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Pillole di Araldica - Parte Terza

di Federico Borsari - Maggio 2023


Nel precedente articolo dedicato all'arte araldica abbiamo trattato dell'Araldica Nobiliare ed abbiamo ricordato come con l'avvento della Repubblica, in Italia, i titoli nobiliari siano stati "aboliti". Questa parola significa, più precisamente, che i titoli nobiliari non sono stati cancellati, bensì che essi NON sono riconosciuti ufficialmente dallo Stato e dalla sua amministrazione e che NON possono essere utilizzati nei documenti rilasciati (o validati) dalla stessa amministrazione (certificati, documenti, carte di identità, passaporti, contratti, atti di compravendita, eccetera). Le famiglie nobiliari italiane non hanno perduto, quindi, i loro titoli, ma non li possono "esprimere" ufficialmente. Nulla vieta ai "nobili" di "innalzare" uno stemma (con relativi attributi di corona) nei propri documenti privati e/o personali e nelle loro proprietà. Per fare un esempio, il Marchese Taldeitali può, ad esempio, innalzare lo stemma sul portone del suo castello/palazzo ed utilizzarlo, con attributi ed eventuale predicato, sulla sua carta da lettera o sui suoi biglietti da visita, ma per lo Stato Italiano egli è e rimane, sic et simpliciter, il Signor Taldeitali.
Abbiamo anche detto che in fase di definizione delle modalità di "passaggio" dal Regno d'Italia alla Repubblica sono state adottate alcune "eccezioni" che riguardano specifici casi di "cognomizzazione del predicato". Queste eccezioni, giustificate dalla volontà di non disperdere il patrimonio storico delle più antiche famiglie italiane, hanno riguardato alcune stirpi ben radicate in determinati territori e contraddistinte, nell'attribuzione del nome, dalla preposizione "di" seguìta dal nome del luogo. Per fare un esempio che tutti ben conoscono in Italia (e anche all'estero) possiamo citare Luca Cordero di Montezemolo che, tra le altre cose, è stato Presidente di Ferrari, FIAT, Confindustria, Maserati, FIEG, Alitalia e molto altro. Secondo la Nobiltà Italiana, il suo nome completo, corredato degli attributi, sarebbe il seguente: Nobile Dott. Comm. Gr.Uff. Luca Cordero dei Marchesi di Montezemolo; come si vede, con l'abolizione dei titoli nobiliari e la cognomizzazione del predicato, vengono fuori il nome e cognome che tutti conosciamo, a cui viene dapprima anteposto l'attributo derivante dagli Studi effettuati (Laurea in Giurisprudenza con specializzazione in Diritto Internazionale) seguito dagli attributi delle più importanti tra le onorificenze di cui è stato insignito dalla Repubblica Italiana (Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Cavaliere del Lavoro, Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Collare d'Oro al Merito Sportivo, ecc.).

I titoli nobiliari, dunque, non sono riconosciuti ufficialmente dallo Stato Italiano ma, per contro, gli attributi araldici sono tuttora ben riconosciuti dalla Chiesa Cattolica che, anzi, li utilizza per definire i vari gradi della sua gerarchia. Ovviamente, qui non si parla più di Nobili, Marchesi, Duchi e Principi, bensì di Vescovi, Arcivescovi e Cardinali (e anche dello stesso Pontefice) e, altrettanto ovviamente, non si parla più di "corone" ma, invece, di "croci" e di "cappelli". Stiamo parlando dell'Araldica Religiosa, che possiamo, ad esempio, trovare rappresentata in bella vista sul portale di ingresso delle chiese ove "siede" un Vescovo (o un Arcivescovo). Senza andare troppo lontano, questo è lo stemma che troviamo sopra il portale del Duomo (o Cattedrale) di Acqui Terme:

Stemma Vescovo Acqui


Questo stemma, che è riferito all'attuale Vescovo Mons. Luigi Testore, oltre allo scudo con le armi di famiglia, presenta un paio di attributi del tutto particolari, cioè una croce posta dietro lo scudo e, al posto della corona, un curioso cappello di colore verde a cui sono appesi, ai due lati, due cordoni (anch'essi di colore verde) che si ramificano in dodici fiocchi (sei per lato).
Ovviamente, non si tratta di "abbellimenti" messi lì a caso ma di una simbologia che rispetta ben precise regole che consentono ad un esperto araldista di poter sapere, guardando questo stemma, se in quella chiesa siede un Vescovo, un Arcivescovo o un Cardinale nonché, in quest'ultimo caso, anche di quale "tipo" di Cardinale si tratta.

La Croce

Premettiamo che in araldica esistono oltre TRECENTO tipi di croci diverse, molte delle quali caratterizzate da nomi assai particolari (a chiave, aguzza, del Calvario, a sedici punte, doppiomerlata, falcata, ricerchiata, spinata, gammata, frecciata, mulinata, patente, a cinque bracci, fiordalisata, ecc.ecc.).
Detto questo, negli stemmi dei religiosi si utilizza, posta sempre "in palo" (cioè in verticale) dietro allo scudo, la Croce Àstile (con l'accento sulla A) che è, per intenderci, quella croce montata su di un lungo sostegno che viene sempre "portata" all'inizio delle processioni religiose, solitamente affiancata da due candelabri accesi.
Nell'araldica ecclesiastica si utilizzano DUE modelli di croce àstile, la Croce Singola (detta anche ad una traversa) e la Croce Doppia (a due traverse, detta anche Croce di Lorena)

Croce Una Traversa Croce Due Traverse


La presenza o meno della croce ed il suo modello rivestono un'importanza fondamentale (assieme al cappello con i fiocchi) per andare a definire la gerarchia ecclesiastica, che esplichiamo qui di seguito:

- I Diaconi NON hanno diritto alla Croce;
- I Sacerdoti NON hanno diritto alla Croce;
- I Parroci ed i Prevosti NON hanno diritto alla Croce;
- I Vescovi hanno diritto alla Croce Singola;
- Gli Arcivescovi hanno diritto alla Croce Doppia;
- I Cardinali SENZA Dignità Episcopale NON hanno diritto alla Croce (riguarda i casi di Sacerdoti o Monsignori che, senza essere stati nominati Vescovi, vengono nominati Cardinali);
- I Cardinali Vescovi hanno diritto alla Croce Singola;
- I Cardinali Arcivescovi hanno diritto alla Croce Doppia.

Come si vede, la presenza o meno della croce àstile e la sua tipologia vanno a definire precise figure nella gerarchia ecclesiastica. Ma sono le caratteristiche del "cappello" che completano il quadro, abbastanza complesso per la verità, dei vari gradi del potere della Chiesa Cattolica.

Il Copricapo

Andando a rivedere la foto dello stemma del Vescovo di Acqui (per la precisione, la Diocesi è denominata "di Acqui" e non, come si potrebbe pensare, "di Acqui Terme" e fa parte della "Provincia Ecclesiastica di Torino" che, a sua volta, fa parte della "Regione Ecclesiastica del Piemonte") possiamo notare, al di sopra dello scudo, un curioso tipo di copricapo che si chiama "Galèro".

Il Galèro è un particolare tipo di "cappello" con falda molto (esageratamente) larga che veniva utilizzato nel Medioevo dai Prelati e dai religiosi di alto rango. Nel 1245 esso fu adottato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica come "copricapo" per i Cardinali; come tale, esso veniva imposto ai nuovi Cardinali all'atto della nomina assieme alla cosidetta "Berretta Cardinalizia" (che è detta anche "Tricorno" e, in questo caso, di colore rosso). Il Galèro, fino al Concilio Vaticano Secondo, faceva parte dell'abbigliamento "solenne" dei Cardinali, che lo indossavano abitualmente in occasione delle più importanti celebrazioni religiose e, anche, nelle occasioni pubbliche più significative. Con il Concilio Vaticano II, l'uso liturgico e pubblico del Galèro fu abbandonato ed oggi tale copricapo non viene più utilizzato anche se molti Cardinali, soprattutto quelli più "conservatori", lo acquistano e lo custodiscono privatamente.
Qui sotto potete ammirare un Galèro Cardinalizio che ancora oggi si può trovare in vendita presso le più rinomate sartorie ecclesiastiche romane (credit: philippi-collection.blogspot.com).

Galero cardinalizio


Come si può vedere, il Galèro è "accompagnato" da due serie di "fiocchi" dello stesso colore che scendono ai lati di esso. Dal colore del Galèro e dal numero dei fiocchi che lo "guarniscono" si possono individuare, anche qui come nel caso della croce àstile, i vari gradi della gerarchia ecclesiastica:

- Diacono: Galèro Nero senza fiocchi;
- Sacerdote: Galèro Nero con due fiocchi (uno per lato);
- Parroco: Galèro Nero con sei fiocchi (tre per lato);
- Vescovo: Galèro Verde con dodici fiocchi (sei per lato);
- Arcivescovo: Galèro Verde con venti fiocchi (dieci per lato);
- Cardinale: Galèro Rosso con trenta fiocchi (quindici per lato);

Dalla combinazione tra le due Croci (che abbiamo visto prima) ed il tipo di Galèro che appaiono a corredo dello stemma, araldicamente possiamo andare a definire con assoluta precisione tutte le diverse tipologie di "importanza" nella scala gerarchica ecclesiastica che, compresi molti "casi particolari", sono oltre trenta. Qui di seguito i casi più comuni:

Diacono Sacerdote Parroco
Vescovo Arcivescovo
Cardinale non Vescovo cardinale Vescovo Cardinale Arcivescovo


Per quanto riguarda, invece, il Papa, gli attributi sono le "Chiavi Decussàte" (cioè incrociate, una d'oro ed una d'argento, che rappresentano le "Chiavi del Regno" (dei Cieli, ovviamente)) poste dietro allo scudo, che a sua volta è sormontato da una "Mìtria", detta anche Mìtra (da non confondersi con la stessa parola al maschile) o Mitrèa, cioè il copricapo proprio dei Vescovi e degli Arcivescovi. Prima del Concilio Vaticano Secondo al posto della Mìtria era posta la Tiàra (detta anche Triregno), che era formata da tre corone poste una sopra all'altra e che andavano a definire, rispettivamente, il Papa come 1: Padre dei Re e dei Principi, 2: Rettore del Mondo e 3: Vicario di Cristo sulla Terra. Qui di seguito vediamo sia il "vecchio" stemma che quello attuale. Da notare come sulla Mìtria siano stilizzate, in colore oro, le tre corone del vecchio Triregno:

Papa Vecchio Stemma papa Nuovo Stemma


Curiosità

A latere di questo articolo, riportiamo un paio di curiosità.
Abbiamo parlato del "Triregno", che simboleggia i tre àmbiti in cui il Pontefice opera. Si tratta di "attributi" che arrivano direttamente dal passato più antico della Chiesa (e non solo Cattolica) che, a quei tempi, oltre al potere "spirituale", esercitava un ben più incisivo potere "temporale" nei confronti di qualsiasi altra figura, Re ed Imperatori compresi. Oggi il "primo regno" (Padre dei Re e Principi) viene "esplicato" nell'ambito degli Stati retti da Monarchie e/o Principati, dove i Sovrani vengono "unti" ed "incoronati" dai Vescovi (l'incoronazione, avvenuta poco tempo fa, di Re Giorgio III d'Inghilterra da parte dell'Arcivescovo di Canterbury -Chiesa Anglicana- ne è stata una testimonianza). Il "ruolo" del "secondo regno" (Rettore del Mondo), pur se oggi molto depotenziato, viene svolto dal Pontefice per agevolare (sia personalmente che tramite i suoi "Legàti Pontifici" (lett: "Inviati dal Papa") o "Nunzi Apostolici" (omologati agli Ambasciatori)) accordi e trattative in occasione di crisi internazionali di particolare gravità come, ad esempio, il conflitto armato (tecnicamente: Guerra) che da oltre un anno è in corso, con grande numero di caduti e feriti, tra Russia ed Ucraina, per la risoluzione del quale il Pontefice ha avviato colloqui segreti con i rappresentanti dei due Paesi in conflitto. Il "terzo regno" (Vicario di Cristo in Terra) viene esercitato dal Pontefice quale Capo della Chiesa Cattolica.
A tutto questo bisogna aggiungere il ruolo del Papa come "Capo di Stato" poichè egli è il titolare della sovranità di un vero e proprio Stato, cioè la "Città del Vaticano". Come tale, il Papa (attualmente Francesco I) è "omologato" (cioè considerato internazionalmente allo stesso livello) al Re d'Inghilterra (attualmente Carlo III Windsor (ex Sassonia-Coburgo-Gotha)), al Presidente della Repubblica Italiana (attualmente Sergio Mattarella), al Presidente Francese (attualmente Emmanuel Macron), al Presidente degli Stati Uniti (attualmente Joseph Robinette Biden Jr. (detto Joe)), al Presidente della Germania (attualmente Frank-Walter Steinmeier) e a tutti gli altri Capi di Stato, compresi quelli di carattere più o meno autoritario e/o dittatoriale.
A proposito di "sovranità", bisogna qui sottolineare che il Papa ancora oggi (ed è uno dei pochissimi casi al Mondo) è il "Sovrano ASSOLUTO" del suo Stato. In effetti, come recita l'art. 1 della "Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano", "Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.".
Sotto questo aspetto, essendo egli -oltre che Capo di Stato- anche il "Capo del Governo" (o, per meglio dire, essendo egli stesso "Il Governo") del suo Stato, il Pontefice è "omologato" anche ai vari Primi Ministri e/o Capi di Governo dei vari Stati come, ad esempio, il Premier inglese (attualmente Rishi Sunak), il Presidente del Consiglio italiano (attualmente Giorgia Meloni), il Primo Ministro francese (attualmente Elisabeth Borne), il Cancelliere Federale della Germania (attualmente Olaf Scholz) e via discorrendo.
Un'ultima curiosità è l'omologazione delle figure della Chiesa Cattolica alle corrispondenti figure dello Stato Italiano. Abbiamo già detto che il Papa è omologato al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio, ma esiste un'altra figura della Chiesa Cattolica omologata; si tratta dei Vescovi, che sono omologati ai Prefetti della Repubblica e, per questo motivo, nelle occasioni ufficiali essi devono essere gratificati, come i Prefetti, del titolo di "Eccellenza".

Bene. Anche per oggi abbiamo terminato. Non ci rimane che andare a vedere l'Araldica Civile, ma ne parleremo nella prossima puntata.