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Gli Ex-Voto dei marinai.


Articolo n. 144 - Pubblicato su "Il Gazzettino Sampierdarenese" del 15 Dicembre 1994

Presso l' Accademia Ligustica di Belle Arti in Genova, relatore il Prof. Paolo Bensi, si è diplomata con pieni voti la signorina Giulia Manicardi di famiglia genovese.
Affrontare un argomento che diremmo inconsueto sebbene strettamente collegato ed il carattere con il tipo di scuola frequentato ci dimostra l'impegno della giovane Manicardi nella ricerca di qualche cosa di nuovo, perchè pensiamo siano pochi gli studenti che si sono proposti di analizzare con una tesi di diploma un tema così vasto, così composito e così pieno di spunti interessanti come può essere quest'arte pittorica minore esercitata da artisti di secondo piano, umili artigiani del colore e del disegno.
La storia degli ex-voto è antichissima perchè sappiamo che già ai tempi dei Greci e dei Romani gli uomini devoti e riconoscenti alle loro divinità manifestavano la loro gratitudine per i benefici ricevuti con offerte di doni, di oggetti di ricordo che, quasi sempre, erano di materiale prezioso.
Con il Cristianesimo ed il Cattolicesimo la devozione ai Santi e, particolarmente, alla Madonna, portarono i fedeli a rivolgersi a questi intercessori presso Dio nei loro momenti di sofferenza e di pericolo per richiedere un intervento soprannaturale che li salvaguardasse dal male.
Gli ex-voto sono testimonianze di devozione, di fede e di riconoscenza che noi, ancora oggi, possiamo osservare negli svariati santuari che ancora li conservano.
La tesi è bella e ben fatta, si sviluppa in diversi capitoli che, con sintesi appropriata ed esauriente, ci danno un quadro complessivo dell' evolversi della tecnica e della tematica di queste variopinte e semplici piccole opere pittoriche.
La Manicardi si è attenuta ad esaminare soltanto gli ex-voto marinari liguri, anche per tenersi pił in carattere con la sua Liguria, terra di capitani coraggiosi e marinai intrepidi. Ma gli spunti tematici degli ex-voto in generale sono infiniti ed i santuari che ancora ne sono in possesso ne fanno fede.
Diciamo ancora perchè la depauperazione in un patrimonio così bello ed istruttivo ha impoverito di moltissimo questa collezione che per incuria, ignoranza, venalità e per tante altre cause naturali e non, hanno costretto le autorità delle Belle Arti ad intervenire per salvaguardare queste testimonianze che, pur nella loro semplicità, sono scenografie di vita vissuta ed attestazioni di costume, di storia, di evoluzione tecnica e sociale. La nostra giovane diplomata non ha mancato di sottolineare con lo scritto e la documentazione iconografica le opere pił significative ed impattanti pur attenendosi, per non caricare l'economia generale della tesi, entro i limiti del necessario, come si conviene ad uno scrittore informativo, obiettivo e rispettoso della verità storica. Sono patetiche queste visioni di mari tempestosi con orizzonti plumbei ed opprimenti, questi bastimenti sballottati dalle onde, con le vele strappate ed alberi spezzati, gli equipaggi disperati ed oranti e in alto, in un alone di luce splendente, la divinità soccorritrice. In tutte queste raffigurazioni non manca il pathos che emoziona e tocca i sentimenti.
Ma, per essere concreti, non manca neppure il verismo e la documentazione storica dell'evoluzione dei natanti: dalla galea remigante alla vela alata e trionfante fino ad arrivare ai giorni nostri con i moderni colossi del mare. Diciamo dunque che queste operette semplici e di poche pretese artistiche sono per noi, uomini di oggi, abituati a tutt'altre cose, un ulteriore insegnamento ed anche, se possiamo dirlo, un piccolo monito.
Giulia Manicardi, hai fatto un buon lavoro.

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