Ovada dalle sette porte
di Federico Borsari - 19 Settembre 2024
Il titolo di questo articolo ricalca quello di una lirica di Bertolt Brecht, "Tebe dalle sette porte", poiché pare che la plurimillenaria e mitologica città di Tebe (quella greca, da non confondersi con l'omonima egiziana, altrettanto millenaria) avesse, appunto, sette porte d'ingresso.
Senza andare troppo lontano, noi Ovadesi possiamo rivendicare (senza peraltro vantarci troppo) il fatto che anche la nostra città, fino agli inizi dell'Ottocento, avesse lo stesso numero di porte. Lo sappiamo dalla "famosa" planimetria di Ovada realizzata da Matteo Vinzoni nel 1773.
Matteo Vinzoni (1690-1773) fu, come suo padre prima di lui, il Cartografo "Ufficiale" della Serenissima Repubblica di Genova e nel corso della sua lunga attività realizzò quello che è tuttora considerato un gioiello della cartografia europea di quei tempi, il famoso "Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma", in cui venivano riportati tutti i borghi e le località allora sotto il dominio di Genova, Ovada ed il suo territorio compresa.
La planimetria riporta, come detto, la data del 1773, che è sicuramente quella della sua ultimazione. Le rilevazioni "sul terreno" da parte del Vinzoni (o, più probabilmente, dei suoi collaboratori) furono senz'altro fatte negli anni precedenti e, poiché Vinzoni morì proprio nel 1773, si può presumere che a tale cartografia abbia messo mano anche suo figlio Pànfilo, il quale collaborava abitualmente con lui.
Quello che differenzia la cartografia ovadese del Vinzoni da quelle dei secoli precedenti è il metodo di rappresentazione dei terreni e dei centri abitati, non più presentati in prospettiva bensì -appunto- in planimetria, cioè "viste dall'alto". Questo sistema cartografico consentiva di rappresentare la città con una straordinaria precisione (allora le misure erano presentate in "palmi", corrispondenti a circa 8 centimetri) ed il lavoro dei tecnici rilevatori fu particolarmente accurato (tenendo conto anche delle apparecchiature abbastanza rudimentali dell'epoca), tanto da presentarci un "centro storico" straordinariamente dettagliato ed accuratissimo anche nelle minime particolarità. La precisione di quelle misurazioni diventa evidente se noi, oggi, sovrapponiamo alla mappa del Vinzoni quella, satellitare, di Google Maps; le differenze, tenuto conto dei numerosi cambiamenti intercorsi durante due secoli, sono davvero minime.
Ma ecco, qui di seguito, la planimetria del centro "storico" di Ovada del Vinzoni con evidenziate le doppie mura e, appunto, le sette porte:
Elaborazione grafica: F.Borsari
Matteo Vinzoni individua precisamente tutte le sette porte del borgo e ce ne indica anche le precise denominazioni. Noi le abbiamo numerate in ordine di importanza:
1 - Porta del Borgo (detta anche "Porta di Genova")
2 - Porta ponte dello Stura
3 - Porta ponte dell'Orba
4 - Porta di S.Antonio
5 - Porta dei Cappuccini
6 - Porta del Mulino
7 - Porta delle Sligge
Qui sotto vediamo la planimetria attuale della città, in cui abbiamo evidenziato in rosso le mura (ed i tratti di esse) ancora esistenti ai tempi del Vinzoni con l'ubicazione delle varie porte:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Ma cosa rimane oggi di queste sette porte di ingresso alla nostra città?
Nulla, tranne il torrione di scolta (sentinella) della Porta del Borgo (quella di Piazza Assunta), attualmente inglobato in un fabbricato di civile abitazione. Ciò non ostante, abbiamo provato ad andare a vedere i luoghi attuali dove erano ubicate le sette porte:
1 - Porta del Borgo (o Porta di Genova):
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Era la porta principale del "borgo" di Ovada. Qui si giungeva dalla strada per Genova (attuale via San Paolo, allora denominata "Contrada dei Domenicani"). L'angolo rotondo del palazzo è l'antico torrione di scolta, ora inglobato nella struttura.
2 - Porta ponte dello Stura:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Con la demolizione del castello, avvenuta nei primi decenni dell'Ottocento, e lo sbancamento di parte dello sperone roccioso per la realizzazione dell'attuale piazza, si è perduta ogni traccia di questa porta, che controllava l'ingresso in città di coloro che provenivano da Silvano d'Orba (e da Tagliolo). Dalla porta si accedeva al borgo tramite la salita che adesso è denominata "Salita Roma".
3 - Porta ponte dello Stura:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Questa porta era situata più in alto rispetto alla precedente e vi si accedeva tramite una ripida salita che dal ponte sull'Orba si collegava anch'essa con l'attuale Salita Roma. Serviva per "controllare" coloro che arrivavano da Roccagrimalda.
4 - Porta di Sant'Antonio:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Si trattava della prima porta (primo controllo) da cui transitavano coloro che provenivano da Genova. Questa porta, che prende il nome dalla zona, che allora si chiamava "Contrada di S.Antonio" dalla chiesa ivi ubicata (ora Museo Paleontologico "G.Maini), si trovava più o meno all'altezza del cancello del Giardino della Scuola di Musica in quella che oggi si chiama Via San Paolo della Croce e che allora era denominata "Contrada dei Domenicani".
Questa porta era ubicata sul secondo "giro" di mura della città ed è interessante notare come questa linea di mura difensive, che iniziava più o meno dove oggi, nell'attuale via Torino, troviamo l'attività commerciale "Colombo Tecnica", si prolungasse, lungo l'attuale via Bisagno e poi attraverso le attuali proprietà dell'Istituto Madri Pie, fino all'attuale Piazza dei Cappuccini, dove era ubicata, appunto, la
5 - Porta dei Cappuccini:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Questa porta, che era posta proprio all'inizio dell'attuale tratto lastricato della via Cairoli (che allora si chiamava "Contrada dei Cappuccini"), serviva a controllare coloro che provenivano dalle strade che conducevano a Grillano tramite il guado che esisteva sul torrente Orba in quella che oggi è denominata "Regione Carlovini".
6 - Porta del Mulino:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Questa porta, che si trovava quasi alla sommità dell'attuale Via Ripa, controllava il transito sulla strada che, dal Borgo Ripa, scendeva verso il mulino (allora chiamato "Mulino della Serenissima Camera", attualmente Molino Mandelli) e che poi proseguiva fino al torrente Stura, lo attraversava mediante un guado, proseguiva sulla "piana di Belforte", raggiungeva il vecchio Mulino di Belforte e da lì saliva poi fino al borgo di Belforte.
7 - Porta delle Sligge:
Credit: Google Maps - Elaborazione grafica: F.Borsari
Questa porta si trovava, approssimativamente, dietro alla Parrocchia dell'Assunta (che ai tempi in cui Vinzoni fece la mappa era in costruzione), più o meno all'inizio della discesa dell'attuale via Cap. Oddone. A quell'epoca la zona era franosa (da qui il nome "Sligge" che in dialetto ovadese significa, appunto, "frane") tanto che le prime fondamenta della nuova parrocchiale, dopo qualche mese dalla costruzione, franarono interamente nel sottostante torrente Orba e per realizzare quelle nuove si dovettero fare consistenti opere di consolidamento del versante.
La porta "controllava" una strada che, in ripida discesa, scendeva al torrente e conduceva a quella che ancora oggi si chiama "Regione Orti", dove erano ubicati, appunto, gli orti in cui gli Ovadesi di allora (come quelli di oggi) coltivavano frutta e verdura che poi portavano nel borgo sia per uso personale che a scopo di vendita sul mercato.
Poiché a quell'epoca, all'interno delle mura nelle vicinanze delle porte della città, veniva sempre posta un'immagine sacra, pare che la "Madonnina" attualmente situata nelle mura esterne della parrocchiale all'inizio della Via Voltegna fosse allocata nei pressi di questa porta.