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Famiglie e persone nella storia di Ovada - I Grillo, gli Oberti, i Cannonero, i Vignolo, i Cavanna ed i Salvi


I Grillo

Famiglia antichissima e copiosamente rappresentata nelle nostre zone. Alcuni autori vogliono farne derivare il nome da una località e frazione ovadese, "Grillano", e dai possedimenti vastissimi che questo casato aveva in antico nella nostra terra e particolarmente in quella zona.
Non ci sentiamo di condividere questa supposizione perchè i Grillo sono oggi sparsi in tutto il territorio nazionale, dalle Alpi alla Sicilia, e, se il cognome è comune a tutti, non altrettanto possono esserlo le svariatissime ramificazioni. Discorso questo che si può benissimo fare per quasi tutti i casati che portano lo stesso cognome.
In ogni caso, i Grillo in Ovada li troviamo in tutti i suoi periodi storici. Nel 1619, i nuclei familiari di questo nome erano in Ovada già sei; oggi si sono moltiplicati. Alcuni appartenenti a queste famiglie furono dediti particolarmente alle coltivazioni terriere; altri fecero parte, non poche volte, della municipalità.
Luigi Grillo, nato nel 1811, fu educatore della gioventù e Cappellano della R. Marina Sarda. Il P. Francesco Grillo delle Scuole Pie è l'autore del notevole studio sull' "Origine storica delle località ed antichi cognomi della Repubblica genovese".

Gli Oberti

 Oberti1 A questa famiglia, originaria di Francia (d'Aubert) e che troviamo già iscritta negli Atti parrocchiali del XVII secolo con il nome scritto ancora alla francese "Obert", appartenne Monsignor Giovanni Oberti (1862-1942). Scolopio, ordinato sacerdote nel 1888, professore di lettere nel Collegio di Carcare e primo direttore del nuovo Collegio Convitto Calasanzio di Cornigliano, viene creato, nel 1901, Vescovo titolare e residenziale di Saluzzo dal Papa Leone XIII. Ha solo 39 anni ed è il più giovane Vescovo dell' Italia di quei tempi. La sua vita di presule sarà piena di opere di bene e di fervente ministero pastorale. Si accosterà ai poveri ed agli umili per beneficarli ed ai giovani elargirà con profusione i doni della sua sapienza e del suo insegnamento. Dalla S. Sede avrà incarichi di fiducia che lo porteranno Visitatore apostolico in tutte le Diocesi dell'Italia meridionale e sarà lui a proporre la formazione dei Seminari regionali. Chiuderà la sua vita in Saluzzo il 23 novembre 1942 dopo quarant'anni di dignità episcopale, lasciando un rimpianto vivo e profondo nei suoi diocesani. Riposa in quella Cattedrale e, in Ovada, nella Chiesa dei Padri Scolopi, una lapide dice in sintesi tutta la sua vita: "...Vescovo per 40 anni, - operaio sereno ed instancabile - pastore buono - fu amato e pianto dal suo clero e dal suo popolo. Le Scuole Pie da lui beneficate riconoscenti lo ricordano... ".
Nipote di Mons. Oberti fu il Padre Giuseppe Antonio, Scolopio come lo zio, uomo integerrimo e di alta fede che resse il Provincialato delle Scuole Pie della Liguria con fermezza e dedizione.
Gli Oberti, ancor oggi rappresentati in Ovada, mantengono l'antica distinzione, tutta particolare, di essere designati con una precisazione dialettale sulla loro origine transalpina che li fa individuare come quei de'i fransèise.

I Cannonero

Cognome derivante dal mestiere esercitato dal capostipite o dai primi membri di questa famiglia che, con tutta probabilità, erano addetti alle prime rudimentali artiglierie degli antichi tempi.
Sembrano i Cannonero originari di Rossiglione in Val di Stura, dove già nel secolo XIII facevano parte delle famiglie consortili del borgo più antico che è quello inferiore. Nei Capitoli di Rossiglione troviamo segnato, nel XIV secolo, uno scriba o notario curiale che si firma: Guliermum Canonerium de Ruxiliono.
Da Rossiglione si diramarono in Ovada, in Monferrato, in Val Polcevera ed in Genova dove, nel 1576, troviamo un Gerolamo, medico, inscritto nel libro d'oro del patriziato. Degno di ricordo è un Pier Andrea, vissuto nel 1600, letterato e filosofo che lasciò vari saggi per lo più inediti.
In Ovada, i Cannonero sono stanziati da qualche secolo e mantennero sempre posizioni sociali di rilievo e di agiatezza. Dobbiamo ricordare del casato ovadese il dott. Giovanni, Presidente del Tribunale di Mondovì e valoroso combattente della guerra 1940-1945, e Mons. Giacomo Cannonero che fu professore emerito nel Seminario di Acqui indi Vescovo titolare della Diocesi di Asti che resse dal 1948 al 1977. Questo prelato, nella sua arma vescovile, non inquartò lo stemma dal casato ma ne assunse uno diverso e più allegorico ed affine all'alto ministero pastorale cui era stato chiamato.

I Vignolo

Anche questo cognome deriva da una attività antichissima: quella del vignaiolo, cioè colui che coltiva e custodisce la vigna.
Il Beraldo, nella sua pubblicazione Antiche famiglie di Rossiglione, dichiara i Vignolo originari di Recco da dove si trasferirono in Genova, in Rossiglione e nell'entroterra ligure, compresa Ovada. Nel 1528 furono ascritti in Genova all'albergo Grillo ed ebbero non pochi personaggi degni di nota nella cronaca di Genova.
La loro arma, porta talvolta, ma non sempre, un tralcio di vite fogliato e fruttato al naturale che ne giustifica il cognome come arma parlante.
In Ovada abbiamo a tutt'oggi diverse famiglie di questo cognome e ne illustra il casato l'attuale On. Giuseppe Vignolo, senatore della Repubblica.

I Cavanna

Famiglia originaria del novese. Già nel XII secolo esisteva in Novi una contrada chiamata della Cavanna dalla quale gli abitatori si cognominarono. Furono essi importanti nella loro città per tutto il Medioevo e fino alla metà del 1600. Paolo da Nove, Doge di Genova nel 1507, appartenne a questo casato che fu ascritto nel Libro d'oro della Città.
Da Novi e da Genova i Cavanna si diramarono in Monferrato, scesero in Rossiglione dove ancora oggi una località è menzionata con il loro nome, e dalla marina di Voltri risalirono e giunsero sull'Appennino ligure-piemontese dove li troviamo ancora oggi sparsi un po' dappertutto.
In Ovada esistono oggi diversi nuclei familiari di questo cognome che risultano tutti immigrati dai suddetti luoghi fin dal secolo scorso.
Mons. Giuseppe Fiorello Cavanna di Morbello è stato Prevosto Vicario Foraneo di Ovada per oltre un trentennio ed è il fondatore e costruttore del Centro di Addestramento Professionale di Arti e Mestieri del quale mantiene ancora la direzione. I di lui meriti sono stati riconosciuti dall'Autorità ecclesiastica con la sua nomina a Prelato domestico e Cameriere segreto di S.S. Pio XII. Il Capo dello Stato gli ha conferito l'onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica anche per le sue benemerenze in difesa di Ovada durante l'occupazione tedesca nel 1943-1945. Lo stemma personale di Mons. Cavanna non rispecchia per nulla quello del casato in quanto che gli ecclesiastici assumono di solito delle armi allegoriche ben differenti da quelle del loro casato.

I Salvi

Il cognome di questo casato ha, secondo alcuni interpreti, un'origine antica e prestigiosa; infatti il nome latino Salvus è già documentato a Roma in età repubblicana. Altri specialisti invece lo accostano alla pianta aromatica della Salvia, facendolo rientrare nella vastissima categoria di cognomi che sono presi da nomi di piante. Lo stemma stesso del casato conferma questa interpretazione perchè il ramo fogliato tenuto nelle branche del leone è un ramo di salvia.
Il Della Cella, in un suo manoscritto sulle famiglie genovesi, dichiara i Salvi, o Salvo o di Salvo, nobili e molto antichi cittadini genovesi: "venuti in Genova da più luoghi et in diversi tempi.". Il Beraldo, visionatore di antichi documenti e genealogista preciso, ricercato e competente, ci informa che nel 1294 un certo Salvo viene indicato come dei Signori di Ovada, ma noi riteniamo che il Salvo suddetto sia piuttosto un appartenente alla famiglia dei "de Uvada" battezzato con il nome proprio di Salvo.
In ogni caso, nel 1255, Joannes de Salvo è teste assieme ad altri due Salvi: Jacomello et Nigro in un documento nel quale Federico Malaspina conferma a console della Villafranca un certo Tomaso di Rossiglione. In questo stesso Comune, nel XIV secolo i Salvi li troviamo nella cerchia dei Signori consortili della Villa superiore.
In Ovada, i Salvi figurano molto tardi (fine secolo XVIII) provenienti da altre zone e si dedicano particolarmente al commercio e all'industria della seta e dei vini. A questo casato appartenne il Rev. Don Giuseppe Salvi che ha lasciato un ricordo imperituro della sua opera di benefattore e educatore della gioventù ovadese. Un di lui fratello fu gentiluomo di camera di S.S. Pio XI. Lo stemma che si vede ancora oggi affrescato sui muri del Ricreatorio fondato da Don Salvi, è quello probabilmente adottato dai Salvi di Ovada, ma non riportato negli stemmari genovesi del Musso e del Franzone.

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