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Cronache Ovadesi del XVI secolo - Parte III.


Articolo n. 41 - Pubblicato su "L'Ancora" del 9 Gennaio 1977.

Un certo Simonino, carrettiere di Rossiglione, cosà racconta:
".... Il sabato avanti il lunedà che i Spagnuoli venissero qui a Ovada, mi ritrovai in Alessandria e meco vi era Tomaso d'Odone, Bernardino Canonero di Rossiglione e Marcheto Tribone di Ovada, tutti in piazza e stavimo in trattare di andare a bere. Venne uno di Tagliolo il quale diseva egli di voler venire a bere con noi, e così venne in compagnia nostra all'Osteria del Gatto e mangiassimo delle rostie e bevemo dei boccali di vino e fatto questo noi di Rossiglione e Ovada dissimo di voler bere ancora un poco, ma quello di Tagliolo disse che non voleva fare altro e che voleva andare a fare un suo ufizio; e così si partì, e pagò sei quatrini che gli toccava in sua parte e assai presto il medemo di Tagliolo ritornò con alcuni Spagnuoli e altri e disse: sono questi quatro, e così uno degli Spagnuoli disse: Il Signor Governatore vi dimanda, e si partissimo con detti spagnuoli e ne condussero in prigione e vedendo noi che ne voleano metere in prigione gli dissimo che era questo che ne faseva metere in prigione; essi ne risposero che d'ordine del Governatore. E restassimo in un cortile, e Bernardo e Marcheto per quanto intesi andarono dal Governatore, e poi di lì a un poco venne giù il detto Bernardo e Marcheto con un altro di Ovada ligati, e poi ne ligarono con loro, e tutti ne misero in prigione. Stessimo otto giorni continui, e poi ne lasciarono il sabato seguente e io pagai per la carcere e il cancelere soldi disdotto....".
A questo punto balza evidente, dal racconto del teste oculare, la veridicità e la vivacità della scena. In essa c'è tutto il colore ed il costume di quei tempi: il tagliolese anonimo che, prezzolato dagli spagnoli, denuncia i liguri, vendicandosi cosà dei soprusi subiti dai suoi e forse da lui stesso. L'irrompere dei birri dentro l'osteria del Gatto, mentre i protagonisti se ne stanno serenamente mangiando delle caldarroste (rostie) e bevendo del buon vino. Il brutale arresto e trasferimento, con relativa impacchettatura (e ne ligarono assieme), in galera. Ed infine, dopo otto giorni di carcere, la liberazione condizionata però dal pagamento delle spese processuali e di mantenimento (ed io pagai per la carcere ed il cancelere soldi disdotto).
La cronaca dei fatti locali si arresta qui e non ci è dato di saperne di più, almeno nei particolari.
La vertenza dei confini, che aveva portato alle conseguenze che abbiamo narrato, come sappiamo non fu risolta o, almeno, se fu risolta lo fu in maniera da non soddisfare nè l'una nè l'altra parte. Quello che è sicuro è che i poveri paesani di Ovada, di Tagliolo e delle campagne circostanti dovettero subirsi per un paio d'anni le vessazioni, i soprusi e le angherie di una soldataglia straniera, spagnola, corsa e tedesca, che, a detta di un cronista contemporaneo, li ridusse ad essere depredati non solo di ogni loro avere ma, financo, delle porte e delle finestre che furono, insieme al resto, abbruciate per le loro necessità logistiche e di riscaldamento. Don Carlo d'Aragon Duca di Terranova, Governatore di Milano poteva ritenersene soddisfatto.

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