare il miglior patrimonio artistico esistente in Ovada, questo lo si deve a questa specie di gara nell'abbellire ed ornare le loro Chiese con quei capolavori d'arte che, gelosamente conservati, oggi noi possiamo ammirare.

Fino al XVI secolo, sul posto ove ora sorge la Chiesa dell'Oratorio di S. Giovanni, trovavasi una cappella cimiteria ad uso di monaci, i quali anticamente vi avevano un attiguo convento. Verso la metà del 1500 tale cappella venne convertita in Oratorio che fu dedicato al Precursore e dopo anche alla SS. Trinità. Alla fine del 1700, quando fu chiusa al culto la vecchia Parrocchia di S. Sebastiano, la Confraternita ne acquistò la navata destra per ampliare l'oratorio e costruirvi quello scalone che oggi porta al piano della Chiesa stessa, che in tempi più antichi aveva accesso direttamente dai locali della Confraternita.
La Chiesa, come ben dice il Bima in un suo articolo apparso sulla rivista La Provincia di Alessandria nel marzo 1965, "con quel suo scalone che sembra preparare all'ascesa e che dà una sensazione di isolamento a chi sta per terra", è in stile leggermente barocco e gaia per forme e per colori. Sul voltone dell'altare maggiore trovasi un bellissimo affresco figurante l'entrata in Paradiso del Battista al cospetto della SS. Trinità, con quattro lunette ai lati rappresentanti i quattro Evangelisti. Quest'opera, la migliore in Ovada del suo genere, vi venne dipinta nel 1770 dal Canepa da Voltri, ma la trasandata manutenzione del tetto vi ha recato guasti notevoli che sarebbe necessario ormai riparare. Il gruppo statuario ligneo della decollazione del Battista, è il miglior lavoro forse del Maragliano. In esso, la drammatica eloquenza delle singole figure anima la scena nel suo assieme e mette in evidenza la possente personalità dell'artista che seppe raggiungere le più alte vette della sua arte. Il crocefisso del Bissoni, di stupenda fattura e di mirabile espressione, è celebre per la perfezione dello studio anatomico, e l'inimitabile volto del Cristo sofferente, lascia in chi lo guarda, una attonita stupefazione di fronte ad una così alta interpretazione veristica.

L'Oratorio dell'Annunziata sorge dove, probabilmente, fino al 1500 trovavasi una più piccola costruzione adibita più che altro alla devozione e che fu completamente rifatta ed ampliata in quel secolo.
La Confraternita che la riedificò - intitolata alla SS. Annunziata - si chiamava anche "dei turchini" dal colore delle cappe indossate dai confratelli. La Chiesa, più piccola del S. Giovanni, ma più ricca di movimento di fregi e di ornamenti, è in sé più raccolta e più mistica.
In essa è conservata la più bella opera pittorica esistente nella città; si tratta del trittico o ancona su tavola attribuito al Brea o alla sua scuola.
Raffigura l'Annunciazione, e lo stupendo giuoco delle luci e dei colori, unito alla grazia delle figure, rivela la somma valentia dell'artista. In questi trascorsi anni è stato sapientemente restaurato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti che lo ha restituito all'antico splendore. Anche questa Confraternita possiede un gruppo statuario ligneo del Maragliano. E' pure esso una Annunciazione e, sebbene composto di due sole figure, quella di Maria e dell'Angelo, conferma la mano insuperabile del Maragliano che, particolarmente nella figura della Madonna, ha saputo infondere una soavità di espressione e una gentilezza e leggiadria di atteggiamento ben difficile da eguagliare.
La casa dei Marchesi Spinola che un tempo aveva nella Chiesa una loggetta di proprietà, comunicante con il vicino palazzo gentilizio, donò alla Confraternita due grandi quadri del Luca Cambiaso, che ancora oggi si possono ammirare sulle pareti laterali. Sono scene della Crocefissione ed in essi si rileva un disegno purissimo ed un assieme grandioso ed armonico di luci e di colori che ne fanno due dei più bei dipinti oggi esistenti in Ovada.

Entrambe le Confraternite, custodiscono per le solenni festività e processioni titolari, una terna ciascuna di bellissime mazze capitolari, dette pastorali, in puro argento cesellato che sono capolavori di argenteria del XVIII secolo. Interessanti dal lato artistico e folkloristico, sono le cappe che i confratelli indossano durante le solenni processioni: sono rosse per il S. Giovanni con tabarri in velluto nero tutti ricamati in oro; e azzurre con gigli dorati e tabarro in velluto cremisi con variazioni d'oro per la Annunziata.
In Ovada, fino ai primi anni del 1800 fiorì anche una terza confraternita detta di S. Sebastiano che aveva sede in Borgo Ripa. Da quando fu soppressa, non se ne hanno più notizie nei documenti. Resta però in Ovada radicato il culto di S. Sebastiano che viene, tradizionalmente, festeggiato il 20 gennaio.

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NOTE del curatore:

Negli ultimi decenni le due Confraternite hanno intrapreso un'accurata opera di restauro sia delle strutture che delle opere d'arte custodite nei rispettivi Oratori. Sono state restaurate le casse lignee (che hanno formato il piatto forte anche di una mostra dedicata al Maragliano svoltasi in Ovada nel 2005), gli organi e gli affreschi.
Indubitabilmente, ancora oggi le due Confraternite, forti della loro storia e tradizione, risultano profondamente inserite, radicate ed attive nella realtà sociale della città.


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