Benvenuti su www.nonsoloovada.it!

Le antiche locande ed osterie ovadesi.


Articolo n. 97 - Pubblicato su "La Provincia di Alessandria" del Giugno-Agosto 1986

 Antiche Locande "Proclama per la tassa delle Galee sopra gli Osti, Tavernati e Bettolanti di questo Luogo e sua Giurisdizione. Antonio Fieschi, Capitano di Ovada e sua Giurisdizione per la Serenissima Repubblica di Genova. Essendo noi in determinazione d'esiggere la Tassa delle Galee da tutti gli Osti, Tavernati e Bettolanti, a calce del presente descritti nelle rispettive somme. Se ne rendono intesi ed ammoniti li stessi per mezzo di questo Pubblico Proclama, affinchè abbino loro il termine di giorni otto, successivi al dì dell'affissione, e pubblicazione del presente, a comparire e far constare del loro gravame o carrico; qual termine passato s'intenderà cadauno d'essi tenuto al descritto pagamento, e così si passerà contro de' medesimi ed ognuno d'essi alle essecuzioni si reali che personali. Esorta dunque ognuno a non essere contravventore perchè irremisibilmente si verrà alle sopradette essecuzioni.
Giuseppe Gatto Lire 12,10 - Bartolomeo Ighina Lire 6 - Gioanni Maggio Lire 4,10 - Guido Bonelli Lire 6 - Il Frate cognato del suddetto Gatto Lire 3 - Alessandro Buffa Lire 11 - Tomaso Basso detto Milano Lire 9 - Gio Batta Torriglia Lire 1,10 - Antonio il Bastero Lire 1 - Pietro Oberti il Franzese Lire 11 - Giovanni Tagliafico Lire 6 - Pietro Bono Lire 5 - Francesco Marenco Lire 2 - Teresa Aloiggi Lire 1 - Germano Aloiggi Lire 1 - Teresa Periana Lire 1 - Francesco Antonio Rebbora Lire 1 - Angelo Mongiardino Lire 1 - Agostino Aloiggi Lire 3 - Lorenzo Frascara Lire 2,10 - Alla Villa della Costa: Giacomo Antonio De Martini Lire 4 - Valoria: Domenico Marenco Lire 3 - Alla Ghiara delle Molare: Giacomo Odone Lire 3 - Gio Maria Tasca Lire 3 - Alla Guardia: Bernardino Berchi Lire 2 - Gio Batta Bariggione Lire 2 - Alla Rebba: Gio Batta Palazzo Lire 3. Dato in Ovada dalla nostra solita Ressidenza questo dì 12 Febraro 1789. Jo Bernardus Burgarini Cancellarius. A 13 d.o. Febraro: Giuseppe Cadamartori Nuncio di questa Curia riffere di aver oggi pubblicato il sud.to Proclama in questa Pubblica Piazza ed in altri luoghi soliti e consueti, più persone presenti et audienti ed indi averne affissa copia di esso a questo solito pubblico Pilastro."
.
 Antiche Locande Sappiamo così, da questo Proclama e pur non conoscendone l'esatta ubicazione, il numero preciso degli esercizi pubblici (oggi si direbbe così) esistenti in Ovada e frazioni sul finire del 1700. Volendo fare una breve analisi della situazione, notiamo subito che, tra piccoli e grandi, gli esercizi sommavano a ben ventotto locali che, per l'epoca e la popolazione residente, non erano pochi. Notiamo poi, nelle differenze di tassazione, che ve ne erano tre che superavano le dieci lire genovesi, il che ci indica che erano grosse locande fornitrici di vitto, alloggio, stallaggio ed i migliori servizi. Erano quelli condotti da Giuseppe Gatto, che era tassato per ben 12 Lire e 10 centesimi genovesi, seguito da quelli di Buffa Alessandro e Pietro Oberti detto Il Francese, che subivano una tassazione di undici lire. Una locanda, quella di Tomaso Basso, detto Milano, pagava Lire 9, il che ci dimostra che era di categoria leggermente inferiore alle tre principali. Tre locande di seconda categoria erano quelle di Bartolomeo Ighina, Guido Bonelli e Giovanni Tagliafico, che pagavano 6 lire. I locali di Pietro Bono (5 lire), Giovanni Maggio (Lire 4,10) e Agostino Aloiggi (3 lire) dovevano essere semplici trattorie che somministravano soltanto il vitto senza alloggio. Il resto sono tutti, più o meno, locali di mescita, semplici osterie e taverne che non pagano più di una lira o due di tassazione. La situazione nelle frazioni, da quanto se ne deduce dall'imposta e tenuto conto della minore affluenza di pubblico e della poca consistenza della popolazione locale, ci si presenta alquanto diversa in quanto i locali situati nelle frazioni comprendevano un pò tutti i servizi sebbene in maniera molto più carente di non quanto si poteva ottenere nel borgo centrale.
Il discreto numero di esercizi che troviamo sparsi nella campagna e nelle frazioni ci conferma che essi erano tutti situati in località di transito delle antiche direttrici viarie dove i viandanti, i pellegrini, i cavallari ed i mulattieri potevano trovare alloggio e sostentamento.

|
|
|