Benvenuti su www.nonsoloovada.it!

Breve storia della Radiologia presso l'Ospedale di Ovada.

Omaggio al Dott. Domenico Gualco

di Federico Borsari - Gennaio 2021


Il 12 Dicembre 2020 ci ha lasciati il Dott. Domenico Gualco, uno e sicuramente il più conosciuto ed apprezzato dei protagonisti della radiodiagnostica ovadese del secolo scorso.
Amico di famiglia (mia madre era molto fiera del fatto di aver condiviso con lui le vicende quotidiane del "piccolo mondo" di Via Sant'Antonio dove entrambi crebbero e divennero adulti e di averlo tenuto in braccio, lei già ragazzina e lui ancora bambino), persona buona, generosa, gentile e sempre disponibile ma anche professionista serissimo, preciso, attento, con grande passione per il suo lavoro e dotato di una carica di umanità sincera derivante dalla sua grande ma mai esibita signorilità temperata dalla "scuola della strada", scuola che allora accomunava tutti, ricchi e poveri, e che creava una vera comunità di vita e di intenti.

Il Dott. Domenico Gualco, come abbiamo detto e come tutti gli Ovadesi di una certa età ricordano, è stato uno dei protagonisti dell'evoluzione della tecnica radiodiagnostica in Ovada e tutti noi, prima o dopo, siamo passati, anche solo per una banale distorsione, sotto le apparecchiature radiologiche del Vecchio Ospedale Sant'Antonio, apparecchiature di cui egli era padrone assoluto assieme alle sue fidate assistenti.
"Sono andato a fare i raggi da Gualco" era una frase che non racchiudeva timore od apprensione e veniva pronunciata da tutti con lo stesso tono e significato di "sono andato a prendere un caffè con Gualco"; in pratica, insieme al radiologo, si andava a trovare un amico, un amico di cui fidarsi e che sapeva sempre trovare le parole giuste anche nei casi più difficili.
Oggi è cambiato tutto e quando ci si deve sottoporre ad esami di radiodiagnostica (ma ormai questo termine è vecchio; ora si parla di "diagnostica per immagini") di una certa rilevanza, soprattutto se ci si deve recare in grandi centri ospedalieri, non si trova più il radiologo-amico, bensì una schiera di personaggi sconosciuti, distanti, talora algidi nella loro pur notevole professionalità tra cui non sappiamo più distinguere il medico dal tecnico e che, in ogni caso e senza curarsi dei nostri sguardi interrogativi e spesso preoccupati, a fine esame ci daranno sempre e comunque la stessa risposta: "Passi a ritirare il referto allo sportello tra tre giorni", ovviamente dopo -ça va sans dire- aver regolarmente pagato il ticket.

La scomparsa del Dott. Domenico Gualco, inutile sottolinearlo, ha suscitato grande commozione in tutta la città e, a maggior ragione, in noi che, memori della pluridecennale amicizia famigliare nonché delle "scorribande" serali giovanili in compagnia del figlio Pino (diventato in seguito anch'egli Dottore in Radiologia e tuttora attivo presso il nostro Ospedale), abbiamo pensato di rendergli un dovuto omaggio andando a ricercare le tracce della storia della Radiologia negli Ospedali di Ovada, quella storia di cui egli è stato assoluto protagonista. Ma, prima di tutto, un po' di Storia con la esse maiuscola, che non guasta mai.


Breve storia della Radiologia

La storia della Radiologia ha una data esatta d'inizio: 8 Novembre 1895. Quel giorno Wilhelm Conrad Röntgen, fisico tedesco, mentre stava sperimentando un'apparecchiatura a raggi catodici (si, proprio un "tubo catodico" come quelli che erano presenti nei televisori del secolo scorso) si accorse che esso generava anche radiazioni non previste e, soprattutto, che queste radiazioni non erano mai state osservate in precedenza, in pratica fino ad allora sconosciute. Ma quello che stupì maggiormente il fisico fu che queste radiazioni erano in grado di "attraversare" il corpo umano e, ancora, che le stesse potevano essere "fermate" (o, meglio, completamente assorbite) da metalli pesanti (ad esempio il piombo).
Un'altra caratteristica di queste radiazioni (che egli definì "Raggi X" perchè, come è noto, con la lettera "X" si definisce "l'incognita", cioè la cosa non ancora conosciuta) era quella di attraversare il corpo umano in modo differente. Se i raggi attraversavano agevolmente i tessuti molli, altrettanto non facevano con le parti di differente e maggiore consistenza e, ancora meno, riuscivano ad attraversare le ossa. Durante le sue sperimentazioni, Röntgen fece molte prove e, tra queste, anche quella di mettere una lastra fotografica di fronte al tubo catodico, farvi appoggiare sopra la mano della moglie e... fare la prima radiografia della storia.
Per questa sua scoperta Röntgen, il 10 Dicembre 1901, ricevette il Premio Nobel per la Fisica ma già da pochi mesi dopo la sua scoperta si era aperta nel Mondo la "caccia ai Raggi X" e la loro utilizzazione, soprattutto in campo medico, e neppure sei mesi dopo la scoperta, nella Primavera 1896, erano già decine i "radiologi" che utilizzavano questa radiazione per effettuare le prime radiografie, che spesso inviavano a Röntgen per sottoporle al suo giudizio (tecnico, ovviamente, non certo clinico). C'è da sottolineare, a questo proposito, che Röntgen, come altri grandi studiosi che misero gratuitamente le loro scoperte a disposizione del Mondo (uno per tutti: Albert Sabin), non volle brevettare la sua scoperta.

Roentgen
Wilhelm Conrad Röntgen

Negli anni seguenti la radiografia divenne la "nuova frontiera" della medicina (anche di guerra, poiché durante la Prima Guerra Mondiale venne ampiamente utilizzata negli ospedali per poter individuare con precisione i proiettili (di piombo) nel corpo dei feriti) e nei primi decenni del Novecento si moltiplicarono gli studi radiologici sia privati che ospedalieri.

Prime Radiografie
Come venivano effettuate le prime radiografie

Ovviamente, le apparecchiature di quei tempi non erano molto sofisticate e, soprattutto, non si conoscevano ancora bene gli "effetti collaterali" di quelle radiazioni (che, si scoperse poi, non erano tanto dissimili dalle radiazioni ionizzanti che si sarebbero in seguito verificate con le reazioni atomiche). In quell'epoca la classica apparecchiatura per "fare le lastre" era costituita da una struttura verticale, solitamente in legno, in cui era sistemato il tubo catodico che emetteva le radiazioni e, di fronte ad una distanza prestabilita, una struttura dove veniva sistemato il "visore", cioè una lastra sensibile alle radiazioni su cui su poteva osservare il corpo del "paziente", che veniva fatto sistemare nello spazio tra il tubo e la lastra. Il medico, solitamente, per osservare bene la "lastra", si sedeva di fronte ad essa e, così facendo, si beccava in faccia tutto il fascio di raggi. Per questo motivo, furono decine i medici ed i radiologi che in breve tempo morirono per questa continua e ripetuta esposizione alle radiazioni (i sintomi che essi presentavano furono in seguito confrontati con quelli di persone esposte a radiazioni nucleari e, fondamentalmente, risultarono uguali).

Raggi X nel 1910
Apparecchiatura per radiografia nel 1910

Ma ben presto, una volta accertate queste pericolose caratteristiche, si adottarono adeguati rimedi, che consistevano in camici e/o grembiuli di pesante caucciù foderati con sottili lamine di piombo che riuscivano a fornire ai medici ed ai radiologi una discreta protezione, così come si iniziarono ad adottare schermature strutturali per ridurre la propagazione dei raggi al di fuori delle aree predisposte. Nello stesso tempo, anche la tecnologia fece grandi passi avanti, uno dei quali fu lo studio e la realizzazione di apposite strumentazioni (le cosidette "guide d'onda") che permettevano di indirizzare il fascio delle radiazioni solo verso determinati punti, consentendo, da una parte, di andare ad "esplorare" solo ben determinate parti del corpo umano e, dall'altra, di ridurre maggiormente il pericolo di esposizioni accidentali.

Ma il periodo di maggiore evoluzione, per quei tempi, della tecnologia radiologica fu tra gli Anni Venti e gli Anni Trenta, quando si costituirono industrie (per lo più in Germania e Negli Stati Uniti) che producevano specificatamente apparecchiature radiologiche e che arrivarono ad un livello di qualità e sicurezza a quell'epoca veramente notevole. Fu proprio in quel periodo che in tutto il Mondo tutti i maggiori ospedali si dotarono di uno o più "gabinetti" radiologici in grado di soddisfare le molteplici esigenze di una scienza medica che si stava evolvendo molto rapidamente e che, tra l'altro, iniziava ad utilizzare i raggi anche come metodo di cura, la cosidetta "radioterapia".

Raggi X nel 1920
Laboratorio Radiografico negli anni Venti/Trenta del Novecento

Qui in Italia fece storia l'inaugurazione, avvenuta il 21 Aprile 1936 (Natale di Roma) alla presenza -nientepopodimenoche- del Duce, delle nuovissime apparecchiature radiografiche e radioterapiche (peraltro costruite da una ditta "italianissima", come era di prassi autarchica allora) presso il Policlinico (inaugurato nel 1906 e poi denominato "Umberto I" in onore del Re che aveva posto la prima pietra nel 1888) di Roma. Da notare come la tecnologia di quei tempi si fosse spinta molto avanti, tanto che le sofisticate e potentissime apparecchiature radioterapiche dell'Umberto Primo abbisognavano di una corrente elettrica della tensione di ben ottocentomila Volts.
Qui di seguito il video celebrativo, con tanto di marcetta militare in sottofondo:


Video Inaugurazione Radiologia Umberto I di Roma - 1939
(Istituto Luce - Roma)


Ma anche in altre parti d'Italia (e senza video né marcette militari) gli Ospedali si stavano dotando di attrezzature all'avanguardia ed Ovada non fu da meno, poiché fu proprio verso la fine degli Anni Trenta che nel nostro ospedale (quello vecchio, "di S.Antonio") fece il suo ingresso una nuovissima apparecchiatura radiologica.
E qui inizia la nostra storia.


Domenico Gualco

Domenico Gualco nasce in Ovada, nella casa di famiglia in via Sant'Antonio, letteralmente a tre passi dall'omonimo Ospedale (trovate la storia di questo Ospedale QUI) il 12 Febbraio 1924. Dopo la prima infanzia, trascorsa - come era d'uso allora e come abbiamo già sottolineato - assieme agli altri ragazzi della zona, frequenta la nuovissima Scuola Elementare di Via Fiume, anch'essa ad un tiro di schioppo e che era stata ultimata nel 1927, quando egli aveva tre anni. Come tutti i ragazzi di famiglia agiata di quei tempi, frequenta il Ginnasio presso i Padri Scolopi in Piazza San Domenico e, poi, il Liceo Classico di Novi Ligure. Nel contempo, unitamente agli studi, coadiuva la famiglia nella conduzione della ben avviata attività di produzione e commercio di acque gasate e birra.
Ragazzo sportivo, nutre una grande passione per la bicicletta da corsa che utilizza per effettuare le consegne delle bibite presso i bar della zona e talvolta, durante i seguenti anni di studio presso l'Università, anche per recarsi a Genova. Unitamente alla bicicletta, il giovane Gualco nutre una sana passione per l'equitazione, che ama praticare scendendo a cavallo e sgroppando attraverso i prati che si trovavano nella zona ove oggi scorre la Via Gramsci.

Giovane Gualco a Cavallo
Il giovane Gualco a cavallo nei campi ove oggi scorre la Via Gramsci

Nel 1942 si iscrive, dicevamo, all'Università di Genova intraprendendo gli studi di Medicina. Durante gli anni del secondo conflitto mondiale viene "arruolato" per un anno come Assistente di Sanità Militare ed infine, il 29 Luglio 1948, consegue la Laurea in Medicina e Chirurgia. Anche quel giorno, come tanti altri in precedenza, il neo Dottore Domenico Gualco si presenta alla cerimonia di consegna della Laurea inforcando la sua bicicletta da corsa dopo essersi goduto "en plein air" i 52 chilometri del "Turchino". Altri tempi.

Laurea in Medicina
Laurea in Medicina - 1948

Conseguita la Laurea, il Dottor Gualco si iscrive all' I.N.A.M. (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro le Malattie, originariamente istituito dal Governo Mussolini il 11 Gennaio 1943 con il nome di "Ente Mutualità Fascista - Istituto per l'Assistenza di malattia ai lavoratori" e poi ridenominato come I.N.A.M. il 13 Maggio 1947 dal Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola) ed inizia l'attività professionale come Medico di Famiglia.

Tessera Ordine Medici
La tessera di iscrizione all'Albo dei Medici

In questo periodo il Dottor Gualco entra in contatto con l'allora Direttore Sanitario dell'Ospedale di Ovada, il Dottor Eraldo Ighina (uno dei più stimati medici ovadesi di quell'epoca a cui è oggi intitolata, insieme alla moglie Marie Minuto, la Biblioteca Civica di Ovada) che proprio in quegli anni aveva messo in cantiere un profondo rinnovamento ed ampliamento dei servizi del nosocomio e che, oltre al resto, aveva da poco rinnovato il gabinetto radiologico a capo del quale c'era il Professor Pesci, che era a sua volta stato assistente del Professor Maragliano di Genova, uno dei "pionieri" della Radiologia Italiana.


Radiologia Italiana - La "Scuola Genovese"

Vittorio Maragliano
Vittorio Maragliano
(Credit: Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica)


Vittorio Maragliano (classe 1878) fu uno dei personaggi che diede, fin dal suo apparire, alla tecnica radiografica una dimensione di vera e propria disciplina medico-diagnostica. A lui si deve l'installazione in Genova del primo apparecchio radiologico già nel 1896, pochi mesi dopo la scoperta di Röntgen e quando egli, ancora studente al secondo anno di medicina, aveva appena diciott'anni. Laureato in Patologia Medica nel 1909 ed in Terapia Fisica nel 1910, nel 1913 ebbe l'incarico come docente di Elettroterapia Fisica (così si chiamava allora la "Radiologia") presso l'Università e tra i suoi allievi ci furono, oltre al Prof. Pesci che operò poi in Ovada, diverse personalità importantissime nel campo della radiologia Italiana tra cui (ne parleremo tra poco) anche Alessandro Vallebona.
Maragliano fu colui che aprì la porta all'evoluzione dell'arte radiografica italiana e nel 1919 fu eletto anche Presidente della Società Italiana di Radiologia Medica. A Vittorio Maragliano va anche attribuito il merito di aver fatto "nominare" San Michele Arcangelo come Patrono dei radiologi. In effetti fu lui, insieme a Vallebona ed altri, che nel 1933, dopo aver commissionato - e pagato di tasca sua - un quadro del Santo ed averlo sistemato nel salone del Reparto di Radiologia dell'Ospedale di Genova, inoltrò una prima richiesta presso la Santa Sede per il riconoscimento del patronato. A questa richiesta se ne aggiunse poi una, questa volta munita di tutti i crismi dell'ufficialità, da parte della Curia Genovese nel 1938 fino a che, il 15 Gennaio 1941, la Sacra Congregazione dei Riti emise il decreto che costituiva "Sanctus Michael, Archangelus pro radiologis et radiumtherapicis patronus et protector declaratus" e, con il motto "Ex Tenebris Lux" ("dalle tenebre arriva la luce"), affiancava i radiologi alle forze dell'ordine (oggi, specificatamente, la Polizia di Stato italiana), ai paracadutisti, ai Vigili del Fuoco ed ai droghieri, che sono le altre categorie di cui questo Santo è Patrono e protettore. Per la cronaca, il giorno in cui i radiologi festeggiano il loro santo patrono è il 29 Settembre.


Alessandro Vallebona
Alessandro Vallebona
(Credit: Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica)


Alessandro Vallebona (1899-1987) fu (come il Pesci che ritroviamo all'Ospedale di Ovada negli Anni Quaranta del secolo scorso) allievo del Maragliano e, come lui, fu una delle personalità più importanti nella storia dell'evoluzione delle tecniche radiografiche a livello mondiale.
Dedicatosi con passione fin da giovanissimo alla tecnica radiologica ed animato dallo stesso desiderio di scoperta del suo maestro, Vallebona effettuò approfonditi studi e diverse sono le sue "invenzioni" come, ad esempio, nel 1925 (aveva 26 anni) il "Metodo combinato a doppio contrasto bario-gassoso" per l'analisi dello stomaco e, tre anni dopo, la "Microradiografia", che serviva per migliorare le immagini radiografiche delle parti ossee e dei polmoni.
Ma la sua "grande" invenzione fu, nel 1930, quella che lui definì dapprima "Tecnica per la dissociazione radiografica delle ombre" e che poco tempo dopo prese il nome comune di "Stratigrafia", una tecnica che permetteva, con opportuni accorgimenti (rotazione dell'apparato radiografico intorno al paziente o viceversa) di ottenere le immagini di un preciso e determinato "strato" dei tessuti del paziente. La Stratigrafia impresse una svolta decisiva soprattutto nell'ambito degli esami dei polmoni, in un'epoca in cui la tubercolosi era ancora molto presente nella popolazione.
Ma, non contento e sempre alla ricerca di nuove frontiere, Vallebona, nel 1947, presentò un'ulteriore evoluzione della sua scoperta, la "Stratigrafia Assiale Trasversa", che derivava da una sua intuizione e che immaginava già allora la possibilità di ottenere una rappresentazione visiva "tridimensionale" dell'interno del corpo umano. Vallebona aveva intuito giusto ma sfortunatamente, come tutti i "precursori", non aveva ancora a disposizione la tecnologia che, più di vent'anni dopo, avrebbe consentito ad altri di realizzare compiutamente la sua intuizione, cioè l'invenzione della "Tomografia Assiale Computerizzata", conosciuta da tutti come T.A.C. (anche questa definizione è ormai obsoleta; oggi, eliminata l'assialità, rimane la T.C. - Tomografia Computerizzata, che può essere eseguita con diverse metodologie (Multistrato, Spirale) e con diversi e sempre più accurati livelli di definizione (TC 64 Slice (strati), 128 Slice o Multislice fino a 640 Slice per definizione di porzioni di tessuno di dimensioni inferiori al milllimetro con renderizzazione tridimensionale).

Moderna TC
Una modernissima Tomografia Computerizzata

Vallebona fu, quindi, il primo "ideatore" e parziale realizzatore della TAC, e per questo motivo, nel 1960, fu proposto per il Premio Nobel, che però non gli fu assegnato.
E' doveroso sottolineare che anche lui, come Röntgen, non volle brevettare la sua invenzione per renderla liberamente disponibile per tutti.


Dottor Domenico Gualco - Radiologo e Medico di Famiglia

Nel 1948, dunque, all'Ospedale Sant'Antonio di Ovada è attivo un moderno gabinetto radiologico a capo del quale siede il Prof. Giacomo Pesci che, come abbiamo detto, era stato allievo di Maragliano, "collega di studi" di Vallebona e, supponiamo, fosse animato dalla stessa passione e dallo stesso fervore che in quel periodo animava l'ambiente genovese della ricerca nel campo delle tecniche radiologiche, passione e fervore che portarono il gruppo dei radiologi della città ligure ad essere denominato come "Scuola Genovese", denominazione che ancora oggi va a definire il Maragliano, il Vallebona, il G.B. Cardinale, lo stesso Pesci ed i loro allievi e successori fino ad oggi (Domenico Gualco compreso).

Il giovane Gualco, quindi, fa la conoscenza del Professor Pesci, il quale gli apre l'orizzonte verso le nuove frontiere appena raggiunte dell'arte radiologica genovese. Con la spinta e l'incoraggiamento del Pesci, ecco quindi che Gualco decide di iscriversi, sempre presso l'Università di Genova, alla specialità di Radiologia, specializzazione che consegue due anni dopo, il 9 Luglio 1950, sotto la guida dello stesso Vallebona, la cui firma in calce al diploma può ben essere motivo di giustificato orgoglio.

Diploma Specializzazione Radiologia
Diploma di specializzazione in Radiologia Medica

Conseguita la specializzazione, Domenico Gualco affianca subito, in qualità di assistente, il Pesci presso la Radiologia di Ovada, proseguendo contemporaneamente la sua attività di medico di famiglia nel suo studio di via Sant'Antonio (attività che proseguirà fino al 1971). Nel 1952, dopo il ritiro dall'attività per pensionamento del Professor Pesci, Gualco gli succede come titolare nella gestione del gabinetto radiologico ospedaliero ovadese, gestione che per ben ventotto anni egli effettuerà DA SOLO (con un paio di devote e bravissime assistenti), giorno e notte, 365 giorni all'anno fino al 1980, quando verrà affiancato dal Dott. Gianluigi Parodi.
In questo lungo periodo, l'attività del Dottor Domenico Gualco è a dir poco "frenetica" e per ben descrivere questo periodo lasciamo la parola al Dottor Giuseppe (Pino) Gualco, suo figlio, il quale così si esprime:
"In questo periodo dal 1952 (anno della pensione di Pesci) al luglio del 1980 (con l'arrivo ad Ovada del dott. Gianluigi Parodi) è stato l'unico medico del servizio radiologico dell'Ospedale. Ricordo che mantenere le due mansioni fosse molto faticoso. Fino al 1971 non l'ho mai visto dormire col pigiama tante erano le chiamate notturne (devo dire soprattutto per l'attività di medico di medicina generale più che per il servizio di radiologia per il quale le chiamate in reperibilità erano meno frequenti che adesso). Per questo motivo ha lavorato ininterrottamente per i primi 20 anni senza praticamente fare ferie né giorni di malattia, con l'unica interruzione in occasione del matrimonio, Domenica 22 Giugno 1958, quando ha passato due giorni in viaggio di nozze a Macugnaga con mia madre, tornando al lavoro il martedì mattina. La prima vera settimana di ferie al mare l'abbiamo fatta per insistenza di mia madre nel Luglio 1966, quando riuscì a trovare una sostituzione da parte del dott. Pistone di Acqui Terme.".
Dai ricordi di Pino Gualco attingiamo direttamente anche alcuni gustosi aneddoti sulla vita e sull'attività del Dottor Domenico Gualco:
"Una tecnica di radiologia che ha lavorato con lui mi racconta che in occasione di un piccolo intervento di ernioplastica inguinale a cui mio padre aveva dovuto sottoporsi e che era stato eseguito qui ad Ovada dal Prof. Resegotti, lei stessa gli portava in camera, durante la degenza al piano superiore, le radiografie da refertare.
Mi ricordo che una delle volte che siamo andati al mare dopo il 1966, un signore di Ovada si è presentato in giacca e cravatta in spiaggia a Finale Ligure con le sue radiografie sottobraccio da far vedere a mio padre dopo essere riuscito ad "estorcere" a mia nonna il nome dell'Hotel dove eravamo, sorprendendo mio padre sotto l'ombrellone in costume mentre leggeva La Stampa.
Un suo fidato collaboratore, prendendolo in giro per il suo essere infaticabile e per concedergli qualche minuto di pausa, racconta che l'unico modo efficace era quello di andare a comprare La Stampa ed infilargliela sul tavolo tra una radiografia e l'altra; di solito il metodo funzionava e lui la sfogliava per qualche minuto distraendosi per un po' dal suo lavoro e concedendo una pausa anche a chi lavorava con lui.
Nonostante i suoi impegni lavorativi riusciva però sempre a trovare qualche momento per me, anche sfruttando semplicemente il tempo tra l'entrata e l'uscita di un paziente nello studio di via Sant'Antonio o alla sera dopo cena, quando lo accompagnavo sulla 500 a prendere un caffè al Bar della Posta o a scambiare due parole col suo amico Silvio Delfino nel negozio di piazza XX Settembre."
.
Queste parole, che valgono più di un'agiografia per descrivere la figura, la persona e l'attività del Dottor Domenico Gualco, non sono certo una novità per gli Ovadesi che lo hanno conosciuto, apprezzato e che lo hanno sempre considerato - come in effetti era - "uno di noi", un amico che dedicava la sua vita, la sua attività ed il suo tempo alla cura degli altri e che lo faceva con naturalezza, con semplicità e con assoluta dedizione, nel pieno rispetto del Giuramento di Ippocrate che Domenico Gualco, nel 1948, pronunciò nella sua formula originale che, tra l'altro, recitava: "Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio" (il testo del Giuramento è poi stato modificato ed "aggiornato" nel 1978, nel 1989, nel 1998, nel 2007 ed, infine, nel 2014).
Il periodo in cui Domenico Gualco è stato il fulcro della Radiologia ospedaliera ovadese è stato anche quello che ha visto una delle più rapide evoluzioni della tecnologia "radiologica", evoluzione che ha portato alla nascita di nuove e sempre più sofisticate tecnologie di indagine e che ha dato origine a quella che oggi, come abbiamo già accennato, non si chiama più "Radiologia", bensì "Diagnostica per immagini".


La Diagnostica per Immagini

La Diagnostica per immagini è oggi una specialità medico-diagnostica assai complessa, che comprende differenti e numerose metodologie di indagine che si riassumono nella parola "Imaging Biomedico". In questa specialità, oltre alle classiche "Radiografia", "Stratigrafia" e "T.C." di cui abbiamo già parlato, possiamo annoverare oggi diverse altre tecniche tra cui, ormai molto comuni e conosciute:

- l'"Ecografia".
Utillizzata per la prima volta nel 1947 e poi grandemente sviluppata tra gli Anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso. Funziona secondo lo stesso principio del radar delle navi e degli aerei, calcolando e visualizzando il tempo con cui determinate onde sonore (ultrasuoni compresi nella gamma tra 2 e 15 MegaHertz) vengono riflesse dai vari tessuti degli organi interni del corpo umano. Presenta diverse varianti (dinamica, Doppler (il cosidetto "Ecodoppler" che si basa sul noto "effetto Doppler", scoperto nel 1845 dall'omonimo fisico austriaco, e che utilizza il fenomeno della diversa riflessione delle onde da parte di corpi in movimento per visualizzare i flussi sanguigni), con mezzo di contrasto, tridimensionale, ecc.) ed ha il vantaggio di NON usare radiazioni ionizzanti (Raggi X).

Ecografo
Apparecchiatura per Ecografia

- La "Risonanza Magnetica".
Messa a punto nel 1971, originariamente definita come "Zeugmatografia" ed oggi comunemente definita "RM" (o, anche, MRI, RMT e MRT), è una Tomografia che NON usa i Raggi X, ma i campi magnetici ed analizza il fenomeno di magnetizzazione-smagnetizzazione dei protoni degli atomi di idrogeno dei tessuti dei vari organi interni del corpo umano. Tramite complesse elaborazioni computerizzate dei tempi di magnetizzazione e successiva smagnetizzazione dei tessuti, vengono prodotte immagini che, pur se di minore definizione rispetto alla TC, consentono una più precisa individuazione degli organi interni di simile consistenza e, soprattutto, consentono di rilevare molto precisamente le lesioni dei vari tessuti. La Risonanza Magnetica, a differenza della TC, è inoltre in grado di differenziare la sua sensibilità secondo differenti parametri di applicazione (le cosidette "pesàte"; in ogni esame se ne effettuano almeno due) in relazione alle caratteristiche fisiche degli organi da esaminare.

- La "Mammografia".
Inventata da Albert Salomon nel 1913, fu poi perfezionata da Stafford Warren verso la fine degli Anni Cinquanta del secolo scorso. Si tratta di una specifica procedura di analisi radiografica che, utilizzando una dose molto bassa di Raggi X, consente di individuare e localizzare tumori, cisti e neoplasie del seno. Questo esame radiografico si è rivelato nel tempo assolutamente fondamentale per la prevenzione del tumore al seno ed è stato ormai adottato (e fortemente consigliato) come esame di routine (ogni due anni) per tutte le donne al di sopra di una certa soglia di età (dai 50 ai 69 anni) ed in molti Paesi -Italia compresa- vengono periodicamente effettuate campagne di "screening" gratuito sia presso le strutture ospedaliere che tramite apposite unità radiologiche mobili a bordo di automezzi (furgoni) appositamente attrezzati (MSU - Mobile Screening Unit).
Una curiosità sconosciuta su Stafford Warren (1896-1981): egli, medico statunitense ed inventore "ufficiale" della Mammografia, fu, tra il 1942 ed il 1946, il Capo della Sezione Medica del "Progetto Manhattan", il segretissimo progetto, alla cui guida c'era il nostro Enrico Fermi, che vide oltre centotrentamila persone confinate e sorvegliate a vista a Los Alamos, nel deserto del New Mexico, per la costruzione della prima Bomba Atomica della storia (la cosidetta "The Gadget", fatta esplodere come test il 16 Luglio 1945) e delle successive due, la "Little Boy" (sganciata su Hiroshima il 6 Agosto 1945 - Centomila morti) e la "Fat Man" (sganciata su Nagasaki il 9 Agosto 1945 - Ottantamila morti). Durante questo periodo, Warren era il capo del servizio sanitario che doveva monitorare in continuazione le condizioni di salute dei tecnici e delle persone che lavoravano alla costruzione delle bombe.
Non sta a noi esprimere giudizi morali e/o etici poiché sarà la Storia a farlo (e già lo sta facendo). Ci conforta però in qualche modo sapere che uno dei protagonisti - anche se di secondo piano - della creazione dell'arma atomica, abbia in seguito inventato una delle più utili armi diagnostiche contro uno dei tumori più frequenti ed insidiosi.

Mammografo
Apparecchiatura per Mammografia

- L' "Angiografia".
Fu "inventata" nel 1927 in Portogallo da Egas Moniz (che era un Neurologo) come sistema per indagare le problematiche del cervello ed in seguito applicata anche per altre patologie, specificatamente per il sistema circolatorio. Si tratta di un esame radiologico (cioè con l'emissione di Raggi X) che, mediante l'iniezione di un mezzo di contrasto (solitamente Iodio, che risulta opaco ai raggi) nel sistema circolatorio, consente di visualizzare il funzionamento dei vasi sanguigni sia a livello generale che relativamente a determinati organi (ad esempio il Cuore o i Reni). Fondamentalmente sono due i tipi di Angiografia: la "Coronografia" e l' "Arteriografia" e possono essere effettuati sia mediante apparecchiature T.C. che apparecchiature per Risonanza Magnetica (in questo caso si parla di MRA - Magnetic Resonance Angiography).

- La "Scintigrafia".
Con questa tecnologia entriamo nel campo della Diagnostica di Medicina Nucleare. Il precursore della tecnica scintigrafica fu Georg Karl von Hevesy, un chimico ungherese che, nel 1923, sperimentò l'utilizzo degli isotopi radioattivi per "tracciare" parti di piante e renderle visibili ai raggi X.
La tecnica scintigrafica è basata sul fatto che alcune sostanze radioattive sotto l'azione dei Raggi X si "illuminano" (emettono scintille di luce, da qui il nome Scintigrafia) e che queste sostanze radioattive si vanno a "fissare" all'interno di determinati tipi di tessuti del corpo umano, prevalentemente nelle ossa. Il procedimento è quindi -teoricamente- molto semplice: si inietta nel paziente la sostanza radioattiva (solitamente il Tecnezio 99m) adeguatamente diluita in un liquido vettore e si attende (dalle 2 alle 5 ore) che questa sostanza giunga nella parte del corpo da indagare dopodichè, tramite un'apposita apparecchiatura (la "Gamma Camera") si emettono adeguati raggi X verso la parte interessata e si vanno a ricercare - e fotografare - le "scintille" di luce che la sostanza radioattiva emette. A seconda del grado di perfusione (uniforme o a macchie) della sostanza radioattiva nel tessuto indagato si possono ottenere informazioni utili, in particolare relativamente all'apparato scheletrico, sull'eventuale presenza di cancro osseo o di artrite. La tecnica scintigrafica viene anche solitamente utilizzata (iniettando Iodio 123 in vena oppure somministrando Iodio 131 per via orale) per l'esame della Tiroide.

Scintigrafo
Apparecchiatura per Scintigrafia con Gamma Camere

- la "Tomografia a emissione di positroni - P.E.T.".
Anche questa tecnologia, come la precedente Scintigrafia, fa parte della diagnostica di Medicina Nucleare ed il principio di base è lo stesso, con la differenza che, in questo caso, ad essere iniettata nel corpo del paziente è una sostanza "normale", cioè il Glucosio (per capirci: zucchero), "marcato" (cioè contrassegnato) da una molecola radioattiva (detta "Radioisotopo", solitamente il Fluoro 18). La caratteristica di questo tipo di Radioisotopi è il cosidetto "rapido decadimento", cioè la loro "annichilazione" spontanea. Secondo le regole della fisica nucleare, l'elettrone ed il suo "opposto" (il Positrone, stiamo parlando di "antimateria") si eliminano a vicenda producendo l'emissione di fotoni. E sono proprio questi fotoni che vengono rilevati e "fotografati" dalle apparecchiature della PET.
L'esame PET viene utilizzato - e si rivela di fondamentale importanza - soprattutto per la rilevazione dei tumori, poiché le cellule tumorali sono molto più "golose" di Glucosio rispetto alle altre e, quindi, ne accumulano al loro interno una quantità maggiore. Di conseguenza, anche maggiore (e localizzato) sarà il decadimento del radioisotopo, la conseguente emissione di fotoni e la loro rilevazione da parte dell'apparecchiatura, che riuscirà a fornire così una ben precisa, dettagliata e localizzata immagine delle cellule tumorali, consentendo poi, da parte dell'oncologo, l'adozione delle terapie "mirate" necessarie.


Il "Regno" del Dottor Gualco

Dal 1950 al Febbraio 1989, quando va in pensione, il Dottor Domenico Gualco esercita la sua attività di Radiologo presso l'Ospedale "Sant'Antonio" di Ovada (il nuovo Ospedale Civile di via Ruffini verrà inaugurato l'anno seguente).

Vecchio Ospedale S.Antonio
Il "vecchio" Ospedale S.Antonio visto dalle finestre di casa Gualco

Nei quasi quarant'anni di "servizio" (perché di autentico "servizio" alla popolazione ed alla città si deve parlare), egli è sempre "sul pezzo" e sotto la sua guida il gabinetto di Radiologia dell'Ospedale si rinnova ed acquisisce nel tempo diverse nuove attrezzature che gli consentono di poter effettuare esami molto accurati.

Radiologia Ovada 1969
Il "regno" del Dottor Domenico Gualco nel 1969

Questo continuo aggiornamento professionale e la volontà di poter disporre sempre di macchinari al passo con l'evoluzione tecnologica caratterizza la sua opera anche dopo l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, che avviene nel 1978 con una legge -n.833- emanata il 23 Dicembre 1978.

Riguardo a questa legge è interessante notare la data: DUE giorni prima di Natale. E' sempre stata una caratteristica dei governi della nostra Repubblica emanare le leggi che influiscono fortemente sulla vita dei cittadini nei periodi in cui l'attenzione mediatica è meno forte: Natale, Pasqua, Ferragosto. In quella legge, che Istituiva il Servizio Sanitario Nazionale (con il territorio suddiviso nella varie Unità Socio Sanitarie Locali - Le famose USSL, che adesso sono diventate ASL), agli articoli 65 e 66 si stabiliva che "...sia i beni mobili ed immobili che le attrezzature destinati prevalentemente ai servizi sanitari appartenenti agli enti, casse mutue e gestioni soppressi sono trasferiti al patrimonio dei comuni competenti per territorio, con vincolo di destinazione alle unità sanitarie locali." e che "è affidata alle unità sanitarie locali la gestione dei beni mobili ed immobili e delle attrezzature destinati ai servizi igienico-sanitari dei comuni e all'esercizio di tutte le funzioni dei comuni e loro consorzi in materia igienico-sanitaria.".
Fu un autentico esproprio poiché, dalla sera alla mattina, le USSL/ASL entrarono in possesso, a costo zero, di un patrimonio incommensurabile, formato da tutti gli ospedali e tutte le strutture sanitarie (e relative attrezzature) che esistevano in Italia, Ospedale di Ovada compreso.
Con quella legge accadde anche un'altra cosa assai significativa, cioè l'ingresso della politica (o, per meglio dire, dei politici e dei politicanti) nella gestione della Sanità, e di questo fenomeno, purtroppo, stiamo assistendo ancora oggi ai nefasti risultati.
Con la gestione sanitaria definita a livello regionale e non più locale, cambiarono di molto le modalità gestionali e divenne molto più difficile (e lo è anche adesso) riuscire ad ottenere con adeguata tempestività adeguamenti di attrezzature e macchinari, soprattutto nell'ottica di una "razionalizzazione" dei servizi sanitari effettuata su parametri di larga scala (a livello di regione) e non più rapportati alle effettive necessità del singolo territorio.

Nonostante queste difficoltà sempre crescenti, il Dottor Gualco non si perse mai d'animo e continuò a battersi per poter disporre presso il nostro Ospedale di attrezzature moderne ed efficienti, arrivando, in qualche caso, anche ad acquistarle personalmente pur di poter fornire un servizio all'altezza delle necessità e dei bisogni della Città e degli Ovadesi.
Quello che non riuscì a fare, ma supponiamo che lo avesse in mente da tempo, fu di riuscire a dotare l'Ospedale di Ovada di un'attrezzatura per la Tomografia Computerizzata (la già descritta TAC o TC).

Sull'evoluzione della strumentazione tecnico-radiologica del nostro Ospedale (anche successivamente al pensionamento del Dottor Domenico Gualco) risulta puntuale ed esaustivo un breve excursus descrittivo del Dottor Giuseppe (Pino) Gualco, che riportiamo, anch'esso testualmente, di seguito:
"All'inizio c'erano solo gli apparecchi di radiologia tradizionale e quelli per la terapia fisica (Roentgen-terapia e Marconi-terapia), poi sul finire degli ani '70 (del secolo scorso - N.d.R.) la parte della terapia fisica ha perso sempre più interesse anche per lo sviluppo di nuove tecniche per il trattamento delle patologie neoplastiche e infiammatorie verso le quali era indirizzata.
Un importante miglioramento delle apparecchiature radiologiche nella prima metà degli anni '80
(del secolo scorso - N.d.R.) è avvenuto con l'acquisto del tavolo telecomandato, che ha consentito di eseguire più facilmente una serie di esami tra cui particolarmente quelli con mezzo di contrasto come colangio-colecistografie, urografie e esami dell'apparato digerente e, poco dopo, del primo ecografo che in quegli anni era una metodica completamente nuova e rivoluzionaria per quando riguarda la diagnostica per immagini.
A cavallo del 2000, anche grazie all'importanza che stava acquisendo in quegli anni l'oncologia nel nostro ospedale, ci siamo dotati dell'apparecchiatura TC e del mammografo che, insieme all'ecografia, ha consentito di organizzare un servizio di senologia diventato sempre più importante nel corso degli anni.
Intorno al 2010 è avvenuto il passaggio dal sistema analogico di generazione delle immagini a quello digitale con l'installazione di sistemi per l'archiviazione e la comunicazione delle immagini che consentono la visualizzazione delle stesse a video e una più rapida consultazione dei precedenti.
Proprio negli ultimi mesi sono stati sostituiti sia l'ecografo che la TC con due apparecchi più moderni."
.
Riguardo a quest'ultimo argomento (la TC o TAC), bisogna dire che se il nuovo Ospedale ovadese di via Ruffini riuscì, nel 2000, a dotarsi della sua prima attrezzatura per Tomografia Computerizzata (inaugurata poi nel Marzo dell'anno seguente), non fu per volontà delle Autorità Sanitarie (che peraltro sono sempre state - e lo sono tuttora - propense alla chiusura e/o al drastico ridimensionamento del nostro ospedale), bensì solo ed esclusivamente grazie all'opera delle Associazioni di Volontariato Oncologico Ovadesi (in primis Associazione V.E.L.A. Onlus) che organizzarono un'imponente raccolta di fondi tra i cittadini con l'importante aiuto della Cassa di Risparmio di Torino (poi divenuta nel 2002 Unicredit) e della Cassa di Risparmio di Alessandria. Per la cronaca, l'ultima TC (in sostituzione della precedente ormai obsoleta) è entrata in funzione il 27 Maggio 2020 e presa - come si usa fare oggi per risparmiare- a "noleggio con opzione di riscatto".

Dopo il pensionamento, Domenico Gualco si ritira, come suol dirsi, a vita privata, che conduce - come aveva sempre fatto - in signorile riservatezza nella sua casa di Piazza XX Settembre e capitava spesso di vederlo sul terrazzo di casa mentre osservava con curiosità mista a malinconico affetto la Piazza popolata di tutte quelle persone che egli, nella sua lunga carriera, aveva visto nascere, crescere e che almeno una volta nella loro vita si erano "accomodate" sul "lettino dei raggi" dell'ospedale per ricevere da lui non solo, come si dice oggi, una "prestazione medico-specialistica" ma, anche, una parola amichevole, un conforto od una speranza.
Nel 2000, in occasione del cinquantesimo anniversario della Laurea, Domenico Gualco è stato calorosamente festeggiato durante una solenne cerimonia svoltasi presso l'Ordine dei Medici di Alessandria.

Cinquantesimo di Laurea
Cerimonia in occasione del Cinquantesimo Anniversario di Laurea

Il Dottor Gualco apparteneva, senza dubbio, alla "vecchia scuola", una scuola in cui il Medico non esercitava una professione, ma svolgeva una missione; una missione di altruismo, servizio ed attenzione verso il prossimo, una missione di fronte alla quale tutto il resto - vita privata compresa - passava in secondo piano, con uno spirito che, oggi, ben raramente si può riscontrare in tanti pur valentissimi professionisti della Sanità.
Domenico Gualco non ha mai avuto (e non ne avrebbe mai avuto) bisogno degli appositi corsi che sono oggi diventati così di moda per "insegnare" ai medici il concetto di "empatia nel rapporto medico-paziente" perché, semplicemente, l'empatia lui ce l'aveva già dentro e non aveva bisogno di frequentare corsi per poterla esprimere e praticare.
Ora, sicuramente, qualche lettore affetto da idiozia (in medicina questo termine definisce una grave insufficienza mentale) potrebbe tirare fuori la solita frase ad effetto: "Eh m'beh?.. Ha solo fatto il lavoro per cui veniva lautamente pagato!". Questa frase l'abbiamo sentita e la sentiamo ancora molto spesso, soprattutto sui socialmedia, in questo periodo di grande difficoltà sanitaria, proferita nei confronti di medici, infermieri ed operatori sanitari che hanno combattuto (e combattono tuttora) una vera e propria guerra - con armi spesso spuntate - contro la pandemia mondiale causata dal virus SARS-CoV-2 ("Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2"), detto anche Covid-19 (COronaVIrus Disease-2019"). Non tenteremo, ovviamente, di trarre questi individui dalla melma di ignavia in cui amano sguazzare. Nel ricordare che, ad oggi, i Medici italiani che hanno, a causa del Virus, lasciato la loro vita per adempiere alla missione di salvare le vite degli altri anche a costo di perdere la propria sono oltre trecento, riteniamo che Domenico Gualco la sua "mission" l'abbia svolta - per i tempi e le epoche in cui ha operato - nel miglior modo possibile, con una dedizione assoluta e ben oltre (lo abbiamo visto nel corso della trattazione) alla banale formalità del "timbrare il cartellino". E, a proposito di cartellino, molti suoi ex-colleghi ricordano che, quando si ritrovavano insieme presso la "timbratrice" al momento di entrare in servizio e scambiavano qualche breve discorso (magari commentando i risultati del calcio o le ultime notizie dei giornali), il Dottor Gualco, dopo aver "timbrato" e cordialmente salutato tutti, non si fermava mai a chiacchierare, ma si recava subito nel suo studio per iniziare il lavoro.


Il "dopo Gualco"

Con il pensionamento del Dottor Domenico Gualco, nel 1989, nello studio radiologico dell'Ospedale di Ovada si sono succeduti diversi medici radiologi, tutti di grande esperienza, che ne hanno raccolto l'eredità e proseguita l'importante missione.
Il Dottor Gianluigi Parodi, che lo aveva affiancato nel 1980, gli subentrerà come Responsabile del Servizio e lo rimarrà fino al 2009.
Il Dottor Giuseppe Gualco (figlio di Domenico) entrerà a fare parte dello staff nel 1990 e nel 2009, al pensionamento di Parodi, gli subentrerà come Responsabile del Servizio, incarico che mantiene tuttora.
Tra il 2000 ed il 2001 sarà in servizio il Dottor Paolo Giordano.
Tra il 2008 ed il 2010 sarà in servizio il Dottor Franco Bruzzo.
Nel 2010 entra a fare parte dello staff (e ne fa parte ancora oggi) il Dottor Vincenzo Genova.
Nel 2011 entra a fare parte dello staff (e ne fa parte ancora oggi) la Dott.ssa Vittoria Cristina Pinducciu.
Lo staff medico attuale (Gennaio 2021) è quindi composto dal Dottor Giuseppe Gualco (Responsabile del Servizio), dal Dott. Vincenzo Genova e dalla Dott.ssa Vittoria Cristina Pinducciu. La "squadra tecnica" è invece composta da Laura Finotello (Coordinatrice), Alessio Perfumo, Maurizio Mortara, Marina Rosso, Franca Mulas, Stefano Cardaciotto, Davide Rosa e Valentina Bartucca.

Radiologia Ovada oggi
La nuovissima TC del Reparto Radiologia dell'Ospedale Civile di Ovada
(Dott. Giuseppe Gualco e Tecnico di Radiologia Marina Rosso)


Il servizio, al momento attuale, dipende dalla S.C. (Struttura Complessa) di Novi Ligure (Primario Dott. Roberto Pastorino).

Sotto il punto di vista dei macchinari, oggi il reparto radiologia dell'Ospedale Civile di Ovada può contare, oltre alla già citata apparecchiatura T.C., su di un apparecchio radiografico telecomandato, due apparecchi radiografici tradizionali, un ortopantomografo (per le radiografie delle arcate dentarie), un apparecchio mobile per effettuare radiografie del torace sui pazienti ricoverati a letto presso i reparti dell'ospedale, un apparecchio per mammografia ed un apparecchio per effettuare le ecografie.

Come si vede, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il Dottor Domenico Gualco reggeva e faceva funzionare da solo, con l'ausilio delle sue due fidate assistenti, la radiologia del vecchio ospedale Sant'Antonio. D'altra parte, da allora, la città si è espansa, la popolazione si è moltiplicata e, inoltre, l'ospedale è diventato punto di riferimento per un'ampia zona di territorio che comprende tutti i comuni della zona, compresi anche quelli della vicina Valle Stura in territorio ligure.
E' quindi cambiato tutto, ma una cosa non è cambiata: la passione e la dedizione che il personale della Radiologia dell'Ospedale Civile di Ovada mette quotidianamente nel cercare di fornire alla città ed alla sua popolazione, nella scia e nel ricordo del loro precursore, il miglior servizio possibile. Ed è questo, molto più di queste poche e modeste righe, il miglior modo di rendere omaggio al Dottor Domenico Gualco.

La nostra storia finisce qui ma, prima di chiudere, una nota personale di chi scrive. Se nell'Aprile 1957 il Dottor Domenico Gualco non avesse effettuato una stupenda "lastra" e non avesse formulato una precisissima diagnosi, oggi noi non saremmo qui a scrivere queste note. Se le avete lette (e magari vi sono anche piaciute) non dovete ringraziare me, ma dovete dire grazie a lui.

Si ringrazia il Dottor Giuseppe (Pino) Gualco per aver gentilmente (ed amichevolmente) contribuito alla stesura di questo articolo con testi ed immagini dell'archivio di famiglia.

|
|
|