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Araldica Nostrana: I Calvi.


Articolo n. 120 - Pubblicato su "Il Gazzettino Sampierdarenese" del 31 Ottobre 1989

 Calvi Innumerevoli sono i personaggi che hanno illustrato questo cognome nei secoli. Vi sono rappresentati artisti, letterati, sacerdoti, magistrati, uomini d'arme e politici in una vasta gamma di figure storiche che nel loro curriculum ne fissano la varietà dei singoli intelletti. Calvi, come ci dice il De Felice, è la cognomizzazione del nome 'calvo' da un originario soprannome e dato in relazione alla calvizie che può in parte continuare il 'cognomen' latino già di età repubblicana 'Calvus'. Ma in molte forme può anche riflettere vari toponimi, spesso con lo stesso etimo, ed i relativi etnici. Il cognome è diffuso in tutta Italia e questo ci conferma quanto detto sopra. Il Crollalanza, in araldica, riporta ben nove casati Calvi: di Bergamo, di Bologna, di Genova, di Milano, di Oneglia, di Padova, di Piacenza, di Piemonte e di Roma. Tutte queste famiglie a cui non si può, onestamente, riconoscere comunanza di stirpe o parentela, hanno uno stemma diverso sebbene su tutte, fuorchè nei Calvi di Genova, prevalga la figura di una testa d'uomo calva e, talora, barbuta. I Calvi di Genova, secondo lo Scorza, sono originari della Riviera di Ponente e discendenti di un Oberto detto Il Calvo che fu consigliere del Comune di Genova nel 1174. Antonio, nel 1456, fu Governatore della Corsica e, nel 1528, i Calvi formarono il XIV Albergo. Gio Batta di Giorgio fu Doge nel 1561 ma restò ben poco in dignità perchè morì nello stesso anno. Furono Senatori della Repubblica: Agostino nel 1531, Antonio nel 1548, Bartolomeo di Geronimo nel 1588 e Francesco di Antonio nel 1615. Lo stesso autore ci segnala un'altra famiglia Calvi di Oneglia, ascritta al Patriziato di Genova nel 1748; la considera un ramo della precedente sebbene lo stemma sia completamente diverso. A proposito di questi Calvi onegliesi pare, secondo lo Spreti, che siano i progenitori dei Calvi piemontesi poi Conti di Bergolo. Lo stemma identico ci conferma questa tesi. Il blasone scaccato di nero e argento è prerogativa della famiglia di Genova, ma sia a Milano che a Messina vi sono altre famiglie Calvi con arma identica e che tutti gli araldisti danno come discendenti della casata genovese.
Ma passiamo ad enumerare alcuni di coloro che di questo cognome ebbero qualche distinzione. La dinastia dei Calvi, pittori genovesi, è abbastanza interessante: derivano da un Marciano che dalla nativa Lombardia si trasferì in Genova sulla metà del 1400. Agostino, pittore, suo figlio, ebbe a sua volta due figli: Lazzaro e Pantaleo che entrambi seguirono nell'arte pittorica le orme del padre e del nonno. Di questi due il più noto e famoso fu Lazzaro, nato in Genova nel 1502, che si distinse per le sue numerosissime opere condotte a termine con immenso successo durante la sua lunghissima vita. Affrescò ed ornò molte facciate ed interni di palazzi e di chiese della sua città. Dipinse innumerevoli quadri che sono tuttora sparsi per tutta la Liguria, a Napoli ed all'estero. Lo aiutava nella sua opera il fratello Pantaleo, anche lui ottimo pittore, che gli premorì ultranovantenne. Lazzaro era un tipo strano, impetuoso, manesco, feroce e guerriero. A metà della sua vita, forse per incomprensioni di mestiere abbandonò il pennello e per vent'anni non lo usò. Agiato e benestante si dilettava di nautica e fu provetto schermidore. Ripresa l'abbandonata pittura fece molti lavori, così ad olio come a fresco, applaudito ed encomiato con gli stessi elogi di prima. Sano e forte, potè campare fino alla veneranda età di 105 anni e morì nel 1607, lasciando erede della sua abbondante ricchezza una sua unica figlia che aveva, tempo prima, maritata con un gentiluomo genovese. Di Pantaleo restarono quattro figliuoli: Marcantonio, Aurelio, Benedetto e Felice, tutti pittori ma non già da paragonarsi col padre e con lo zio, sebbene validi e stimati. Dalla scuola dei Calvi uscì Battista Brignole che ne fu il continuatore.
Donato Calvi: Frate agostiniano del XVII secolo. Letterato bergamasco autore de 'Scrittori Bergamaschi'.
Emilio Calvi: Erudito e storico romano.
Pasquale Calvi: Patriota e magistrato - Messina 1794 - Castellamare del Golfo 1867. Partecipò al moto siciliano del 1812 e in seguito patì carcere ed esilio. Scrisse 'Le Memorie storiche e critiche della Rivoluzione Siciliana del 1848-1849' alla quale aveva partecipato e, tornato in patria nel 1860, divenne Presidente della Suprema Corte di Giustizia di Palermo, indi della Cassazione.
Felice Calvi: 1822-1901. Storico milanese autore dell' opera 'Il Patriziato Milanese'.
Pier Fortunato Calvi: Patriota e martire del Risorgimento - Briana di Cadore 1817 - Mantova 1855. Valoroso soldato, difensore del Cadore nel 1848. Morto sulla forca austriaca a San Giorgio di Mantova.
Don Giuseppe Calvi: Prelato milanese. Patriota. Nel 1848 benedisse la Bandiera della Rivoluzione milanese.
Pietro Calvi: Poeta e drammaturgo - San Remo 1839 - Roma 1900. Scrisse alcuni drammi alla maniera del Cossa. Molti di essi ebbero vivissimo successo come 'Arminio','Bianca Capello','Caligola', ecc.
Giorgio Calvi: Conte di Bergolo - 1854-1924. Ministro plenipotenziario ad Atene e Copenhagen. Suocero della Principessa Iolanda di Savoia.
Giuseppe Calvi: Pittore, nato nel 1855 a Milano. Dopo aver trascorso parecchi anni a Parigi dipingendo con successo, rientrò in Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale e si impose subito come pittore di grande qualità. Fu premiato con medaglia d'argento all' Esposizione di Parigi del 1937. Artista autodidatta e di una rara sensibilità, è stato socio dell' Accademia di Brera dal 1924.
Don Nicola Calvi: Carrega 1783 - Genova 1859. Studioso e dotto sacerdote largo di benefici verso i suoi parrocchiani.
Padre Giuseppe Calvi O.S.J. cl. 1887. Valoroso Cappellano Militare degli Alpini - da Mombaruzzo (Asti). Decorato di due medaglie d'argento nella guerra 1915-18, di una medaglia di bronzo e Croce di Guerra al valore nel passato conflitto 1940-45.
L'arma dei Calvi di Genova è: scaccato d'argento e di nero. Quella degli onegliesi è: di rosso alla fascia d'argento accostata in capo da due teste di uomo calve al naturale ed in punta da tre gigli d'oro posti due e uno.

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