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Famiglie e persone nella storia di Ovada - I Malaspina


Il Moriondo nei suoi Monumenta Aquensia ci dice che: "...a causa di una certa discordia, che ebbero alcuni Marchesi del Bosco, fu chiamato il signore Federico Malaspina di Lunigiana, gli fu data in moglie Agnese figlia di Guglielmo del Bosco della stirpe del figlio di Bonifacio, uno dei figli di Aleramo...".
Questo Federico Malaspina di Lunigiana citato dal Moriondo era il quarto figlio di Corrado l'antico, valoroso sostenitore dell'imperatore Federico II nella lotta contro il Papa e che Dante ricorda nel Canto VIII del Purgatorio con i versi 122-126 "...dove si dimora - per tutta Europa ch'ei non sien palesi? - la lama che la vostra casa onora - grida i signori e grida la contrada - si che ne sa chi non vi fu ancora...".
Federico, sposando Agnese figlia di Guglielmo del Bosco, fu il capostipite dell'estinta diramazione dei Marchesi di Cremolino; Tomaso, suo figlio, fu erede in gran parte dei beni della madre Agnese.
Come si vede da queste note, quella parte di proprietà di Ovada che il suddetto Tomaso vende nel 1277 ai Genovesi per diecimila lire (vedi A.S.G.: Atti Notaio Lanfranco Valario) gli perveniva da beni dotati femminili di chiara e primitiva origine aleramica.
Questa illustre prosapia, i cui appartenenti vissero tutti una vita piena di movimento, sempre in mezzo alle fazioni e alle guerre, si frazionò in innumerevoli rami che si sparsero in tutta Italia ed anche all'estero.
I Malaspina di Cremolino, padroni di parte di Ovada e che noi troviamo sovente nelle nostre cronache locali dal XIII al XV secolo (vedi Tomaso, Isnardo, Corrado ed altri), appartennero al ramo di quelli cosiddetti dello Spino secco; la loro arma è araldicamente così descritta: "di rosso al leone d'oro coronato dello stesso, tenente con le branche uno spino secco di nero. Lo scudo accollato all'aquila dell'Impero.
Ancora oggi noi troviamo quest'arma riprodotta nello stemma comunale di Cremolino, in diversi scudi dipinti sulle mura del castello di questo paese e viene altresì ricordata nel nuovo blasone del Comune di Molare che, a ricordo dei suoi antichi consignori, riporta il leone rampante ed il colore rosso.
Quella dei Malaspina fu una razza che, seguendo l'antica legge longobarda, era obbligata a dividere i suoi beni in testa ad ogni maschio; ciò portò alla formazione di infinite diramazioni ed insieme all'indebolimento della famiglia stessa la cui potenza venne gradatamente scemando per sempre nuovi frazionamenti che offrivano buon giuoco agli intrighi ed alle insidie delle Repubbliche e delle Signorie confinanti e che furono la causa che rese oscure moltissime delle loro diramazioni.

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