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Famiglie e persone nella storia di Ovada - I Daneo, i Dania, i Vela, i Frascara e i Marchelli


I Daneo

Di questo casato è San Paolo della Croce, al secolo Paolo Francesco Daneo, figlio di Luca e di Anna Maria Massari, nato in Ovada il 3 gennaio 1694.
Daneo e Massari sono due cognomi non ovadesi che ritroviamo nei Registri parrocchiali soltanto nel periodo di loro permanenza in Ovada, dove risiedettero per una quindicina d'anni.
Luca Daneo, di antica famiglia decurionale alessandrina decaduta, si era trasferito, dalla nativa Castellazzo, in Ovada dove aveva sposato la Massari, figlia di un genovese che in Ovada aveva il suo commercio. Tra i tanti loro figlioli, doveva assurgere alla gloria degli altari Paolo Francesco che, con il nome di Paolo della Croce fu il fondatore in Roma della Congregazione dei Padri Passionisti.
Predicatore dalla parola feconda e piena di prodigioso spirito di santità, convertitore d'anime, apostolo fervente e luminoso della Passione del Signore, trascinatore e maestro di uomini santi, Paolo si spegnerà in Roma nell'ottobre del 1775 e sarà canonizzato da Papa Pio IX nel 1867.
Lo stemma Daneo lo ritroviamo affrescato nella casa natale del Santo in Ovada.  Dania

I Dania

Da questa famiglia, già presente in Ovada nel XVII secolo e dedita al commercio delle sete, ebbero i natali: Angelo Vincenzo Dania (1744-1818), Domenicano, Vescovo di Albenga, dove ancora oggi è ricordato per le sue opere di bene e di carità; ed il colonnello Andrea Dania (1775-1822), valoroso combattente nelle armate napoleoniche, decorato della Legion d'Onore che morì in Grecia, nel villaggio di Peta, pugnando alla testa dei Filelleni per la indipendenza di quella nobile nazione. A Peta riposa nel mausoleo di quei valorosi che si immolarono per la libertà greca ed una strada è stata a lui intitolata. In Ovada pure una via porta il suo nome.

I Vela

Questo casato, nel 1619, era già presente in Ovada con ben cinque nuclei familiari e, da uno di questi ebbe i natali Nicolò Vela (1652-1737). Iniziata la carriera delle armi in Grecia al servizio del Re di Spagna e dei Veneziani, combattè in Ungheria, Germania e Italia sotto le insegne imperiali. Raggiunto il grado di generale, fu governatore di Arona. Governò anche la Corsica per la Repubblica di Genova che ne iscrisse il suo nome nel Libro d'oro. Morì in Ovada il 22 agosto 1737 e fu sepolto nella Chiesa dei Cappuccini.

I Frascara

Si trovano citati in qualche documento fin dal XIII secolo. Il Rossi dice siano provenienti da Rossiglione superiore dove, ancora nel 1600, un quartiere portava il loro nome. Di li sembra si siano sparsi nell'Ovadese e nell'Alessandrino. I più antichi atti parrocchiali ovadesi ce li confermano presenti nella prima metà del XVI secolo con un Battista che il Gasparolo - genealogista della famiglia ed illustre storico alessandrino - ritiene sia il capostipite del ramo ovadese. Lo stesso autore colloca i Frascara romani - discendenti dal senatore Giuseppe - come originari del ramo di Ovada.

I Marchelli

Nella Convenzione della Comunità di Ovada con Genova del 1619 non risultano i Marchelli nell'elenco dei capi-famiglia ovadesi firmatari ditale atto. Dobbiamo pertanto dedurne che essi immigrarono molto tempo dopo nel nostro borgo provenienti dalla Liguria, dove già nel 1300 fanno parte dei consortili di Rossiglione oppure dall'Alessandrino dove li troviamo, nel 1419, ascritti alle nobili famiglie di Alessandria nell'Armista di Casa Sardi riportato del Ferrari di Brignano.
Nei Registri parrocchiali ovadesi cominciano a figurare i Marchelli soltanto nel 1700 con la cognomizzazione al singolare in Marchello o Marchella come si usava in quei tempi, trattandosi di maschi o femmine.
I componenti di questa famiglia erano dediti particolarmente alla mercatura ed al commercio del vino.
Bartolomeo Marchelli (1834-1903), garibaldino fu dei Mille e si distinse a Calatafimi meritandosi i galloni di ufficiale. Ebbe amicizia con lo stesso Garibaldi che molto lo stimava. Nella vita civile fu giocoliere estremamente abile, allievo ed emulo del grande Bosco ed ebbe successi in tutti i teatri italiani. In Ovada fu sempre amato e stimato da tutti, particolarmente per il suo carattere buono e generoso.

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