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Araldica Nostrana: Scaniglia.


Articolo n. 57 - Pubblicato su "Il Gazzettino Sampierdarenese" del 30 Marzo 1980

 Scaniglia Di questa famiglia, prevalentemente ligure, lo Scorza non ci dice molto. Si limita ad informarci che gli Scaniglia, originari di Rapallo, entrarono nei Fattinanti e, dopo lo scioglimento di questi, passarono nei Grillo. Ce ne descrive però lo stemma, che il Crollalanza ci conferma, dichiarando il casato, genericamente, di Genova. Il Grillo, invece, trova gli Scaniglia già presenti e segnalati sui libri parrocchiali ed atti notarili nel 1221 in Terrile, Tribogna e Lumarzo, nel 1232 in Fumeri, nel 1323 in Neirone e nel 1619 in Campomorone. Lo stesso autore ci segnala inoltre un non meglio precisato, nel nome e nel tempo, Abate Scaniglia in Arcola.
Indipendentemente da tutto ciò, se diamo uno sguardo all'elenco delle famiglie componenti i 29 alberghi formatisi in Genova nel 1528 non vi troviamo gli Scaniglia; essi sono però ascritti nel Libro d'Oro, compilato più tardi, sotto il cognome Scaniglia, nelle persone di Stephanus q. Bart.maei e Petrus Joannes q. Steph.i. L'ascrizione al patriziato genovese ci è anche confermata da una relazione del 1687 sui lavori della parrocchiale e del campanile di Sestri Ponente, dove troviamo firmatario il 'Nobile Paolo Francesco Scaniglia, architetto e perito'. Non sappiamo se questo Paolo Francesco fu il primo del casato ad aprire la numerosa serie di "Architetti Scaniglia"; è certo però che, nello stesso secolo, un altro Paolo ed un altro Francesco Scaniglia erano già appaltatori per la costruzione delle nuove mura a difesa della città di Genova e, nel medesimo periodo, l'architetto Stefano Scaniglia progettò l'Albergo dei Poveri di Genova e Pietro Girolamo ne fu cospicuo benefattore. Nel 1771 Giuseppe Scaniglia disegnò e progettò in Sampierdarena l'Oratorio della Confraternita dell'Orazione e Morte, in forma rotonda e stile corinzio. Questo edificio fu ampliato, nel 1846, da Angelo Scaniglia, che lo abbellì e lo ristrutturò con tanta maestria da riuscirne un vero gioiello. Angelo Scaniglia fu il personaggio che più illustrò questo nobile casato sampierdarenese. Nato il 23 novembre 1791 in Sampierdarena, architetto pure lui come i suoi maggiori, fu, nel suo ramo, operatore instancabile, valente ed estroso, e non poche sono le opere architettoniche in Genova, in Liguria e fuori, che ancora oggi ricordano il suo nome.
Nel 1820 ristrutturò la villa Doria-Franzoni (oggi delle Madri Pie Franzoniane) progettandone anche la chiesa di N.S. della Sapienza, di forma ottangolare. Nel 1831 è Architetto del Comune di Sestri a Ponente e, in questa sua qualità, effettua studi e perizie per il Camposanto Sestrese, così come nello stesso anno progetta il nuovo teatro del Comune. Nel 1849 disegna per Sampierdarena la nuova chiesa di N.S. delle Grazie, in forma rotonda e con tre altari. Tale chiesa era stata voluta dalla Confraternita dei 'Minolli', e fu poi ingrandita a più riprese, rimanendo così di aspetto irregolare fino a che, nel 1926, venne posta la prima pietra della nuova chiesa dello stesso titolo che oggi noi vediamo. Angelo Scaniglia curò inoltre la costruzione del Teatro Nuovo, poi Ristori; prolungò la navata centrale della chiesa della Cella e, unitamente a Nicolò Bruno, fu autore ed esecutore della monumentale facciata marmorea della stessa chiesa. Sono suoi, inoltre, i progetti per il Palazzo del Comune, costruito dove prima c'era il castello. Si dedicò anche alla vita amministrativa sampierdarenese come sentito ed apprezzato consigliere municipale. Morì ultra ottantenne, il 30 gennaio 1880, e fu sepolto nella chiesa di San Gaetano, dove fu eretto un monumento in sua memoria.
Se in araldica i blasoni hanno un loro significato possiamo dire che l'arma degli Scaniglia è, indubbiamente, emblematica e simbolica perchè essa, con il colore azzurro, ci indica la fama dei suoi componenti.
Arma: d'azzurro al palo d'argento a cinque stelle d'oro; al capo d'azzurro all'aquila imperiale coronata di nero.

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